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sabato 11 novembre 2017

Con gli uragani Irma e Maria sale alla ribalta con forza il problema del cambiamento climatico. I Caraibi non sono più un paradiso? Gli effetti devastanti su Porto Rico e le piccole Antille persistono




Porto Rico
Gli uragani Irma e Maria a Porto Rico non li dimenticheranno mai. Non sono ancora passati due mesi da quando Maria ha colpito in pieno l’isola con i suoi quasi 300 chilometri orari di velocità con i quali ha attraversato il suo territorio, rimanendoci per dodici ore di fila e provocando danni di ogni sorta. Ne è seguito un vero e proprio esodo dovuto alla disperazione. Se ne sono già andati da Porto Rico 140.000 persone con destinazione in gran parte la Florida, ma anche New York, New Jersey e altre città americane. Tanti sono arrivati anche qui nella Repubblica Dominicana. Il governo americano ha trasferito di recente a sue spese 3.000 persone tra quelle meno abbienti per una sistemazione provvisoria negli Stati Uniti mentre i servizi essenziali di erogazione di acqua e di corrente elettrica vengono ripristinati. Si prevede che si riavrà la corrente elettrica a febbraio del 2018. Nel frattempo, molte attività commerciali continuano a rimanere chiuse e la disoccupazione è aumentata in modo vertiginoso. Presumibilmente nei prossimi mesi abbandoneranno l’isola altre 400.000 persone. Una decisione quella di andare via sicuramente dolorosa, ma al di là dei danni provocati dagli uragani Irma e Maria si deve anche prendere in considerazione una novità assoluta dal punto di vista del rischio del radicamento nei Caraibi. Ormai il tema del cambiamento climatico è venuto alla ribalta con forza per rimanerci e dovrà essere sempre tenuto presente per gli anni a venire. Sul nostro futuro incombe la minaccia di uragani di potenza al di là di ogni immaginazione. Chi abita vicino al mare o ai fiumi deve sapere che le cose non stanno più come prima. Due uragani di categoria cinque: non se n’era visto uno a Porto Rico da un secolo e nel giro di una settimana ce ne sono stati due, uno ha sfiorato l’isola e l’altro l’ha colpita in pieno. Una novità che non può essere ignorata. Se prima eravamo invidiati come abitanti dei Tropici, un paradiso, ora siamo in balia di fenomeni atmosferici che da un momento all’altro ci possono rendere la vita impossibile oltre a mettercela direttamente a rischio, tsunami, inondazioni, distruzioni dei nostri immobili e delle nostre pertinenze. Il paradiso può diventare da un giorno all’altro un vero e proprio inferno. Chi ha delle imbarcazioni ormeggiate nei porti è meglio che pensi di non avere niente o quasi. Probabilmente le compagnie di assicurazione correggeranno fortemente verso l’alto o addirittura rifiuteranno le polizze di copertura contro eventi naturali. Non va inoltre sottovalutato il fatto che gli ingenti danni che i nostri corregionali caraibici hanno subito sarebbero stati di gran lunga maggiori nella Repubblica Dominicana del tutto impreparata per questo tipo di fenomeni atmosferici.


San Martino, Barbuda, Antigua
L’arcipelago è stato devastato in particolare da Irma, ma una settimana dopo ci è passato anche Maria per completare il “lavoro” della collega. L’effetto di Irma è stato brutale. Le isole dei Caraibi orientali sono state praticamente cancellate dalla carta geografica. Barbuda è rimasta totalmente devastata con nove case distrutte ogni dieci.  Secondo le autorità il 98% delle strutture sono inabitabili. Irma è stato il peggiore uragano affrontato dall’Atlantico. Ha colpito le isole dell’arcipelago con venti di velocità superiore ai 300 km/h. I danni stimati sono di centinaia di migliaia di dollari. I container sono volati in aria come giocattoli. Irma con le sue dimensione comparabili all’estensione territoriale della Colombia, dopo aver attraversato Barbuda ha colpito le isole francesi e olandesi di San Martino e San Bartolomeo, lasciandole devastate completamente senza acqua potabile e senza elettricità e con un 70% delle case distrutte

Chi si aspetta di vedere scoperchiate soltanto le case con tetti in lastre metalliche sbaglia. Questi uragani hanno divelto i tetti in cemento armato, hanno rotto le finestre di vetro di edifici adibiti ad hotel e ne hanno scaraventato in mezzo alle strade tutto il mobilio e l’arredamento, facendo diventare gli immobili dei veri e propri gusci vuoti. Soltanto a San Martino sono state affondate oltre 100 imbarcazioni del valore ognuna di diversi milioni di dollari. Tante sono finite lontano dal mare, nelle strade e addirittura nei giardini. Una devastazione che va al di fuori dell’immaginazione umana e meno male che per il momento non ci sono stati tsunami!