La Commissione esteri ha approvato un rapporto destinato
alla Commissione bilancio che sta esaminando il DDL relativo alla finanziaria 2018.
Per quel che riguarda l’ambasciata di Santo Domingo essa viene citata
nell’articolo 33 del DDL che prevede “un incremento di 100 unità del
contingente di dipendenti a contratto a legge locale che andranno a rafforzare
gli organici di sedi esposte a situazioni di emergenza (Venezuela, Regno Unito),
impegnate in aree di interesse strategico per la sicurezza e la crescita o di
nuova apertura (Conackry, Niamey, Santo Domingo)”. Quindi da questo
punto di vista veniamo espressamente inclusi nella finanziaria. Una parte di
queste 100 unità verrà destinata ovviamente
alla nostra ambasciata per risolvere i nostri problemi di arretrati e di
impossibilità di far fronte all’impegno dell’erogazione dei servizi consolari.
Un numero di dipendenti a contratto che secondo le dichiarazioni del nostro
ambasciatore dovrebbe essere di sette unità. Si spera invece che si superi la
decina in modo da ripristinare la situazione dell’ambasciata nel periodo
precedente la chiusura.
La carenza cronica del personale è stata oggetto di
un dibattito al quale hanno partecipato i senatori Claudio Micheloni (PD) e
Claudio Zin (MAIE).
Al riguardo Micheloni ha fatto presente l’insufficienza
di personale nelle sedi consolari e ha chiesto uno sforzo addizionale per
assicurare nuove assunzioni di funzionari di ruolo che garantiscano agli uffici
della rete diplomatica di poter soddisfare almeno parzialmente le esigenze
delle comunità italiane all’estero. Micheloni ha sostenuto poi che verranno
avanzate proposte normative finalizzate tra l’altro a rendere obbligatoria una
verifica della conoscenza linguistica dei richiedenti la cittadinanza. Si
sta prospettando quindi un restringimento dell’accesso alla cittadinanza
italiana da parte degli oriundi. Al riguardo Amendola ritiene che attraverso
questa modifica legislativa eventuale e la conseguente limitazione del numero
delle richieste di cittadinanza, si potrebbe alleggerire la pressione sulla
rete consolare. Una posizione quella del sottosegretario alquanto discutibile.
Amendola ha accennato anche alla riduzione delle
spese “per effetto del turn-over negativo del personale di ruolo e delle altre
spese di funzionamento a causa dei ripetuti tagli lineari e in particolare sui
consumi intermedi disposti dai provvedimenti di contenimento della spesa degli
ultimi anni”.
Del turn-over negativo ne sappiamo qualcosa. Secondo
quanto riferito dal nostro ambasciatore a Las Terrenas, il numero dei
funzionari di ruolo è diminuito negli ultimi anni del 20% a seguito della
mancata indizione di concorsi per nuove assunzione. Una volontà di risparmio
che non si riscontra negli altri capitoli di spesa e che anzi si ribalta di
fatto quando ci si sposta sul campo della cooperazione internazionale e delle
regalie ai paesi del terzo mondo ivi inclusi i paesi più corrotti del mondo.
Interessante il tema affrontato dal senatore Claudio
Zin del MAIE che ha lamentato anche lui la cronica insufficienza di personale
presso la rete consolare all’estero, in particolare nelle situazioni di
straordinaria difficoltà quali quelle vissute in Venezuela e ha sollevato
alcune riserve in merito alla destinazione delle risorse provenienti dai
contributi tariffari per l’ottenimento della cittadinanza. Si sa, infatti, che
soltanto un terzo della tariffa (300 euro) prevista per la richiesta di
cittadinanza viene devoluta alla sede diplomatica alla quale questa è stata
versata.
Sulla carenza di personale delle strutture
diplomatiche all’estero Amendola ha evidenziato che in questo disegno di legge
sono state previste importanti risorse per l’assunzione di personale
amministrativo che dovrà assicurare il supporto al personale diplomatico
nell’espletamento dei rilevanti compiti spettanti alle nostre rappresentanze
all’estero le quali “lavorano con abnegazione e non meritano le manifestazioni
di protesta che talvolta si sono verificate”. Amendola ha fatto riferimento implicito
quindi alle proteste che sono state organizzate nelle diverse sedi diplomatiche
recentemente ad esempio il 7 aprile e poi non tanto tempo fa a San Paolo il 22
ottobre scorso di fronte al Consolato Italiano di San Paolo. Manifestazioni di
protesta organizzate e sostenute tutte pienamente dal MAIE. Il senatore Zin al riguardo ha replicato che queste
proteste hanno avuto il solo obiettivo di sensibilizzare il ministero. Al che Amendola ha assicurato il forte impegno
del governo per il rafforzamento delle strutture diplomatiche.
Per il resto non ci dobbiamo attendere granché da
questa finanziaria targata PD agli sgoccioli della legislatura e con
prospettive di subire una clamorosa debacle alle prossime elezioni.
Il MAECI continuerà a gravitare per lo 0,4% sul
bilancio dello Stato. Una percentuale irrisoria di gran lunga inferiore a
quella degli altri Paesi che contano, dei quali l’Italia continuerebbe a far
parte, forse.
Nel 2018 verranno
erogati al MAECI 2.588 milioni di euro
contro i 2.612 milioni del 2017. L’impegno sul fronte della cooperazione
internazionale verrà incrementato per cui la situazione non cambierà. Oppure
qualcuno si aspettava che le cose sarebbero andate diversamente?