Il megaprogetto della centrale termoelettrica a
carbone di Punta Catalina è a rischio: la società italiana Technimont chiede una
maggiorazione della cifra d’appalto di 720 milioni di dollari
Il governo è in difficoltà. La Repubblica Dominicana
intende rivolgersi a una corte arbitrale internazionale per dirimere la
controversia.
La Tecnimont, Odebrecht e Aceros Estrella formano il consorzio che
costruisce l’impianto termoelettrico a carbone di Punta Catalina. La richiesta
della società italiana potrebbe paralizzare l’opera, dal momento che il governo
ha reso noto per vie diverse che non pagherà i 720 milioni di dollari
aggiuntivi. Lo hanno riferito ai media fonti bene informate.
Il governo è disposto quindi a sostenere spese legali
di decine di milioni anche perché non sarebbe in grado di reperire i fondi che
la Technimont richiede. L’aspetto del finanziamento dell’opera si è complicato notevolmente
dopo che alcune banche estere e dominicane si sono ritirate dal pool originario
all’ultimo momento a seguito dello scoppio del caso Odebrecht.
Un riconoscimento alla Technimont delle sue ragioni
di credito da parte della Corte arbitrale eleverebbe il costo dell’opera a
oltre 3.000 milioni di dollari, il che la convertirebbe nella più cara opera al
mondo nel suo genere. Ricordiamo che il contratto originario prevedeva 2.041 milioni di dollari con consegna e messa
in funzionamento previste nel 2018.
Il governo ha già investito nella costruzione degli
impianti 1.742 milioni di dollari incluso un anticipo di 150 milioni di
dollari. Di queste cifre circa 1500 milioni provengono da prestiti e da titoli
dello stato emessi e collocati sui mercati internazionali.
La continuazione di questa controversia potrebbe impedire
che questi impianti, considerati l’opera massima della gestione del presidente
Danilo Medina, si concludano nella presente gestione di governo dal momento che
nemmeno lo stato è riuscito a fare interessare al progetto le società
finanziarie nazionali o estere. I tecnici sono d’accordo nel ritenere che il
problema è maggiore di quanto emerso dai media. Si tratta di una minaccia
latente che incombe sull’opera che, se non portata a termine, potrebbe far fallire
anche un altro progetto importante: la rielezione come presidente di Danilo
Medina nel 2020 dopo aver modificato per la seconda volta a tal fine la
costituzione della repubblica!