Mi sono recato al cimitero dell’avenida Independencia dove
riposano i resti del nostro connazionale Illio Capocci, eroe della Guerra de abril. Volevo rendermi conto
di persona del trattamento riservato al nostro connazionale dopo la sua eroica
immolazione nell’importante evento storico combattendo a favore di una patria
non sua.
Il cimitero è stato chiuso nel 1942 ed è stato
riaperto nel 1965 per dare sepoltura, soprattutto in fosse comuni, quindi
anonimamente, ai numerosissimi caduti della guerra, per lo più combattenti
costituzionalisti, vittime di combattimenti contro forze immensamente superiori,
immolatisi per un’idea, quella del patriottismo.
Conquistato da questo amore per la patria, Illio
Capocci, non dubitò un istante da che parte schierarsi. Del resto i “suoi”
uomini rana o sommozzatori, soldati valorosissimi, superiori in abilità e
preparazione al combattimento agli stessi marine americani e a tante truppe
scelte europee avevano optato in larghissima maggioranza per quella stessa strada.
Su oltre 4.000 candidati selezionati con cura, soltanto 107 divennero uomini
rana. E di questi 100 abbracciarono la causa dei costituzionalisti. Ognuno di
loro valeva un reggimento, in quanto era in grado di recare danni ingenti alle
truppe nemiche. Del resto Illio nel suo “curriculum” di soldato vantava anche l’affondamento
nel porto di Gibilterra durante la seconda guerra mondiale, di diverse navi inglesi
insieme ad altri sommozzatori e tutti riuscirono a fuggire senza subire
perdite.
Illio si guadagnò nella Repubblica Dominicana il
rispetto che merita un eroe. Tra poco ci sarà una strada a suo nome. Con l’occasione
qualcuno di noi sarà lì. Non è giusto che in un periodo come questo
dimentichiamo il messaggio che la sua immolazione continuerà sempre a
trasmettere a dominicani e italiani. La patria va difesa, la vita è un equo
prezzo per la patria. Ci rimise la vita, ma in un certo senso diventò
immortale.
Con grande rispetto, gli venne riservata una delle
tombe migliori. Ne siamo fieri!
La targa del suo nome è piccola e quasi nascosta
dietro un albero. E quando entrai nel cimitero pensai che trovare la tomba
sarebbe stata un’impresa difficile. E allora chiesi tanto per avere un
orientamento al guardiano dove fossero sotterrati gli eroi della Guerra de abril e con mia grande
sorpresa il primo nome che questi riferì fu proprio quello di Illio Capocci.
Non sappiamo di dove fosse. C’è stato però un eroe
della prima guerra mondiale, Teodoro Capocci, medaglia d’oro al valor militare che era di Lioni
in provincia di Avellino del quale si disse: «Educato al culto della Patria, informò ad esso ogni suo atto e per esso
divenne esempio insigne di cosciente audacia e di ogni altra più bella virtù
militare, di cui dette prova costante negli aspri e sanguinosi combattimenti,
ai quali prese parte.»
Invece le ultime parole di Illio furono: «L’uomo non sa quando né dove nasce, ma può
decidere quando e perché morire. Io rimango.»
Vogliamo sapere di più di Illio Capocci. Ci dobbiamo
dare da fare per questo. Di dov’era esattamente? Ci sono dei suoi discendenti?
Un po’ alla volta ricostruiremo la sua biografia. Spetta a noi suoi
connazionali venire a conoscenza di tutto. In fondo siamo i suoi parenti più
stretti…