Cerca nel blog

martedì 23 ottobre 2018

Anche a Punta Cana parcelle esose, sequestri e minacce a scopo di pagamento a turisti nelle cliniche private



Una coppia inglese recatasi in vacanza dalla città del Kent nel Regno Unito a Punta Cana, a est della Repubblica Dominicana, ha riferito che nel centro medico privato di quella zona turistica, è stato preteso il pagamento di un importo elevato di denaro per la consegna del corpo del bambino partorito dalla donna il 13 ottobre con parto cesareo e deceduto due giorni dopo.
La coppia ha accusato il centro medico di raddoppiare quasi il costo iniziale preventivato per il parto cesareo.
Si tratta del "Centro medico internazionale di Punta Cana".
Michael Parrot e la sua compagna Chloe Sullivan, che hanno viaggiato accompagnati dalla figlia di 4 anni della donna, incinta di più di sette mesi, hanno dichiarato ai media che il centro medico ha anche minacciato di rapire e addirittura smaltire il corpo del bambino se non fossero stati pagati USD 5.100.
La coppia non era in possesso di quel quantitativo di soldi.
La situazione si è ulteriormente complicata, quando è stato anche chiesto il pagamento di RD$20,991 per l’intervento cesareo, quasi il doppio degli RD$11.000 preventivati
Il bambino è morto per problemi respiratori e ipertensione polmonare persistente (PPHN, per le sue sigle in inglese), la mattina del 15 ottobre, due giorni dopo la nascita.
La coppia ha dichiarato di aver proposto un pagamento rateale che è stato rifiutato dall’amministrazione del centro medico che ha anche chiesto la consegna dei tre passaporti, della coppia e della bambina, minacciando anche di chiamare la polizia internazionale (INTERPOL).
La coppia voleva portare il corpo del neonato nel Regno Unito, ma l'ospedale ha minacciato di liberarsi del suo corpo se non fosse stato effettuato un pagamento di $ 5.100.
Alla donna è stato inoltre fatto divieto di lasciare l’ospedale. Prima doveva essere saldato il conto dell’intervento cesareo pari a RD$20.991.
La loro stanza era sotto sorvegliata dal personale di sicurezza e dalla polizia.
La signora Sullivan alla fine ha accettato di consegnare il suo passaporto in modo da poter fare ritorno alla sua camera d'albergo.
L'ambasciata britannica si è rivolta alla coppia avvertendola che il conto doveva essere pagato perché non era in grado di intervenire.
Un cugino di Parrot, Harry Cottam, ha aperto una pagina sulla piattaforma GoFundMe, chiedendo aiuto per pagare l’importo addebitato dalla clinica. L’obiettivo è stato raggiunto e superato in un solo giorno, il che significa che la famiglia ha potuto pagare il conto per intero, ritirare il passaporto di Sullivan e tornare in Inghilterra.
"Vogliamo solo ringraziare, dal profondo del cuore, tutti i nostri amici, familiari e persone che non conosciamo che hanno generosamente donato dei soldi per darci l'opportunità di ricevere le cartelle cliniche mie e del neonato, il mio passaporto e le medicine di cui ho bisogno per affrontare il volo di ritorno a casa”, ha riferito la signora Sullivan.