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venerdì 19 ottobre 2018

La Repubblica Dominicana importa tecnologia israeliana per lo spionaggio degli organizzatori di proteste



Ci sono organismi di governo che utilizzano tecnologia israeliana per spiare e intercettare le comunicazioni dei difensori dei diritti umani, dei dissidenti e dei membri della comunità LGBT. Lo rivela la ricerca pubblicata oggi sul quotidiano israeliano Haaretz che denuncia questo tipo di esportazione verso paesi con deficit democratico.
"Oggi, ogni organismo di governo che non rispetta la privacy dei suoi cittadini è dotato di funzionalità di spionaggio create a Herzliya Pituah (a nord di Tel Aviv)". Lo riferisce il suddetto giornale in base a un’indagine basata su 100 fonti diverse e 15 paesi.
Il gruppo israeliano NSO Group ha sviluppato il malware Pegasus, descritto dalla rivista Forbes come "il kit di spionaggio mobile più invasivo del mondo".
"Le testimonianze evidenziano che questa apparecchiatura israeliana è stata usata per individuare ed arrestare attivisti per i diritti umani, perseguitare i membri della comunità LGBT, zittire i cittadini che hanno criticato i rispettivi governi nonché per svelare i casi di eresia contro l'Islam nei paesi musulmani che non mantengono relazioni formali con Israele ", si sostiene nell'articolo.
Nel 2016 è stato richiesto per via giudiziaria da parte di un deputato israeliano di vietare i permessi di esportazione del gruppo NSO, tuttavia, lo Stato ha emesso al riguardo un ordine di censura
"Contrariamente alle regole che esistono in altre democrazie, il ministero della Difesa israeliano si rifiuta di rivelare l'elenco dei paesi verso i quali sono vietate le esportazioni militari, oppure i criteri e le norme che sono alla base delle loro decisioni" si riferisce nel rapporto del giornale.
La Repubblica Dominicana, El Salvador, Panama, Nicaragua, Messico, Honduras, Perù, Colombia ed Ecuador sono alcuni dei paesi che hanno importato la tecnologia di ultima generazione di Israele, così come il Bahrain, Indonesia, Angola e Mozambico, tra gli altri, secondo Haaretz.
"L'indagine di Haaretz ha anche svelato che le imprese israeliane hanno continuato a vendere prodotti di spionaggio, anche quando è stato rivelato pubblicamente che l'attrezzatura veniva utilizzata per scopi repressivi", afferma l'articolo.
L'industria israeliana dello spionaggio è diventata "la punta di diamante del commercio mondiale" negli ultimi cinque anni, con un consolidamento speciale nei paesi dell'Africa e nel Golfo Persico.