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domenica 21 ottobre 2018

Bibbia sì, Bibbia no nelle aule scolastiche e nuove polemiche



L’obbligo d'insegnamento della Bibbia nella Rep. Dominicana nei corsi di studi pre-universitari è sancito da una legge ben precisa. Alla Camera dei Deputati si esige ora che questa legge venga applicata.
Il tema è salito alla ribalta dei media ed è oggetto attualmente di grande attenzione a tutti i livelli sociali.
La legge in questione è stata approvata dal Congresso Nazionale (bicamerale) nel 2000 e stabilisce che nelle scuole e licei venga letto ogni giorno un testo biblico.
Una volta la settimana si dovrebbe procedere inoltre anche allo studio della Bibbia in base a programmi e metodi proposti dalla Conferenza Episcopale Dominicana e dalla Confederazione Dominicana dell’Unità Evangelista (Codue).
La presentazione della richiesta di questa risoluzione da parte dei deputati ha dato origine a dibattiti tra chi favorisce la sua approvazione e chi la rifiuta.
A quest’ultimo gruppo appartiene la deputata Faride Raful del PRM, che ha definito la legge incostituzionale.
Secondo alcuni settori questa legge è contraria alla costituzione e ai principi democratici che dovrebbero prevalere nel paese. La Costituzione, infatti, sancisce la libertà di culto
Altri settori fanno presente che nello scudo nazionale è presente nel suo centro una Bibbia aperta e che il motto alla base della fondazione della Repubblica è “Dios, patria y libertad”.
Tra l’altro i cattolici hanno chiamato in causa il concordato vigente con il Vaticano sottoscritto nel 1954 che definisce la Repubblica Dominicana come una nazione “cattolica, apostolica e romana”.
Diciamo che non sembra nemmeno più tanto scontato e auspicabile per i cattolici in particolare la lettura della Bibbia nelle aule scolastiche e l’esibizione di altri simboli e icone cristiane. Almeno da parte dell’attuale Papa sono evidenti delle contraddizioni. Si delinea una maggiore apertura alle altre religioni.
Anche se il sacerdote che ha celebrato la messa alla quale ho assistito questa mattina era indignato dell’opposizione all’obbligo di lettura della Bibbia, c’è da dire che la posizione del Papa al riguardo non è chiara e che ci sono chiese cattoliche nelle quali si è già proceduto a leggere il Corano.
Ultimo ma non per importanza ricordiamo che tra i politici locali la percentuale di massoni è elevatissima e che questi abbracciano di fatto una religione monoteista non assimilabile alle altre già esistenti a livello mondiale se si esclude forse l’ebraismo.