Il tribunale civile, commerciale e del lavoro di
prima istanza di Samanà ha ritenuto ingiustificato il licenziamento del
connazionale Riccardo Rigoni, abitante a Las Terrenas, e di conseguenza ha
dichiarato risolto il contratto di lavoro per colpa dei datori di lavoro, Briselis
Hiciano e Furstenberg Sabastien Egon, che sono stati condannati a pagare al
connazionale licenziato i seguenti importi a titolo di diritti :
28 giorni di preavviso, pari a RD$ 68.149.-, 184
giorni di indennità di fine rapporto, pari a RD$ 447.838.-, 18 giorni di ferie,
pari a RD$ 43.810.-, quota tredicesima mensilità, pari a RD$31.494.- per un
importo totale di RD$ 559.797.-
Si tratta della prima sentenza che riconosce in
qualche misura i diritti di Riccardo Rigoni che si sta battendo da oltre un
anno per avere giustizia. La sentenza non è soddisfacente soprattutto per quel
che riguarda il calcolo dell’indennità di fine rapporto che non può riguardare ovviamente
solo 184 giorni in quanto il connazionale ci lavorava da anni. Infatti secondo
i calcoli esatti questa cifra dovrebbe essere di RD$1.350.000.- E ci sono altre
voci mancanti come per esempio l’assicurazione sociale.
Ricardo Rigoni ha deciso quindi di ricorrere presso
il tribunale di San Francisco dove ci sono diversi giudici specializzati in
diritto del lavoro e non generici come a Samanà. Di fatto è frequente il
ricorso in appello per questo motivo al tribunale di San Francisco.
Dà nell’occhio il fatto che pur riconoscendo la
colpa del datore di lavoro il giudice abbia previsto la compensazione delle
spese giudiziali.
“Si tratta comunque di un inizio”, lo sostiene il
nostro connazionale, “devono pagare anche la morte dei miei animali. Comunque
questa sentenza almeno è a mio favore. Ora andremo a bloccare eventuali conti
correnti e già questo dovrebbe infastidire, oltre alla figuraccia pubblica.”
Dal punto di vista penale non si è andato avanti, ma
il discorso si riprenderà presto. “Sono riuscito a far cambiare un “fiscal”, ma
quello subentratogli ha respinto la querela senza motivazione. Non ho soldi per
continuare. Non appena ne avrò andrò avanti anche con il penale. Oggi come oggi
non sono entrato in possesso nemmeno delle mie mutande. Tutto è ancora dentro
la casa, in teoria, poi forse sarà sparito tutto, ma io ho i documenti che al
momento opportuno userò”.
Riccardo Rigoni non intende arrendersi. La sua
battaglia dura già da oltre un anno. Ha subito uno sfratto a mano armata il 7
luglio 2017 e nonostante l’enorme difficoltà di procedere per le vie legali
contro un miliardario non si è mai arreso e ora ha raggiunto il suo primo
successo al quale gli auguriamo di cuore che seguano tutti gli altri.
Ecco la sua storia: