Cerca nel blog

martedì 30 ottobre 2018

Pieno successo dello sciopero “pacifico” del Cibao, 48 detenuti, negozi saccheggiati



Lo sciopero ha paralizzato le 14 province del Cibao dove era stato indetto da diverse organizzazioni civili, nonché dai più importanti sindacati di trasportatori.
La manifestazione di protesta ha avuto pieno successo secondo coloro che l’hanno organizzata. Uno sciopero pacifico dicono, dove chiunque poteva scegliere liberamente se aderire o meno.
Questa però è solo retorica perché l’adesione a questi scioperi è obbligatoria se non si vuole subire danni materiali e fisici.
Un esercito di uomini ingaggiati forse oppure semplicemente amanti della violenza è pronto a colpire chi non si adegua alla sospensione totale di ogni attività. E comunque anche i negozi chiusi hanno subito dei saccheggi.
Lo dice il direttore della polizia nazionale: “Si sa che questi scioperi sono in realtà degli scontri con facinorosi e banditi, perché non ci sono altre parole per definire persone che tagliano alberi, abbattono pali della corrente elettrica. Sono cose che non meritano applausi. Ci sono diverse persone arrestate, alcune hanno saccheggiato negozi. “
Tre persone ferite e 48 arrestate, pneumatici bruciati e ostacoli vari nelle strade. Questo è il saldo della manifestazione di protesta.
Tanti sono i motivi che hanno indotto alla protesta e sono sempre i soliti. In realtà si tratta di giustificazioni che ricordano il “casus belli” degli antichi romani, vale a dire una motivazione plausibile dietro a un’altra vera che in questo caso è quella di destabilizzare il paese sempre per finalità politiche e in vista delle elezioni del 2020.
La politica è in America Latina l’attività più lucrativa in assoluto. Anche qui nella Repubblica Dominicana.
Prepariamoci a una guerra a tutto campo.
È chiaro che la vicenda dello sciopero del Cibao non resterà senza un seguito sia a livello delle autorità che cercano di stroncare sul nascere questi eventi che a livello delle fazioni politiche che appoggiano questi tumulti.
Ho visto in questo paese situazioni economiche molto peggiori di questa che stiamo vivendo attualmente in RD negli anni 2002-2004 senza che venisse organizzato un solo sciopero.