Cerca nel blog

mercoledì 10 ottobre 2018

La Repubblica Dominicana occupa il quarto posto tra i paesi dell’America Latina produttori di rifiuti solidi urbani.



Al primo posto si trova il Messico con 1,16 kg al giorno per persona, al secondo, il Cile con 1,14 kg, al terzo, l’Argentina con 1,14 kg e al quarto posto la Rep. Dominicana con 1,08 kg, seguita dal Brasile con 1,04 kg.
Nella produzione di rifiuti influisce l’elevata densità della popolazione e l’esistenza di attività commerciali e turismo. Quest’ultimo fattore è una delle cause che spiega la presenza della Repubblica Dominicana tra i cinque paesi che producono in America Latina il maggiore quantitativo di rifiuti solidi urbani.
Esiste comunque un altro fattore che consente di capire quali paesi producono più spazzatura e quali meno. Si tratta del livello di reddito degli abitanti.
Se la popolazione ha una più elevata disponibilità di denaro, il suo consumo aumenterà e la produzione di rifiuti sarà maggiore. Complessivamente a livello mondiale i paesi con i redditi più alti generano oltre il 34% dei rifiuti nonostante ci abiti soltanto il 16% della popolazione del pianeta.
In America Latina ci sono paesi con redditi medio-alti e la loro generazione di rifiuti è molto maggiore rispetto ad altri paesi del mondo come ad esempio nel continente africano.
La disuguaglianza economica all’interno di una regione spiega perché paesi come Messico, Cile o Argentina siano quelli che più rifiuti producono. All’estremo opposto ci sono paesi come Guatemala o Bolivia.
Ecco la classifica dei paesi che meno rifiuti producono in America Latina


È evidente che a rendere la Repubblica Dominicana uno dei paesi maggiormente produttori di spazzatura non è un reddito procapite più alto a livello regionale, ma il grande afflusso di turisti che si aggira sui 7 milioni di persone ogni anno e che si incrementa sempre, essendo 10 milioni l’obiettivo che si cerca di raggiungere a medio termine.
Il Turismo, una voce importante del PIL della Repubblica Dominicana, che apporta poco a livello di imposte e che crea evidenti scompensi nelle zone dove si sviluppa. I grandi gruppi non contribuiscono a risolvere il problemi che il turismo crea in quanto puntano solo a distribuire dividendi ai soci.
Per forza di cose non è lontano il giorno in cui il turismo dovrà apportare risorse anche alla collettività sotto forma di fondi da destinare alla conservazione delle aree turistiche e alla riparazione dei danni che l’attività provoca nelle zone dove si svolge: bidonville di forza lavoro, rifiuti urbani, acque nere e degrado delle spiagge.