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martedì 22 agosto 2017

La vicenda dello sfratto a mano armata. Ecco perché ci sono voluti i sicari con le armi in mano senza uno straccio di provvedimento giudiziario





Il fatto che non ci sia un provvedimento del giudice a giustificazione della violenta cacciata di Riccardo Rigoni dalla dimora nella quale abitava da otto anni non è casuale.
Chi avrebbe potuto chiedere questo sfratto? L’ex amante del principe? Il principe?  
Un problema arduo, prima di tutto perché la proprietà è intestata, come prestanome evidentemente, all’ex-amante del principe, ma i contratti d’opera e di uso abitazione autenticati da notaio sono stati sottoscritti dal Furstenberg. Sussiste sicuramente l'approvazione tacita e l'interesse economico a tutti gli effetti della proprietaria, in quanto durante tutto questo tempo ha consentito che il Rigoni abitasse nell'immobile di sua proprietà, nel quale vi ha anche apportato delle rilevanti modifiche con un notevole aumento del valore dello stesso. L'ex amante del Furstenberg ha quindi senza ombra di dubbio avallato i contratti e ne è parte coinvolta anche se non li ha sottoscritti.
Per poter legalmente sfrattare il Rigoni era necessaria quindi una definizione del rapporto contrattuale sottostante, altrimenti non sarebbe mai stato possibile ottenere un provvedimento giudiziario.
Per questo motivo il Rigoni viene allontanato con mezzi da far west ed è anche per questo motivo che non gli viene consentito di tornare nella sua ex-abitazione a prelevare le sue pertinenze, nemmeno presentandosi con l'ufficiale giudiziario.
Del resto la proprietaria potrebbe temere, e a ragione, che il Rigoni, vista la totale assenza di un provvedimento giudiziario decidesse di sistemarsi nuovamente nell'abitazione in forza del rapporto contrattuale ancora vigente.
Ma, conoscendo gli usi e costumi locali, potrei anche pensare che le pertinenze del Rigoni non ci sono più. Sono state fatte sparire. Questo in base a un ragionamento semplice, quello che fila con la filosofia del fatto compiuto: è stato cacciato fuori da casa sua in base a questa filosofia e in base alla stessa filosofia sono state fatte sparire le sue pertinenze. La casa è vuota! Così si taglia la testa al toro! Tanto cosa vuoi che possa fare un italiano non agiato, e anche se lo fosse, in questo paese dove ognuno ha delle conoscenze altolocate a cui rivolgersi?
Altro punto controverso è la posizione del principe in questa vicenda. È al corrente della situazione o no?
Ci troviamo di fronte a un caso di ordinaria ingiustizia. Spero che qualcuno dei lettori ne tragga un qualche insegnamento. Morale della favola: dove non esiste la giustizia impera la prepotenza!