Cerca nel blog

giovedì 17 agosto 2017

Una storia di ordinaria ingiustizia a Las Terrenas: un nostro connazionale è stato allontanato dalla sua dimora dove abitava da otto anni dalla polizia con le armi spianate…




Una vicenda dove c’è anche un principe e non un principe povero. Il fatto è avvenuto il venerdì 7 luglio scorso e la notizia è stata pubblicata recentemente sul giornale La Tribuna di Treviso nella cronaca di Conegliano, la città dalla quale l’italiano Riccardo Rigoni proviene. Sono situazioni che capitano qui più spesso di quel che si pensa perché checché  si dica siamo in un paese del terzo mondo dove la giustizia è un po' una chimera.
Fino ad ora ero più che convinto che la legge proteggesse gli inquilini o comunque chi abita in una casa da otto anni in forza di un rapporto dove c'entra anche un'attività di custodia o di manutenzione. Per fare uno sfratto bisogna seguire un iter legale. Allontanare un inquilino con la minaccia è una cosa che non sta né in cielo né in terra. Nemmeno in RD che spesso ricorda il far west per certi fatti come questo. Si viene arrestati subito.
Certo poi le cose cambiano a seconda della capacità economica delle parti e da quel lato la situazione di Sebastiano Egon Furstenberg, principe plurimiliardario appartenente tra l'altro alla famiglia Agnelli e presidente e azionista della banca Ifis da lui stesso fondata a Genova nel 1983, quindi proprietario…
Stando così le cose mi sarei anche aspettato uno sfratto con l'intervento delle forze armata, ma dei poliziotti con le armi puntate e disposti a premere il grilletto a qualunque minimo accenno di resistenza, questo poco ma sicuro, potevano bastare.
Quello stesso giorno, venerdì sociale, ero a cena con degli amici e paesani e tra questi c'era Paolo Dussich che vedevo indaffarato al telefono. Stava seguendo la vicenda di Riccardo Rigoni. Qualcuno gli disse, "ma ti dai tanto da fare perché è un veneto come te?" "Ma cosa c'entra questo?" Rispose. "Lo farei per qualunque connazionale!"
Riccardo Rigoni e la sua compagna si trovarono da un momento all'altro in mezzo alla strada con quello che avevano addosso. Il problema dell'alloggio lo riuscì a risolvere, comunque anche Agostino Citti aveva pronto eventualmente un bungalow per lui. Il giorno dopo Ennio Marchetti si interessò alla vicenda e indirizzò il Rigoni da un avvocato di sua conoscenza.
La comunità funziona evidentemente e anche la solidarietà tra connazionali. Speriamo che presto torni a funzionare anche l'ambasciata!
Riccardo Rigoni viveva in quella casa da otto anni insieme alla sua compagna. Era stato incaricato dal summenzionato principe Furstenberg e il Rigoni dopo aver firmato con lui due contratti era venuto a sistemarsi a Las Terrenas per seguire la ristrutturazione di una piccola casa di proprietà del banchiere inserita in una residenza privata. Dopo otto anni il risultato del suo lavoro si presenta del tutto positivo e nonostante le molte difficoltà e il grande lavoro per eseguire le migliorie e la manutenzione ordinaria del giardino, della piscina ecc., la residenza è diventata una casa vacanza. A un certo punto ci sono state delle incomprensioni, a detta del Rigoni cercate di proposito, e senza seguire le normali procedure di legge per fare a meno della sua opera e quindi per non farsi carico delle sue spettanze è stato deciso di cacciarlo con la forza a mano armata ed è stato messo sulla strada. Certamente un grande risparmio per il plurimiliardario principe!
Oltre ai contratti con il Furstenberg ci sono anche versamenti mensili che lo stesso ha eseguito durante tutto questo tempo dal suo personale conto corrente a favore del Rigoni.
Tutte le pertinenze del Rigoni e della compagna sono rimaste nella dimora abbandonata e a distanza di oltre un mese non è riuscito a riaverle, nemmeno dopo essersi recato con un messo del tribunale. Certo questo rifiuto di fare entrare il Rigoni nella casa dove abitava è stato verbalizzato… Per quel che serve! "Contro la forza, la ragion non vale".
Riccardo non pensava che questo signore, si fa per dire, il Furstenberg, fosse capace di tanta infamia. Nel frattempo ha avviato due procedimenti, uno penale e due civili. Ma i processi qui per gli stranieri sono come le sabbie mobili, non se ne viene mai fuori, anzi sì, se ne viene fuori spolpati dalle spese legali. Ci guadagnano gli avvocati e solo loro.
Ci sono state delle vittime? Certo! Quattro cani, un pappagallo e una ventina di cocorite sicuramente lasciati tutti morire senza pietà e buttati nei sacchi della spazzatura.
L'importante è che il plurimiliardario abbia risparmiato qualche soldo, in fondo cosa vuoi che sia: per avere le prestazioni della polizia e delle autorità in genere un suo bigliettino da visita basta e avanza.
Sostiene Ennio Marchetti in un suo articolo che "la morale di questa vicenda è che occorre guardare più lontano della realtà quotidiana e prevedere quello che può succedere in futuro e specie nel caso di chi qui ci vive da più anni e sa come funzionano queste cose."
Una storia di ordinaria ingiustizia…