Una vicenda dove c’è anche un principe
e non un principe povero. Il fatto è avvenuto il venerdì 7 luglio scorso e la
notizia è stata pubblicata recentemente sul giornale La Tribuna di Treviso
nella cronaca di Conegliano, la città dalla quale l’italiano Riccardo Rigoni proviene.
Sono situazioni che capitano qui più spesso di quel che si pensa perché checché
si dica siamo in un paese del terzo
mondo dove la giustizia è un po' una chimera.
Fino ad ora ero più che convinto
che la legge proteggesse gli inquilini o comunque chi abita in una casa da otto
anni in forza di un rapporto dove c'entra anche un'attività di custodia o di
manutenzione. Per fare uno sfratto bisogna seguire un iter legale. Allontanare
un inquilino con la minaccia è una cosa che non sta né in cielo né in terra. Nemmeno
in RD che spesso ricorda il far west per certi fatti come questo. Si viene
arrestati subito.
Certo poi le cose cambiano a
seconda della capacità economica delle parti e da quel lato la situazione di
Sebastiano Egon Furstenberg, principe plurimiliardario appartenente tra l'altro
alla famiglia Agnelli e presidente e azionista della banca Ifis da lui stesso
fondata a Genova nel 1983, quindi proprietario…
Stando così le cose mi sarei anche
aspettato uno sfratto con l'intervento delle forze armata, ma dei poliziotti
con le armi puntate e disposti a premere il grilletto a qualunque minimo
accenno di resistenza, questo poco ma sicuro, potevano bastare.
Quello stesso giorno, venerdì
sociale, ero a cena con degli amici e paesani e tra questi c'era Paolo Dussich
che vedevo indaffarato al telefono. Stava seguendo la vicenda di Riccardo
Rigoni. Qualcuno gli disse, "ma ti dai tanto da fare perché è un veneto
come te?" "Ma cosa c'entra questo?" Rispose. "Lo farei per
qualunque connazionale!"
Riccardo Rigoni e la sua compagna
si trovarono da un momento all'altro in mezzo alla strada con quello che
avevano addosso. Il problema dell'alloggio lo riuscì a risolvere, comunque
anche Agostino Citti aveva pronto eventualmente un bungalow per lui. Il giorno
dopo Ennio Marchetti si interessò alla vicenda e indirizzò il Rigoni da un
avvocato di sua conoscenza.
La comunità funziona evidentemente
e anche la solidarietà tra connazionali. Speriamo che presto torni a funzionare
anche l'ambasciata!
Riccardo Rigoni viveva in quella
casa da otto anni insieme alla sua compagna. Era stato incaricato dal
summenzionato principe Furstenberg e il Rigoni dopo aver firmato con lui due contratti
era venuto a sistemarsi a Las Terrenas per seguire la ristrutturazione di una
piccola casa di proprietà del banchiere inserita in una residenza privata. Dopo
otto anni il risultato del suo lavoro si presenta del tutto positivo e
nonostante le molte difficoltà e il
grande lavoro per eseguire le migliorie e la manutenzione ordinaria del
giardino, della piscina ecc., la residenza è diventata una casa vacanza. A un
certo punto ci sono state delle incomprensioni, a detta del Rigoni cercate di
proposito, e senza seguire le normali procedure di legge per fare a meno della
sua opera e quindi per non farsi carico delle sue spettanze è stato deciso di
cacciarlo con la forza a mano armata ed è stato messo sulla strada. Certamente
un grande risparmio per il plurimiliardario principe!
Oltre ai contratti con il
Furstenberg ci sono anche versamenti mensili che lo stesso ha eseguito durante
tutto questo tempo dal suo personale conto corrente a favore del Rigoni.
Tutte le pertinenze del Rigoni e
della compagna sono rimaste nella dimora abbandonata e a distanza di oltre un
mese non è riuscito a riaverle, nemmeno dopo essersi recato con un messo del
tribunale. Certo questo rifiuto di fare entrare il Rigoni nella casa dove
abitava è stato verbalizzato… Per quel che serve! "Contro la forza, la
ragion non vale".
Riccardo non pensava che questo
signore, si fa per dire, il Furstenberg, fosse capace di tanta infamia. Nel
frattempo ha avviato due procedimenti, uno penale e due civili. Ma i processi
qui per gli stranieri sono come le sabbie mobili, non se ne viene mai fuori,
anzi sì, se ne viene fuori spolpati dalle spese legali. Ci guadagnano gli
avvocati e solo loro.
Ci sono state delle vittime? Certo!
Quattro cani, un pappagallo e una ventina di cocorite sicuramente lasciati
tutti morire senza pietà e buttati nei sacchi della spazzatura.
L'importante è che il
plurimiliardario abbia risparmiato qualche soldo, in fondo cosa vuoi che sia:
per avere le prestazioni della polizia e delle autorità in genere un suo
bigliettino da visita basta e avanza.
Sostiene Ennio Marchetti in un suo
articolo che "la morale di questa vicenda è che occorre guardare più
lontano della realtà quotidiana e prevedere quello che può succedere in futuro
e specie nel caso di chi qui ci vive da più anni e sa come funzionano queste
cose."
Una storia di ordinaria ingiustizia…