Scrive un connazionale:
«Vi trasmetto la mia esperienza.
A luglio 2016 e nata mia figlia.
Ho cominciato subito a fare i documenti per la iscrizione all'AIRE.
Preso appuntamento con il consolato onorario italiano mi ricevono dopo una settimana e consegno tutta la documentazione. Siamo a fine di ottobre 2016.
Novembre, dicembre, a gennaio invio varie e-mail al consolato e all'ambasciata di Panama.
Il consolato gentilmente risponde che devo interpellare Panama che non risponde.
L altra mia figlia che vive in Italia si reca in comune e gli dicono che non hanno ricevuto nulla.
Sembra che per risolvere la pratica l'ambasciata debba solo inviare un'e-mail certificata.
A questo punto mando un'e-mail non più gentile all'ambasciata di Panama e dopo due giorni, il 17 /03/17 mi inviano finalmente la copia dell'e-mail datata 16/03/17.
A questo punto prendo appuntamento per presentare la documentazione per il rilascio del passaporto di mia figlia.
Il 28 /03/17 vengo accolto da una gentilissima signora che constata la completezza della documentazione.
Le chiedo se mi consiglia, dovendo andare in Italia in Agosto, di richiedere un visto per la bambina e mi risponde di non preoccuparmi perche al limite l'ambasciata mi rilascerà un documento provvisorio per viaggiare.
Tranquillizzato mi reco all'ufficio visti per chiedere informazioni riguardo alla mia compagna.
Spiego la situazione della mia compagna, madre di una cittadina italiana, e mi danno una lunga lista di documenti da presentare e mi avvertono che non posso richiedere il visto prima di 90 giorni dalla partenza, certificata da prenotazione del biglietti aereo.
Detto fatto chiedo appuntamento online, pago la tariffa VIP per accelerare i tempi e ci presentiamo all'ufficio il giorno designato.
La funzionaria ci dice che tutta la documentazione è inutile, che essendo la mia compagna madre di una cittadina italiana deve solo presentare un certificato di nascita della bambina che attesta la paternità italiana.
Ritorniamo dopo alcuni giorni e la stessa persona verificato che tutto era a posto ritira il passaporto della mia compagna e ci dà appuntamento per il 01/08/17.
Bene tutto in ordine. A questo punto confermo le prenotazioni aereo, vettura, vari hotel, organizzo il mio lavoro chiamo la mia famiglia per fare in modo di riunirci tutti.
Fiducioso, verso fine giugno invio un'e-mail all'ambasciata italiana di Santo Domingo, chiedendo informazioni sulla pratica.
Mi rispondono con una circolare generica sugli orari di apertura e sui documenti da presentare.
Rispedisco l'e-mail, spiegando che già avevo presentato tutta la documentazione a marzo e che avevo fatto i biglietti d'aereo e le prenotazioni varie.
QUESTA VOLTA MI RISPONDONO. MI CONSIGLIANO DI FARE UN VISTO IN QUANTO I PASSAPORTI NON LI CONSEGNANO PER DATA RICHIESTA, MA PER URGENZA.
Ho pensato che una risposta simile me l'avesse inviata un impiegato maleducato e decido di recarmi personalmente in ambasciata.
Sono stato ricevuto da un gentilissimo Dott. Spadavecchia che mi ha spiegato la grave situazione di arretrato in cui versa l'ambasciata, ma, sentiti i miei motivi, mi ha assicurato la consegna del passaporto in tempi utili.
Tranquillizzato ritorno a casa e invio due e-mail, una alla segreteria dell'ambasciata con gli estremi della pratica, l'altra personale al Dott. Spadavecchia per ringraziarlo dell'accoglienza.
Dopo una decina di giorni invio un'e-mail per sapere qualcosa. Nessuna risposta. Chiamo e mi risponde un impiegato. Prende nota di tutte le notizie e mi dice che mi farà sapere.
Da allora ho spedito numerose e-mail senza risposta, decine di telefonate senza risposta.
Ritorniamo al visto. Il 01/08/17, data di consegna. Ad oggi (10 agosto) non si sa nulla.
Passaporto ...Spadavecchia .. .non si preoccupi ...nessuna risposta!
Ho 67 anni , un infarto a 62 , questa situazione di stress mi sta procurando seri danni ma, convinto di avere dei diritti che non possono essere calpestati lunedì (domani) inizierò uno sciopero della fame davanti l'ambasciata fino a quando non mi consegneranno il dovuto.»
A luglio 2016 e nata mia figlia.
Ho cominciato subito a fare i documenti per la iscrizione all'AIRE.
Preso appuntamento con il consolato onorario italiano mi ricevono dopo una settimana e consegno tutta la documentazione. Siamo a fine di ottobre 2016.
Novembre, dicembre, a gennaio invio varie e-mail al consolato e all'ambasciata di Panama.
Il consolato gentilmente risponde che devo interpellare Panama che non risponde.
L altra mia figlia che vive in Italia si reca in comune e gli dicono che non hanno ricevuto nulla.
Sembra che per risolvere la pratica l'ambasciata debba solo inviare un'e-mail certificata.
A questo punto mando un'e-mail non più gentile all'ambasciata di Panama e dopo due giorni, il 17 /03/17 mi inviano finalmente la copia dell'e-mail datata 16/03/17.
A questo punto prendo appuntamento per presentare la documentazione per il rilascio del passaporto di mia figlia.
Il 28 /03/17 vengo accolto da una gentilissima signora che constata la completezza della documentazione.
Le chiedo se mi consiglia, dovendo andare in Italia in Agosto, di richiedere un visto per la bambina e mi risponde di non preoccuparmi perche al limite l'ambasciata mi rilascerà un documento provvisorio per viaggiare.
Tranquillizzato mi reco all'ufficio visti per chiedere informazioni riguardo alla mia compagna.
Spiego la situazione della mia compagna, madre di una cittadina italiana, e mi danno una lunga lista di documenti da presentare e mi avvertono che non posso richiedere il visto prima di 90 giorni dalla partenza, certificata da prenotazione del biglietti aereo.
Detto fatto chiedo appuntamento online, pago la tariffa VIP per accelerare i tempi e ci presentiamo all'ufficio il giorno designato.
La funzionaria ci dice che tutta la documentazione è inutile, che essendo la mia compagna madre di una cittadina italiana deve solo presentare un certificato di nascita della bambina che attesta la paternità italiana.
Ritorniamo dopo alcuni giorni e la stessa persona verificato che tutto era a posto ritira il passaporto della mia compagna e ci dà appuntamento per il 01/08/17.
Bene tutto in ordine. A questo punto confermo le prenotazioni aereo, vettura, vari hotel, organizzo il mio lavoro chiamo la mia famiglia per fare in modo di riunirci tutti.
Fiducioso, verso fine giugno invio un'e-mail all'ambasciata italiana di Santo Domingo, chiedendo informazioni sulla pratica.
Mi rispondono con una circolare generica sugli orari di apertura e sui documenti da presentare.
Rispedisco l'e-mail, spiegando che già avevo presentato tutta la documentazione a marzo e che avevo fatto i biglietti d'aereo e le prenotazioni varie.
QUESTA VOLTA MI RISPONDONO. MI CONSIGLIANO DI FARE UN VISTO IN QUANTO I PASSAPORTI NON LI CONSEGNANO PER DATA RICHIESTA, MA PER URGENZA.
Ho pensato che una risposta simile me l'avesse inviata un impiegato maleducato e decido di recarmi personalmente in ambasciata.
Sono stato ricevuto da un gentilissimo Dott. Spadavecchia che mi ha spiegato la grave situazione di arretrato in cui versa l'ambasciata, ma, sentiti i miei motivi, mi ha assicurato la consegna del passaporto in tempi utili.
Tranquillizzato ritorno a casa e invio due e-mail, una alla segreteria dell'ambasciata con gli estremi della pratica, l'altra personale al Dott. Spadavecchia per ringraziarlo dell'accoglienza.
Dopo una decina di giorni invio un'e-mail per sapere qualcosa. Nessuna risposta. Chiamo e mi risponde un impiegato. Prende nota di tutte le notizie e mi dice che mi farà sapere.
Da allora ho spedito numerose e-mail senza risposta, decine di telefonate senza risposta.
Ritorniamo al visto. Il 01/08/17, data di consegna. Ad oggi (10 agosto) non si sa nulla.
Passaporto ...Spadavecchia .. .non si preoccupi ...nessuna risposta!
Ho 67 anni , un infarto a 62 , questa situazione di stress mi sta procurando seri danni ma, convinto di avere dei diritti che non possono essere calpestati lunedì (domani) inizierò uno sciopero della fame davanti l'ambasciata fino a quando non mi consegneranno il dovuto.»