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mercoledì 9 agosto 2017

Pratiche consolari: stiamo peggio di prima, qualcuno rimpiange l'ambasciata di Panama e il Consolato onorario. Ce li vogliono far rimpiangere? Ma sotto le forche caudine passano i vinti e non i vincitori!





«Le nostre "autorità" dovevano sapere che in RD avrebbero trovato arretrati da smaltire, dopo due anni di chiusura di un'ambasciata alla quale fanno riferimento 10.000 italiani, ufficialmente, e altri 30-40 mila ufficiosamente. Quindi, se al ministero degli esteri avessero avuto riguardo agli italiani in RD, e un minimo di professionalità e lungimiranza, avrebbero dovuto iniziare a lavorare con un organico sovradimensionato per smaltire gli arretrati, fino alla normalizzazione della situazione. Invece hanno assurdamente fatto tutto il contrario, e questi sono i risultati. È semplicemente inammissibile. Un'iscrizione all'AIRE non può aver tempi di sei o sette mesi, quando per legge si deve farla dopo tre mesi. E un passaporto non può essere rilasciato dopo otto mesi, non è possibile pianificare un viaggio o un impegno. Tutto questo deve finire al più presto, altrimenti era meglio tenere chiusa l'ambasciata, con Panama e i consoli onorari i tempi di esecuzione delle pratiche erano minori. Una situazione kafkiana.» Sono parole di commento di un connazionale a un post del blog.
Probabilmente l'intenzione è proprio quella di farci rimpiangere l'ambasciata di Panama e il Consolato Onorario. Si tratta del solito pressapochismo intenzionale dell'attuale vice-ministro degli Esteri, a noi noto sin dai tempi in cui era sottosegretario, quando volle fortemente la chiusura della nostra ambasciata per presunti motivi di spending review.
Con il senno di poi, questo piccolo e calvo signore, romano doc, ci fa sorridere quando ricordiamo le sue promesse di un fantomatico consolato Laptop, quando ci definiva una comunità fortunata, all'avanguardia, perché investita di un ruolo pilota nell'implementazione di una visione moderna di consolato. Ci fa sorridere quando lo ricordiamo esultare per il grande risparmio ottenuto con la chiusura della nostra ambasciata: 300.000 euro in due anni per minori spese del personale, valutate ovviamente male, mentre lo vediamo elargire miliardi di euro ai paesi del terzo mondo anche a quelli più corrotti.
L'ho definito una macchietta e qualcuno se n'è risentito. Famosa la frase di commento dell'ora vice-ministro al provvedimento di riapertura della nostra ambasciata: "la comunità italiana di Santo Domingo ha sollevato un polverone per avere la sua ambasciata riaperta". E ora che ce l'abbiamo riaperta, non sappiamo cosa farcene. Cattivello il catto-comunista Mario Giro…
Eppure di recente si è tolto finalmente la maschera e ha fatto capire a tutti quanto conta e ha sempre contato all'interno del governo italiano sin dal suo insediamento alla Farnesina nel 2011, pur vantando soltanto la benedizione di Mario Monti e nient'altro. E ti pare poco!
Ha preso, come semplice viceministro degli esteri e scavalcando quindi Angelino Alfano, una posizione contraria a quella del premier Paolo Gentiloni e del ministro degli interni Marco Minniti. La nostra vecchia conoscenza ha dichiarato infatti: "Le nostre navi continueranno a raccogliere i migranti. Sarebbe auspicabile anche quelli ospitati da imbarcazioni bloccate dalla Guardia costiera  libica, quando le nostre imbarcazioni siano in condizioni di poterlo fare. Perché riportarli in Libia, in questo momento, vuol dire riportarli all'inferno." Quindi il soldato della Comunità di Sant'Egidio, che all'interno della Farnesina dal 2011 non fa che smantellare la rete diplomatica, chiudendo sedi, regalando beni mobili e vendendo beni immobili, esternalizzando a società offshore i servizi consolari e riducendo all'osso l'organico delle sedi diplomatiche esistenti, ha un cuore d'oro! L'artefice della chiusura della nostra ambasciate è molto sensibile alla sicurezza degli immigrati illegali e, da buon cane da guardia degli interessi dei poteri forti, mostra i denti a chiunque intenda fermare l'invasione africana, anche allo stesso premier e al ministro degli interni.
Se siamo destinati a subire umiliazioni ora come comunità per esserci ribellati a suo tempo alla chiusura della nostra ambasciate e per aver sollevato tanto polverone da ottenerne la riapertura, Mario Giro, l'ex sottosegretario buonista, ai nostri occhi invece un vero e proprio aguzzino, deve sapere che sotto le forche caudine passano i vinti e non i vincitori!