«Le nostre "autorità"
dovevano sapere che in RD avrebbero trovato arretrati da smaltire, dopo due
anni di chiusura di un'ambasciata alla quale fanno riferimento 10.000 italiani,
ufficialmente, e altri 30-40 mila ufficiosamente. Quindi, se al ministero degli
esteri avessero avuto riguardo agli italiani in RD, e un minimo di
professionalità e lungimiranza, avrebbero dovuto iniziare a lavorare con un
organico sovradimensionato per smaltire gli arretrati, fino alla
normalizzazione della situazione. Invece hanno assurdamente fatto tutto il
contrario, e questi sono i risultati. È semplicemente inammissibile.
Un'iscrizione all'AIRE non può aver tempi di sei o sette mesi, quando per legge
si deve farla dopo tre mesi. E un passaporto non può essere rilasciato dopo
otto mesi, non è possibile pianificare un viaggio o un impegno. Tutto questo
deve finire al più presto, altrimenti era meglio tenere chiusa l'ambasciata,
con Panama e i consoli onorari i tempi di esecuzione delle pratiche erano
minori. Una situazione kafkiana.»
Sono parole di commento di un connazionale a un post del blog.
Probabilmente l'intenzione è
proprio quella di farci rimpiangere l'ambasciata di Panama e il Consolato
Onorario. Si tratta del solito pressapochismo intenzionale dell'attuale vice-ministro
degli Esteri, a noi noto sin dai tempi in cui era sottosegretario, quando volle
fortemente la chiusura della nostra ambasciata per presunti motivi di spending
review.
Con il senno di poi, questo
piccolo e calvo signore, romano doc, ci fa sorridere quando ricordiamo le sue
promesse di un fantomatico consolato Laptop, quando ci definiva una comunità
fortunata, all'avanguardia, perché investita di un ruolo pilota
nell'implementazione di una visione moderna di consolato. Ci fa sorridere
quando lo ricordiamo esultare per il grande risparmio ottenuto con la chiusura
della nostra ambasciata: 300.000 euro in due anni per minori spese del
personale, valutate ovviamente male, mentre lo vediamo elargire miliardi di
euro ai paesi del terzo mondo anche a quelli più corrotti.
L'ho definito una macchietta e
qualcuno se n'è risentito. Famosa la frase di commento dell'ora vice-ministro
al provvedimento di riapertura della nostra ambasciata: "la comunità
italiana di Santo Domingo ha sollevato un polverone per avere la sua ambasciata
riaperta". E ora che ce l'abbiamo riaperta, non sappiamo cosa farcene.
Cattivello il catto-comunista Mario Giro…
Eppure di recente si è tolto
finalmente la maschera e ha fatto capire a tutti quanto conta e ha sempre
contato all'interno del governo italiano sin dal suo insediamento alla
Farnesina nel 2011, pur vantando soltanto la benedizione di Mario Monti e
nient'altro. E ti pare poco!
Ha preso, come semplice
viceministro degli esteri e scavalcando quindi Angelino Alfano, una posizione
contraria a quella del premier Paolo Gentiloni e del ministro degli interni
Marco Minniti. La nostra vecchia conoscenza ha dichiarato infatti: "Le
nostre navi continueranno a raccogliere i migranti. Sarebbe auspicabile anche
quelli ospitati da imbarcazioni bloccate dalla Guardia costiera libica, quando le nostre imbarcazioni siano
in condizioni di poterlo fare. Perché riportarli in Libia, in questo momento,
vuol dire riportarli all'inferno." Quindi il soldato della Comunità di
Sant'Egidio, che all'interno della Farnesina dal 2011 non fa che smantellare la
rete diplomatica, chiudendo sedi, regalando beni mobili e vendendo beni
immobili, esternalizzando a società offshore i servizi consolari e riducendo
all'osso l'organico delle sedi diplomatiche esistenti, ha un cuore d'oro! L'artefice
della chiusura della nostra ambasciate è molto sensibile alla sicurezza degli
immigrati illegali e, da buon cane da guardia degli interessi dei poteri forti,
mostra i denti a chiunque intenda fermare l'invasione africana, anche allo
stesso premier e al ministro degli interni.
Se siamo destinati a subire
umiliazioni ora come comunità per esserci ribellati a suo tempo alla chiusura
della nostra ambasciate e per aver sollevato tanto polverone da ottenerne la
riapertura, Mario Giro, l'ex sottosegretario buonista, ai nostri occhi invece
un vero e proprio aguzzino, deve sapere che sotto le forche caudine passano i
vinti e non i vincitori!