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venerdì 11 agosto 2017

L’autoesilio in massa dei venezuelani: una vicenda che interessa anche la nostra comunità italiana di Santo Domingo.

Guidati da un oriundo chiedono al governo dominicano che agevoli la loro regolarizzazione migratoria
I venezuelani nella Repubblica Dominicana sono diventati la seconda comunità straniera più numerosa. Tanti di loro sono oriundi italiani alla ricerca del riconoscimento della loro cittadinanza o del rilascio del passaporto per aspirare a destinazioni migliori.
Un oriundo Raniero Cassoni a nome di un gruppo di immigrati venezuelani ha chiesto lunedì scorso in una conferenza stampa al governo dominicano di valutare alternative per legalizzare la situazione migratoria di migliaia di cittadini del loro Paese.
Hanno affermato che l’insicurezza, la crisi alimentare, la crisi sanitaria, economica e politica del Venezuela li qualificano per avere lo status di rifugiati secondo quanto stabilito dallo statuto della Convenzione di Ginevra.
L’italo-venezuelano ha detto che stanno cercando di organizzare la popolazione venezuelana in RD e che a tale scopo hanno bisogno che i funzionari dominicani accolgano le loro richieste.
Circa 19 mila venezuelani sono emigrati verso la Repubblica Dominicana da quando è iniziata la crisi economica politica e sociale di questo paese d’accordo alle stime effettuate dalla Banca Mondiale. Negli ultimi mesi tanti di loro sono stati rispediti in patria direttamente dall’aeroporto di arrivo e tanti altri sono stati deportati una volta accertato il loro status irregolare.
Raniero Cassoni sostiene che: “La maggior parte dei venezuelani arrivati in RD desiderano partecipare allo sviluppo di questa bellissima terra. Fate affidamento su questo nostro impegno di essere una comunità creativa e intraprendente che lotta con voi ogni giorno affinché la Repubblica Dominicana sia un paese migliore”.
In una conferenza stampa, una rappresentanza della diaspora venezuelana ha segnalato che i venezuelani sono diventati la seconda comunità di immigrati più numerosa del paese per cui hanno chiesto allo stato dominicano di cercare alternative fattibili, realistiche e solidali per gli immigrati venezuelani.
L’italo-venezuelano sostiene ancora: “Abbiamo abbandonato il Venezuela in massa e non siamo un paese con tradizione di emigranti. La crisi alimentare e gli alti livelli di scarsità di alimenti che superano l’80%, la crisi sanitaria con 8 medicine ogni 10 che non si trovano sul mercato hanno inciso nell’incremento della mortalità infantile del 30% e materna del 69% con un’inflazione del 700% e un salario minimo che rappresenta appena il 20% del paniere basico”.
Fanno pressione sul governo dominicano e sicuramente anche sulla nostra sede diplomatica, quelli che ne hanno diritto ovviamente. Se si fossero recati a Cuba avrebbero avuto migliore fortuna per quel che riguarda i servizi consolari perché Cuba nella sua sede diplomatica con 4.000 iscritti AIRE ha di gran lunga più personale della Colombia con oltre 22.000. Questo perché Cuba è sotto la protezione della Comunità di Sant’Egidio e quindi del viceministro Mario Giro, nostro acerrimo nemico.

Certo, se fuggono da Maduro non possono andare a finire a Cuba, sarebbe come cadere direttamente dalla padella alla brace! Comunque una cosa è certa: la Farnesina non ama questo tipo di rifugiati, li preferisce di colore e mussulmani e poi gli Stati Uniti hanno protestato: “Come mai tanti sudamericani con il passaporto italiano? Datevi una regolata!” Tanto è bastato perché la nostra ambasciata si inceppasse, ormai va a rilento, violando i sacrosanti diritti dei cittadini italiani ai quali dovrebbe erogare i servizi consolari e non si tratta solo di violazioni della legge e della costituzione italiana, ma anche dei diritti umani e a questo riguardo mi riferisco in particolare alla mancata erogazione di fatto del passaporto ai cittadini che lo richiedono, che vengono così privati del documento di viaggio e di identificazione più importante.