Dopo qualche giorno di entrata in vigore del servizio Prenota
Online, la nostra ambasciata ha affisso alla bacheca esterna di via Objío
alcune precisazioni che dovrebbero fornire delle ulteriori delucidazioni a una
procedura che per la verità risulta ancora alquanto nebulosa. Innanzitutto non
è chiaro perché si debba ricevere il pubblico soltanto sei ore la settimana.
Un servizio dovrebbe adeguarsi alla rispettiva domanda e
dovrebbe essere erogato nei tempi richiesti o altrimenti in tempi ragionevoli. Il
prestatore del servizio, l’ambasciata, invece, si adegua soltanto alle esigenze
discrezionali del suo organico. Come si fa con 40 ore di lavoro settimanali
normali per chiunque eserciti un’attività lavorativa a ricevere il pubblico
soltanto 6 ore? Mancano le risorse? Questo non sembra il problema perché sono
stati elargiti nel 2016 200 milioni di euro ai paesi africani per motivarli a
tenere i loro cittadini a casa, ovviamente con esito negativo, mentre 400
milioni di euro sono stati buttati via per la pace nel mondo, altro obiettivo
mancato, e 900 milioni di euro sono andati a finire ai paesi in via di sviluppo,
si fa per dire, perché nell’elenco dei beneficiari ci sono paesi talmente
corrotti che si può solo dubitare che i fondi siano giunti a destinazione. Soldi
del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, sia ben
chiaro!
Si vuole invece evidentemente creare una situazione di
disagio, un punto fermo della strategia anti-italiana dei burocrati neoliberali
e catto-comunisti della Farnesina. Dalla fase di smantellamento vero e proprio
siamo passati alla fase di chiusura a riccio, di arroccamento delle sedi
diplomatiche. L’ambasciata appare ai connazionali come una fortezza
inaccessibile. Il servizio è diventato un vero e proprio disservizio. Praticamente
l’accesso al disbrigo di pratiche consolari è irraggiungibile. Mesi e mesi per
avere un’iscrizione all’AIRE, una semplice, banale iscrizione all’AIRE che si
poteva fare online a Panama, ora invece bisogna recarsi allo sportello dopo
aver prenotato un appuntamento e siamo già praticamente al 2018. Entro 90
giorni impone la legge di recarsi al consolato a richiedere l’iscrizione AIRE
se si intende rimanere nel paese estero, un diritto e un dovere del cittadino!
E come si fa?
Sappiamo che la Farnesina è gestita alla garibaldina, in
barba a leggi, regole e interessi della comunità italiana all’estero. Forti
dubbi potrebbero anche emergere relativamente all’onestà dei burocrati che vi
operano, anche perché si tratta di un settore extraterritoriale e quindi al di
fuori del controllo della magistratura e della guardia di finanza. Si
elargiscono fondi a paesi corrotti, si vendono beni demaniali, si privatizzano
servizi a società off-shore, ma non basta, bisogna anche rendere la vita
difficile agli italiani residenti all’estero!
L’ambasciata non guarda in faccia a nessuno! Sarà poi vero?
I teutonici al confronto sono dei bonaccioni. Efficienza nel non fare, nel non
dare, nell’essere inflessibili, ma non nel lavorare, certo questo no! Chi ha un
appuntamento non si azzardi nemmeno a volerlo cambiare, malattie, lutti
familiari, imprevisti gravi… nulla di fatto! Bisogna fare un’altra prenotazione
e attendere altri sei o sette mesi. Una chiusura totale al dialogo.
Evidentemente il connazionale disturba, e il personale di
ruolo in forza con stipendi di oltre 100.000 euro l’anno vuole stare tranquillo,
senza ansie o patemi d’animo, quelli li lasciano agli italiani residenti sul
posto. Figuriamoci! È come se alla bacheca affiggessero anche un cartello con
la scritta “Non Disturbare”.
Urgenza? Mandate un’e-mail o spedite per posta i motivi dell’urgenza.
Il tutto sarà esaminato e se verrà riconosciuta l’urgenza il connazionale verrà
contattato, altrimenti nisba, si cestina il tutto e non si risponde nemmeno al
povero diavolo che non saprà mai se la sua lettera è stata ricevuta, aperta e
letta da qualcuno e non avrà nemmeno mai la possibilità di controbattere.
Una sola nota positiva a metà, che però si annulla immediatamente
da sola. Gli ultrasessantacinquenni “over 65” sono esonerati dalla prenotazione
obbligatoria. Possono presentarsi direttamente allo sportello con la
documentazione necessaria per le pratiche da sbrigare. Ma se con una mano ti
danno con l’altra ti levano. Infatti, la condizione “sine qua non” è che l’over
65 abbia “difficoltà nell’uso dei sistemi di comunicazione elettronica”. E quale
ultrasessantacinquenne non ha difficoltà nell’uso dei sistemi di comunicazione
elettronica? Non appartengono mica alla generazione dei “nativi digitali”? È
previsto forse un esame dell’attitudine informatica di questi anziani? O forse
il solo fatto che abbiano un account di Facebook li esclude dall’esonerazione? Si
tratta poi di non oltre un centinaio di persone e molti di loro potrebbero non
sopravvivere alle enormi difficoltà create dal Servizio (Disservizio) Prenota
Online.