Sono parole del cav. Angelo Viro,
vicepresidente della Casa de Italia, membro del Comites Panama e imprenditore
di successo, pronunciate in un'intervista rilasciata in Messico. L'esortazione alla
protesta è rivolta agli italo-messicani, ma vale perfettamente anche per noi,
italiani residenti a Santo Domingo.
"Penso che bisogna protestare. Innanzitutto
bisogna protestare perché spesso ci abituiamo a questo mal servizio. Ci
abituiamo ad essere trattati male, ad accettare che l’ambasciatore, il console siano
semidei. Sono semplicemente persone che vengono a lavorare. È inconcepibile che
un consolato apra soltanto due ore al giorno. E allora quello che si dovrebbe
fare è protestare. Il Comites, le associazioni che si trovano qui devono
protestare. Se tutti tacciono e non si fa la protesta questa non arriva a Roma.
Quando si protesta se sono presenti anche i parlamentari che l'appoggiano
meglio, ma io sono convinto che anche chi viene a lavorare viene a occuparsi
del servizio al pubblico. In due ore non si può ricevere nessuno. Non è
possibile che si facciano due ore di sportello e, dopo, altre sette, otto ore
di incartamenti burocratici. È inconcepibile e quindi protestate, protestate in
modo logico e chiaro. Noi ci siamo resi conto che dovevamo protestare per
ottenere certe cose, ma la protesta in fondo aiuta anche il consolato perché
non si sa realmente quanto personale ci sia, perché se hanno poco personale non
possono fare più di due ore, ma il consolato, l’ambasciata può anche prendere la
decisione di assumere personale locale in grado di svolgere le pratiche
burocratiche e di agilizzarle."
Il cav. Angelo Viro, ricordiamolo, è stato
uno dei promotori del ricorso al TAR contro il decreto di chiusura della nostra
ambasciata, accolto in primo grado e respinto dal Consiglio di Stato. Da queste
sentenze abbiamo appreso molte cose delle quali ci potremo avvalere sempre. Un
ricorso costoso pagato di tasca propria da parte dei promotori. Una
dimostrazione incontrovertibile di amore verso la patria, che poi si è
riconfermato in numerosi altri episodi, come ad esempio nei controlli eseguiti
personalmente dell'operato del consolato onorario e della società alla quale
sono stati esternalizzati i visti, sui quali si è sempre espresso senza peli sulla
lingua. Angelo Viro non ha peli sulla lingua, dice le cose come sono. Gli si
deve dare il merito di essersi battuto a tutto campo per la riapertura della
nostra ambasciata, senza mai perdere la speranza. Ha conservato gelosamente la
bandiera italiana dell'ambasciata chiusa a fine 2014 e l'abbiamo visto
riconsegnarla al capo missione quando il 2 febbraio del corrente anno questa è
stata riaperta. Le sue parole sono state commoventi. Un esempio da seguire, un
punto di riferimento per tutti noi al di là delle idee politiche, perché è ora
che capiamo che la sovranità non è in mano a chi ha il potere, ma a chi
protesta, e quando una comunità, un popolo protesta "in modo logico e
chiaro" non c'è governo e burocrate che tenga.
La protesta quindi secondo me è fondamentale e prescinde dalla politica e addirittura
dall'appoggio di qualche politico. La protesta è sovrana, deve essere
dirompente senza smettere mai di essere logica e chiara. Su questo la nostra
comunità deve avere le idee chiare. Al di là del risultato elettorale delle
prossime elezioni, dobbiamo imparare a protestare a tutto campo.
Invito quindi i connazionali residenti
nella Repubblica Dominicana all'informazione. Se vogliamo protestare abbiamo
già tantissima carne al fuoco, ma le vicende personali in questa situazione di
mal servizio consolare devono essere portate alla conoscenza dei connazionali
per arricchire l'esperienza di tutta la comunità.