Sono trascorsi già cinque mesi dal passaggio dell’uragano
Maria e il paese non si riprende. Il lento e maldestro processo di
ricostruzione, gli scandali, l’esodo di centinaia di migliaia di persone e l’abbandono
da parte degli Stati Uniti aumentano l’angoscia sulle prospettive future. Ci
sono ancora tanti posti dove dopo cinque mesi ancora la corrente elettrica non
è arrivata. Si sono rispolverati i lavapanni, le lavatrici ormai sono soltanto
un ingombro, l’aria condizionata, un lontano ricordo e i televisori, un lusso
che pochi si possono permettere. Da allora le notti sono più lunghe, i rioni
più scuri e i pochi generatori di corrente, un tesoro di famiglia.
La mancanza di corrente elettrica è soltanto una
delle conseguenze della violenza dell’uragano. Ci sono posti dove il tempo si è
fermato e il paesaggio è rimasto uguale. Le case senza tetto e le macerie di
centinaia di abitazioni distrutte testimoniano il passaggio della tormenta.
In altri posti per le attività più basiche della
vita di ogni giorno ci vogliono sforzi esagerati. La benzina è diventata un
bene tanto prezioso quanto l’acqua per chi ha il privilegio di possedere un
generatore e chi non ce l’ha deve passare i pomeriggi e le notti a combattere
contro milioni di zanzare ormai abituate alla tenue luce delle candele.
Una situazione che si ripete in quasi tutte le città
dell’isola. Anche a San Juan, la capitale, c’è ancora gente che dorme in tende
montate in campi di pallacanestro.
Da quando è passato l’uragano che ha devastato Porto
Rico, lo stato generale di abbandono sembra aver preso il sopravvento nel
paese, mentre il governo cerca di mantenere viva la speranza con lanci di
slogan pubblicitari come “Porto Rico si rialza”, il che non risponde al vero.
Gli indici di insicurezza si sono impennati, la disoccupazione aumenta, i negozi
chiudono, i servizi medici peggiorano, aumentano i problemi di salute mentale,
il 30% della popolazione è senza corrente elettrica, il 10% senza acqua e i
portoricani emigrano a centinaia di migliaia nella Florida.
Un vero e proprio disastro. A distanza di una
settimana sono passati due uragani in grado di provocare ingenti danni e tante
altre isole caraibiche sono rimaste devastate, senza un albero in piedi e con
le case scoperchiate.
Certo gli USA non sono stati tanto solerti nell’erogazione
degli aiuti necessari per rimediare ai danni di Porto Rico. I finanziamenti non
sono fluiti come hanno fatto invece verso il Texas o verso Miami.
Del resto Porto Rico non è uno dei 50 stati degli
USA. Ha, infatti, lo status di territorio libero associato.