Questa mattina nel duomo di Montichiari si sono
tenuti i funerali del connazionale ucciso alla fine del mese scorso in
circostanze ancora sotto il vaglio della polizia. Di solito i funerali si fanno
prima della cremazione e quindi a corpo presente. Ed è infatti la prima volta
che nel duomo di Montichiari si svolgono funerali sulle ceneri. Un’eccezione
ritenuta quindi giustificata dalla curia viste le circostanze del decesso e l’impatto
che questo ha avuto sulla cittadinanza e in particolare sui familiari.
Le indagini proseguono e ci sono già stati alcuni
colpi di scena, almeno due. In un primo tempo da fonti informate abbiamo
appreso che all’origine dell’omicidio c’era stata una reazione violenta da
parre di un giovane che è stato sorpreso rubando avocado. Era solito farlo e
questa volta invece di andarsene avrebbe colpito violentemente l’anziano
connazionale uccidendolo. Si parlava di botte in un primo tempo.
Il giovane è comparso sulla scena, confessando l’omicidio
e descrivendone lo svolgimento. Veniva confermata la storia degli avocado rivelata
subito dai fratelli Giuzzi alla stampa dopo la loro visita in ambasciata.
Invece ecco pronta una versione diversa, sostenuta dagli inquirenti: il padre
era seduto fuori casa, è stato assalito di sorpresa, lo hanno colpito all’orecchio
sinistro con un martello. Volevano solo ucciderlo. Un omicidio quindi su
commissione. Si indaga sull’ex moglie e sulla sua famiglia.
I fratelli Denny e Mirko Giuzzi si sono recati a
Batista nella provincia di San Juan dove il loro padre era vissuto per anni. Sono
stati scortati dalla polizia di San Juan per i circa 60 km di distanza, cinque
poliziotti armati. E a Batista li aspettavano altri quattro con le chiavi di
casa in mano.
Dopo aver preso degli oggetti da conservare come
ricordo, i fratelli Giuzzi sono stati condotti alla presenza del magistrato inquirente
che segue la vicenda, la procuratrice aggiunta di Las Matas de Farfan Beatriz Rosario
Familia, che ha posto ai fratelli delle domande e che li ha informati su ciò
che è successo veramente. Anche il generale di brigata Aquino Reynoso Robles si
è presentato per porgere le condoglianze ai fratelli.
Cinque poliziotti armati li hanno scortati per 60
km, quattro li stavano aspettando con le chiavi in mano nella casa di Vittorio,
un procuratore aggiunto li ha ricevuto, spiegando loro lo svolgimento del
delitto e la prosecuzione delle indagini e un generale di brigata si è
presentato per porgere loro le condoglianze…
Non c’è che dire, evidentemente ora che abbiamo un’ambasciata,
funziona tutto diversamente per noi. Il trattamento ricevuto da questi nostri
connazionali è a dir poco sorprendente e ci auguriamo che le cose continuino
così. In effetti i Giuzzi hanno più volte ringraziato il funzionario capo della
cancelleria consolare Giovanni Paolo Deruda che li ha assistiti nelle pratiche
consolari necessarie e che ha organizzato al meglio e in tutta sicurezza il
loro viaggio a Batista.
Gli interrogativi sulle indagini comunque sono tanti.
Ad esempio, quanto vale la terra del Giuzzi? Intendeva vendere anche altri immobili
che l’ex-moglie forse riteneva suoi? Di certo l’ex moglie era in
Italia il giorno dell’omicidio e quindi almeno lei ha un alibi di ferro! I
figli poi se è vero che hanno un passaporto italiano difficilmente li si potrà
vedere in quel profondo sud della Repubblica Dominicana e men che meno
aggirarsi per le desolate campagne.