Si sta indagando sull’ex moglie e sulla sua
famiglia. La svolta è dovuta ai motivi accertati del decesso. Il connazionale mentre
era seduto a casa sua è stato colpito dall’assassino, entrato furtivamente, all’orecchio
sinistro con un martello.
A quanto pare non è stata considerata attendibile la
confessione del giovane 22enne Nenen de la Paz Morillo. Né i mango né gli
avocado c’entrerebbero niente con l’omicidio.
Ora si pensa a un piano di eliminazione ordito a
tavolino per questioni ereditarie.
Il caso quindi non è chiuso, si continua a indagare.
Vittorio Giuzzi è stato colpito con un martello e non gli è stato rubato nulla.
Di fatto con il suo lavoro il connazionale era
riuscito a rendere la sua terra un fattore di reddito di tutto riguardo. Destinava
prodotti anche all’esportazione. Non si tratta di una terra generosa, c’è
abbondanza di sassi, essendo a ridosso della cordigliera centrale e il
dissodamento non deve essere stato per nulla facile. Tant’è che la gente del
posto lo derideva per il suo duro lavoro. Quando ogni difficoltà è stata
superata è sopraggiunta l’invidia. Ora Vittorio voleva vendere un po’ alla
volta la sua terra ciò che sarebbe riuscito a fare nei prossimi due anni.
Dopodiché sarebbe rientrato in Italia.
Il Giuzzi era giunto nella Repubblica Dominicana
dopo aver venduto tutto quanto aveva in Italia, insieme alla moglie dominicana
nel 2002. Ha anche riconosciuto come suoi i tre figli di lei. Ha costruito una
bella casa nel centro abitato, che dopo il divorzio ha abbandonato per andare a
vivere con il suo cane in una cascina caraibica in mezzo ai campi che
coltivava.
Il Giuzzi stava vendendo le sue proprietà e questo a
qualcuno a quanto pare non piaceva. C’era chi aspirava a diventare proprietario
delle sue terre?
L’ex moglie però era in Italia quando il
connazionale è stato ucciso ed è rientrata subito dopo, lo stesso giorno in cui
sono arrivati i figli Denny e Mirco.
Vittorio Giuzzi è stato cremato, i figli faranno il
viaggio di ritorno giovedì prossimo e i funerali si svolgeranno venerdì mattina
nel Duomo di Montichiari.
Da segnalare l’intervento in tutta questa vicenda del
capo della Cancelleria Consolare della nostra ambasciata, Giuseppe Paolo
Deruda, al quale i fratelli Giuzzi sono molto grati.