I respingimenti dalle cliniche private o i ritardi
nell’erogazione delle cure di emergenza per accertamenti sull’assicurazione del
paziente o sulla sua solvibilità sono all’ordine del giorno e rappresentano una
causa abbastanza frequente di morte, anche per i nostri connazionali.
Non tanto tempo fa mi è stato riferito che un connazionale
è deceduto mentre nell’ufficio amministrativo della clinica dove lo si voleva
ricoverare per un attacco cardio respiratorio si stava cercando di prendere
contatto con la sua assicurazione senza riuscirci perché nessuno rispondeva. In
questo caso il paziente era assicurato, ma la clinica prima di prestargli le
cure di emergenza voleva essere certa della validità dell’assicurazione e della
copertura dei trattamenti che era in procinto di effettuare.
Anch’io sono stato testimone di un caso analogo di
un mio amico colpito da infarto che entrato in clinica non ricevette alcuna
cura e morì nello stesso lettino a rotelle dove era stato sistemato all’arrivo
senza che gli si misurasse nemmeno la pressione.
Questa è una situazione che è salita negli ultimi
tempi alla ribalta della cronaca e oggi se ne parla nelle prime pagine dei
giornali. Qualche giorno fa infatti è deceduto a Puerto Plata un giornalista al
quale venne richiesta una garanzia economica come condizione per l’erogazione
delle prestazioni sanitarie di emergenza in una clinica privata e che morì come
conseguenza del mancato immediato intervento.
C’è anche un caso diffuso dai giornali in cui una
madre si è rivolta al pronto soccorso di una clinica per dei problemi di salute
di suo figlio di otto anni con seri disturbi respiratori e dolori allo stomaco e
che è stata respinta perché sprovvista della tessera di assicurazione che aveva
dimenticato a casa.
C’è un altro caso di ematosi grave sempre recente
per il cui trattamento di urgenza è stato richiesto il deposito di 300.000
pesos. Sono tante le situazioni verificatesi in diversi centri sanitari dove si
riscontrano i respingimenti o “rimbalzi”, il rifiuto del trattamento di
emergenza e la richiesta di pagamenti non dovuti, il tutto in violazione delle
leggi 42-01 General de Salud, 87-01Seguridad Social e di quanto stabilito dalla
costituzione dominicana.
Secondo il ministro della Sanità casi come quelli
enunciati sopra sono oggetto di indagini e vengono trasmessi alla Procura della
Repubblica. La legge General de Salud prevede la possibilità di applicare sanzioni
di dieci salari minimi, 50.000 pesos circa, “ma cosa sono dieci salari minimi
quando c’è stata di mezzo la vita di una persona”? Aggiunge il ministro.
Negli ospedali pubblici si riceve il trattamento, ma
è necessario fornire il materiale necessario. Lo abbiamo visto l’anno scorso
con l’intervento chirurgico all’ospedale pubblico Dario Contreras di riduzione
di diverse fratture del connazionale Carmelo Di Bella. È dovuta intervenire l’ambasciata
con un finanziamento a favore del Di Bella di circa 100.000 pesos.
Ricordiamo anche Vincenzo Salomone morto d’infarto
nell’Ospedale pubblico di Las Terrenas al quale si era rivolto dopo essersi
sentito male.
C’è poi il turista francese precipitato recentemente
dalle scale elettriche e ricoverato sempre nel Dario Contreras con fratture e
traumi. Sarebbe stato necessario procedere a una trasfusione di sangue in
quanto erano in corso delle emorragie interne. Questa evidentemente non è stata
effettuata e il paziente è deceduto.
Una cosa che può capitare a chiunque e che capita
anche a italiani turisti o residenti più frequentemente di quel che si pensa:
un banale incidente o malore può comportare la morte per il rifiuto di interventi
o per la lentezza del loro avvio a seguito di accertamenti sulla tessera
sanitaria o di richieste di copertura finanziaria a garanzia.