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mercoledì 7 febbraio 2018

Sono sicure le scale elettriche dell’AILA? Per il turista francese oltre al danno la beffa…



Oltre al danno la beffa. Questa è la situazione precisa del turista francese Maurois Alain Siounanda deceduto lunedì scorso a seguito di una caduta dal terzo piano in un incidente nella scala elettrica.
La scala elettrica e il suo eventuale corretto funzionamento sono passati in secondo piano mentre i media si sono focalizzati sul presunto stato di ebbrezza della vittima.
Le condanne al poveraccio non si sono fatte attendere, tipo: “Tanti incidenti di ogni genere non succederebbero se le persone fossero lucide invece che alterate da alcol o altre sostanza.”
E non è per solidarizzare con il turista francese, ma mi chiedo se per salire su una scala elettrica ci sia bisogno della massima lucidità e attenzione. E me lo chiedo come utente frequente dell’AILA come tanti altri membri della nostra comunità.
I bambini, le persone con handicap vari anche mentali, insomma tutti gli utenti senza eccezione possono accedere al servizio della scala mobile o è meglio che si facciano a piedi le rampe di una normalissima scala o che, se c’è, si prendano l’ascensore?
A parte che sinceramente non si capisce bene dove si sia impigliato questo zainetto, se nell’ingranaggio mobile o nel passamano. Di fatto si trattava della scala discendente e il turista vi era appena salito.

Come sia stato scaraventato dall’inizio del tragitto di discesa al pavimento dell’aeroporto tre piani sotto resta un mistero. Invece si sostiene che fosse ubriaco, come se l’ebbrezza facesse spiccare non solo voli mentali, ma anche fisici. Ma dove si è impigliato questo zainetto, ma cosa ha fatto precipitare il giovane francese? E soprattutto: perché la scala non si è bloccata?
Non è un segreto per nessuno che se nei meccanismi della scala qualcosa resta impigliato, vi si aggroviglia, deve scattare la più elementare delle misure di sicurezza e cioè l’arresto della scala. Questo invece non è successo.
Ma la vittima era ubriaca! Una spiegazione o piuttosto un trasferimento di responsabilità?
La scala non si è arrestata quando lo zainetto del francese vi si è impigliato. TENIAMO QUINDI PRESENTE CHE LE SCALE ELETTRICHE DELL’AILA NON SONO SICURE.
Il francese era in stato di ebbrezza. Lo dice la dottoressa del centro sanitario dell’aeroporto. E fin qui non ci sarebbe da ridire, andrebbe accettato il verdetto e si dovrebbe escludere o meno lo stato di ebbrezza come causa dell’incidente.
Di fatto però nella Repubblica Dominicana praticamente non esiste un’attrezzatura diffusa in grado di misurare il livello alcolico delle persone. Soprattutto non esiste negli ambulatori medici. Questa possibilità è forse diventata attuabile con l’inizio dell’anno da parte di alcune, poche, pattuglie della polizia a seguito di donazione dell’apparecchiatura necessaria da parte di uno stato estero.
Né nell’ambulatorio né nell’ospedale Dario Contreras è stato eseguito l’esame del sangue. E allora da cosa si deduce che fosse ubriaco? Dalla puzza d’alcol?
Intanto nell’ospedale Dario Contreras il giovane è deceduto dopo 7 ore dal ricovero. Ripeto, non gli è stato fatto l’esame del sangue. Il direttore sostiene che riscontrava segni di ebbrezza. Eppure lo stesso direttore afferma che gli sono state praticate delle trasfusioni per risolvere il problema dell’abbassamento del volume del sangue a seguito di emorragie interne.
C’è una profonda contraddizione che fa pensare che queste trasfusioni non siano state praticate al paziente e che quindi non gli siano state date le cure necessarie.

Comunque ricordiamoci che il turista era ubriaco, è caduto perché era ubriaco, è morto in ospedale perché era ubriaco e ora si trova in qualche obitorio con la sbornia già smaltita in attesa che qualcuno venga dalla Francia a riconoscere il suo cadavere.