Davanti alle posizioni controverse dei connazionali
Flavio Bellinato sostiene quanto segue:
“Attenzione. La questione é piuttosto complessa e va
analizzata a dovere. Questa legge da anni presenta situazioni che impediscono
di fatto un'espressione reale del voto estero. Spiego perché: innanzitutto la
normativa prevede che i fattorini si rechino ESCLUSIVAMENTE presso il domicilio
dell'elettore (e non in "punti di incontro" esterni).
I fattorini non possono identificare l'elettore (non
sono ufficiali giudiziari). Fa fede il domicilio dove stanno consegnando il
plico, che deve essere il domicilio indicato all'atto dell'iscrizione (o
aggiornamento) all'AIRE.
Dove nasce la polemica in paesi come la Rep.
Dominicana?
Indirizzi approssimativi in primis (vedi l'esempio
di Las Terrenas, dove per i fattorini é spesso un rebus trovare i
connazionali).
In alcune zone del paese le cose sono andate bene. In
altre no.
Ci sono arrivate segnalazioni da Boca Chica,
Santiago e Bayahibe, ad esempio, di fattorini che hanno fatto fretta per
votare, nonostante siano contrattati per visitare i connazionali per ben tre
volte.
A Boca Chica, in particolare, alcuni connazionali
hanno sbagliato a votare per la fretta e per i suggerimenti sbagliati dati dal
fattorino di turno (non hanno inserito il tagliando elettorale nell'apposita
busta). Altri sono andati a prendere il proprio plico elettorale direttamente presso
UPS (quando l'Ambasciata aveva messo per iscritto che questo non si poteva
fare).
E poi, quanti non hanno ricevuto il proprio plico
(mi sono arrivate tante segnalazioni in merito). È vero che ora si può andare
in Ambasciata a prenderlo, ma chi vive distante dalla capitale, sarà disposto a
fare centinaia di chilometri per andare a votare?
La modalità di voto che prevede schede con
preferenze da inserire in busta bianca più certificato elettorale sulla busta
affrancata, viene considerata da tanti molto macchinosa e poco pratica (persone
anziane e oriundi che non parlano perfettamente o che non parlano affatto l'italiano
tendono a sbagliare).
Insomma, ciò che voglio dire é che il voto per
corrispondenza ha i suoi difetti. Io credo che la migliore soluzione sia fare
come fanno i francesi all'estero. Loro possono scegliere per tempo come votare.
Nel nostro caso, mi sembrerebbe giusto permettere a
chi vuole votare per corrispondenza di farlo, e anche a chi invece preferisce
presentarsi direttamente presso un seggio (l'Ambasciata ovviamente).
A questo aggiungerei la possibilità di far sì che
ogni lista abbia un rappresentante per la verifica delle operazioni di voto e
che lo scrutinio avvenga in loco (come accade per le elezioni del Comites).”