Il turismo aumenta nella Repubblica
Dominicana. Questo è un motivo valido per invogliare all’investimento?
Il turismo che aumenta e al quale fanno riferimento
gli ottimisti è quello all inclusive che non va confuso con il turismo normale
di chi trascorre le sue ferie a contatto con la gente del posto. Inutile quindi
investire per questo tipo di turisti che restano rinchiusi nei resort e nei
villaggi durante i 15 giorni di durata delle loro ferie.
Vivere nella Repubblica Dominicana è
sicuramente il massimo da un certo punto di vista. Comunque chi intende
sistemarsi qui dovrebbe essere bene informato, conoscere tutti i pro e tutti i
contro di questa sua decisione che comporta l’abbandono dell’attuale attività
lavorativa in Italia e magari la vendita di immobili e l’impiego dei risparmi
di una vita.
Ci sono tante contraddizioni nella
Repubblica Dominicana di cui bisogna tener conto. E non si riesce a elencarle
con poche parole.
“Il turismo aumenta e io continuo a
investire…”. Prendiamo per vera questa informazione alla quale bisognerebbe
aggiungere “…e vi invito a fare altrettanto”. Con i destinatari di questo
messaggio comodamente seduti a casa loro davanti alla tastiera dei loro
computer, al cospetto di paesaggi meravigliosi e pensando a quanto noiosa è
stata finora la loro vita e a quanto sarebbe bello vivere ai tropici dove il
sole non manca mai, dove la sabbia nelle spiagge spesso è bianca e dove la
gente è allegra, generosa e simpatica.
Il turismo aumenta e c’è chi dice di voler continuare
a investire qui, si sta poco a dirlo, ma può anche darsi, non si sa mai, che chi
lo dice non abbia nemmeno gli “occhi per piagner”. Di certo il messaggio è
lanciato e l’effetto che si vuole raggiungere è quello dell’emulazione.
Scopriamo allora gli altarini di più di
qualcuno dei nostri connazionali qui residenti. Disponibili, simpatici, moderni,
apparentemente ben disposti, sempre in vista sui social, reagiscono subito, si
inalberano quasi sdegnati, se si pubblicano notizie che mettono in cattiva luce
qualche aspetto della vita del paese ospitante, tipo la pericolosità degli
eventi meteorologici, la frequenza dei movimenti sismici, la corruzione, l’incertezza
giuridica, la criminalità dilagante, la disonestà di avvocati e notai ecc. E
reagiscono contrariati anche quando queste notizie vengono prese pari pari
dalle prime pagine dei giornali dominicani e si chiedono il perché di tanto
disfattismo…
Si tratta di puro amore nei confronti della
nazione ospitante o c’è dell’altro?
Di recente due fratelli di Caserta hanno
fatto i testimonial nel programma di Sky dichiarando tra l’altro: “Qui le
persone trovano il giusto equilibrio tra ciò che sentono dentro e ciò che cercano
fuori… Ho deciso che volevo trasferirmi qui perché abitare in riva all’oceano
non ha eguali…. Ho aperto una piccola attività sulla spiaggia… Non avevo mai
fatto il ristoratore, ma sono riuscito ad instaurare subito un buon rapporto
con i clienti…” “Se non è garantito il successo lo è sicuramente l’emozione…”
Bei ragazzi, sorridenti e felici, che si
presentano bene e che fanno delle dichiarazioni entusiasmanti, ma che purtroppo
non sono regolarmente residenti.
Si fa a meno di avvertire i telespettatori
invogliati a mollare tutto che per esercitare un’attività qui bisogna avere il
permesso di residenza e che ottenerlo non è per niente facile.
Del resto chi lavora nella Rep. Dominicana e
non ha lo status di residente è passibile di deportazione immediata, dall’oggi
al domani, non come in Italia che ti notificano il provvedimento. Te ne vai con
quello che hai addosso.
Investire qui poi come afferma di fare
qualcuno perché il turismo aumenta è una parola. Ci sarebbero molti aspetti da
prendere in considerazione. Soprattutto quello dell’eventuale disinvestimento successivo
e delle sorprese che ne potrebbero derivare ad esempio quella del “suicidio” e
della “morte naturale” proprio in questa fase tra il disinvestimento e il
ritorno in Italia.
Ma quanti sono gli italiani che gestiscono
un’attività nella Rep. Dominicana? Le stime sono diverse, ma non dovrebbero
essere in molti se consideriamo come italiani a tal fine i nativi, provenienti
dall’Italia e non gli oriundi.
Abbiamo visto che circa 5000 italiani hanno
diritto di voto. Di questi oltre la metà
sono oriundi per cui di italiani validi per il ragionamento in questione ne
avremo poco più di 2000 e tra questi quanti sono i pensionati? Una percentuale
di imprenditori tra il 5 e il 10%?
Pensavo che la ribellione di una parte dei
connazionali alle notizie da loro ritenute negative fosse dovuta alla
diminuzione dei clienti per le piccole attività alberghiere, gastronomiche e
turistiche in generale.
Invece c’è da tener conto soprattutto del
settore degli investimenti in immobili e in attività commerciali.
Tra quelli che hanno qualcosa da ridire sulle
notizie si trova anche chi oggi dice di avere grande successo nella sua
attività e che qualche mese fa manifestava il suo desiderio di trasferirsi in
un altro paese per un motivo o per l’altro.
Spesso si può fare l’affare della vita
vendendo bene la propria attività imprenditoriale funzionante e redditizia. E a
pagarla di più potrebbero essere sicuramente gli italiani che risiedono in Italia
e che sono interessati a cambiare vita.
Peccato che nel frattempo siano sorte tante
complicazioni che rendono questa possibilità molto remota in quanto ci vuole
prima l’ottenimento del regolare permesso di residenza.
E anche essendo residente chi non è a
conoscenza del sistema dominicano è votato al sicuro insuccesso.
Allora è inutile voler assumere il ruolo di
bravi ospiti di questa meravigliosa nazione e di non gradire assolutamente che
si pubblichino in italiano notizie ritenute negative, che però in spagnolo sono
alla portata di mano di tutti nelle prime pagine dei giornali locali.