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venerdì 10 agosto 2018

Tra i quattro ricercati dalle autorità dominicane attraverso l’Interpol c’è anche un ticinese



Marco Aurelio Giuseppe Streit di Lugano classe 1957 è accusato di falsificazione di documenti e sottrazione di minore.
In pratica ha fatto le carte false per portarsi via suo figlio dalla Repubblica Dominicana.
Quando l’amore finisce i figli restano con la madre. Questa è la regola.
Qualche padre si ribella. Tipicamente gli italiani o italici come in questo caso. E ne vengono fuori storie complicate che coinvolgono nazioni e famiglie e che rovinano le vite di genitori e figli.
Si pensa che il ticinese si trovi attualmente in Italia o in Svizzera. Ma non si tratta di un fatto recente.
Marco Aurelio è arrivato nella Repubblica Dominicana negli anni ’90 e vi si è radicato acquisendo anche la cittadinanza dominicana.
Nel 2000 conobbe la donna con la quale nel 2003 ebbe un figlio.
Nel 2011 Marco Aurelio decise di portarsi illegalmente via suo figlio affidato alla madre e si preparò a dovere falsificando tra le altre cose anche dei documenti.
Di particolare c’è che a distanza di pochi mesi tentò il sequestro del bambino per ben due volte. E se alla prima non gli andò bene, alla seconda gli riuscì alla perfezione e fino alla data di oggi non si sa più niente né di lui né del bambino.
C’è da aggiungere, tanto per capire un po’ le difficoltà che ha dovuto superare il nostro quasi connazionale per perpetrare con successo questo reato, che la madre del minore è una nota avvocatessa di Puerto Plata, la dottoressa Maria Viginia Dorrejo.
Nel 2010 Marco Aurelio venne arrestato dall’Interpol in Costa Rica paese al quale voleva fare ingresso insieme al figlio.
Le autorità notarono in sede di controllo il suo nervosismo e un comportamento un po’ strano e quindi a seguito di un'interrogazione venne scoperto tutto e lo svizzero italiano venne rispedito insieme al figlio nella Repubblica Dominicana. 
Era in possesso di due passaporti, uno dei quali era falso ed è quello con cui aveva cercato di superare i controlli della dogana. Aveva anche un’autorizzazione di espatrio per il bambino, anche questa ovviamente falsa.
Era arrivato a Costa Rica con un volo Copa con scala a Panama dall’aeroporto Las Americas. Quella stessa notte del giorno del suo arrivo venne deportato verso la Rep. Dominicana.
Il bambino viaggiò accompagnato da personale del consolato dominicano accreditato in Costa Rica.
Ci vollero al tempo solo otto ore perché il bambino tornasse a casa.
Marco Aurelio venne arrestato per la commissione di diversi reati. Venne pero messo in libertà in brevissimo tempo, riacquistando subito anche il permesso di visitare suo figlio.
Queste visite avevano luogo presso gli uffici della procura di Puerto Plata e quindi in un ambiente di totale sicurezza, almeno in apparenza.
Di fatto il secondo e definitivo sequestro del bambino da parte del ticinese ebbe luogo proprio lì.
Si parla di sbadataggine del “fiscal”, anche di possibile corruzione, comunque il bambino e il padre sono spariti.
Sono passati già quasi sette anni e non si sa niente di loro.
Sono in Italia, sono in Svizzera, chissà. Un giorno comunque lo sapremo, magari quando il bambino ora adolescente diventerà maggiorenne.