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giovedì 9 agosto 2018

Mollo tutto e cambio vita… un programma di Sky con testimonianze anche dalla Repubblica Dominicana



Sono in tanti che fanno da testimonial delle meraviglie di una vita nella Repubblica Dominicana. Molti li conosco personalmente. Da qualche anno si sono sistemati nell’isola e almeno quando hanno fatto le loro dichiarazioni ottimistiche erano felici e contenti, soddisfatti della loro scelta.
La descrizione della loro entusiasmante esperienza ha sicuramente allettato altri connazionali e più di qualcuno avrà anche deciso di fare questo grande passo di trasferirsi a vivere nella Repubblica Dominicana.
Il canale Sky Uno tramette dall’anno scorso un programma dal nome ‘Mollo tutto e cambio vita’, in cui si raccontano avventure di vita, storie di persone che abbandonano tutto e “si lanciano in un futuro incerto ma pieno di emozioni”.
Ad esempio di recente, verso la fine di maggio del corrente anno sono intervenuti come testimonial in questo programma due fratelli di Caserta, Davide e Francesca che si sono trasferiti nell’isola di Santo Domingo.
Davide lavorava a Milano come fashion designer, Francesca faceva la ballerina e l’istruttrice di danza classica a Roma. Due vite che potevano tranquillamente essere definite normali fino a quando un viaggio ha rivoluzionato le loro esistenze.
“Nel 2014 avevo un lavoro, anche bello, ma sentivo di non essere soddisfatto, non ero sereno” – inizia Davide – “Qui le persone trovano il giusto equilibrio tra ciò che sentono dentro e ciò che cercano fuori. Nel 2013 sono venuto a Santo Domingo in vacanza con la famiglia e subito mi sono innamorato del clima e della gente, del loro essere spensierati. Ho deciso che volevo trasferirmi qui, perché abitare in riva all’oceano non ha eguali. Ho prima comprato una barca per poter vivere di ciò che mi offriva il mare, poi  ho aperto una piccola attività: un “chiringuito” (chiosco) sulla spiaggia che si chiama Playa Barco Bar. Non avevo mai fatto il ristoratore, ma sono riuscito ad instaurare subito un buon rapporto con i clienti e la cosa mi è venuta naturale. Ho conosciuto qui la donna della mia vita, che è poi diventata mia moglie, e a breve diventerò papà”.
Per Francesca non è andata diversamente: “Sono partita dall’Italia con un biglietto aereo di 2 mesi, ma non sono più tornata. Oramai mi sono stabilita qui da 4 anni, ho trovato l’amore, mi sono sposata ed ho avuto una bimba, che ha già due anni. Sono felice della mia scelta, non tornerei mai indietro”.

È chiaro che queste cose le puoi raccontare a chi non ha la minima idea di quale sia la situazione nella Repubblica Dominicana e può anche darsi che più di qualcuno ti creda e che decida di fare il grande passo magari facendosi licenziare e vendendo tutto per la grande avventura per la quale se non è garantito il successo  lo è sicuramente l’emozione, ad esempio quella di rovinarsi economicamente quando va bene.
Intanto la ragazza è venuta con un viaggio di sola andata quattro anni fa e non è più ritornata in Italia. Non occorre dire altro, a buon intenditore poche parole. Il ragazzo che non aveva alcuna esperienza come ristoratore ha aperto una piccola attività gastronomica, e gli è andata bene. Ha instaurato un buon rapporto con i clienti a Bayahibe.
Non si fa menzione in questo testimonial doppio dell’obbligo di ottenere il permesso di residenza per esercitare un’attività lavorativa nell’isola, delle limitazioni temporali del soggiorno turistico e di tante altre cose che a noi che siamo di casa qui da tanti anni sono arci note.
Viene da pensare a uno specchietto per le allodole, e queste sarebbero gli infatuati “avventurieri”. A che pro?
Siccome si devono sempre ascoltare le due campane, ecco la testimonianza di un nostro noto connazionale molto attivo nei social che ha soggiornato per 5 anni nella Repubblica Dominicana:
“Cinque  anni a Santo Domingo sono stati sufficienti a farmi capire che lavorare lì non conviene, benché lavorassi in maniera autonoma e in un bel settore. I difetti superano i pregi e i costi superano i benefici.”
Gli italiani che vivono in RD lavorano quasi tutti, tranne i pensionati o quelli che hanno rendite. Hanno attività nella ristorazione, nel turismo, nell'immobiliare, nel divertimento ecc.  Io lavoravo con le Spa e con i medici estetici. Purtroppo nel mio caso passavo più tempo in auto nel traffico indiavolato che non dai clienti. Lavoravo con la fascia alta della popolazione. Il sistema commerciale e bancario non funziona, i clienti sono poco precisi nei pagamenti, il caos e la scarsità dei servizi fanno il resto.“