Sono in tanti che fanno da testimonial delle
meraviglie di una vita nella Repubblica Dominicana. Molti li conosco
personalmente. Da qualche anno si sono sistemati nell’isola e almeno quando
hanno fatto le loro dichiarazioni ottimistiche erano felici e contenti,
soddisfatti della loro scelta.
La descrizione della loro entusiasmante esperienza
ha sicuramente allettato altri connazionali e più di qualcuno avrà anche deciso
di fare questo grande passo di trasferirsi a vivere nella Repubblica
Dominicana.
Il canale Sky Uno tramette dall’anno scorso un
programma dal nome ‘Mollo tutto e cambio vita’, in cui si raccontano avventure
di vita, storie di persone che abbandonano tutto e “si lanciano in un futuro incerto
ma pieno di emozioni”.
Ad esempio di recente, verso la fine di maggio del
corrente anno sono intervenuti come testimonial in questo programma due
fratelli di Caserta, Davide e Francesca che si sono trasferiti nell’isola di
Santo Domingo.
Davide lavorava a Milano come fashion designer,
Francesca faceva la ballerina e l’istruttrice di danza classica a Roma. Due vite
che potevano tranquillamente essere definite normali fino a quando un viaggio
ha rivoluzionato le loro esistenze.
“Nel 2014 avevo un lavoro, anche bello, ma sentivo
di non essere soddisfatto, non ero sereno” – inizia Davide – “Qui le persone
trovano il giusto equilibrio tra ciò che sentono dentro e ciò che cercano
fuori. Nel 2013 sono venuto a Santo Domingo in vacanza con la famiglia e subito
mi sono innamorato del clima e della gente, del loro essere spensierati. Ho
deciso che volevo trasferirmi qui, perché abitare in riva all’oceano non ha
eguali. Ho prima comprato una barca per poter vivere di ciò che mi offriva il
mare, poi ho aperto una piccola
attività: un “chiringuito” (chiosco) sulla spiaggia che si chiama Playa Barco
Bar. Non avevo mai fatto il ristoratore, ma sono riuscito ad instaurare subito
un buon rapporto con i clienti e la cosa mi è venuta naturale. Ho conosciuto
qui la donna della mia vita, che è poi diventata mia moglie, e a breve
diventerò papà”.
Per Francesca non è andata diversamente: “Sono
partita dall’Italia con un biglietto aereo di 2 mesi, ma non sono più tornata.
Oramai mi sono stabilita qui da 4 anni, ho trovato l’amore, mi sono sposata ed
ho avuto una bimba, che ha già due anni. Sono felice della mia scelta, non
tornerei mai indietro”.
È chiaro che queste cose le puoi raccontare a chi
non ha la minima idea di quale sia la situazione nella Repubblica Dominicana e
può anche darsi che più di qualcuno ti creda e che decida di fare il grande
passo magari facendosi licenziare e vendendo tutto per la grande avventura per
la quale se non è garantito il successo lo
è sicuramente l’emozione, ad esempio quella di rovinarsi economicamente quando
va bene.
Intanto la ragazza è venuta con un viaggio di sola
andata quattro anni fa e non è più ritornata in Italia. Non occorre dire altro,
a buon intenditore poche parole. Il ragazzo che non aveva alcuna esperienza
come ristoratore ha aperto una piccola attività gastronomica, e gli è andata
bene. Ha instaurato un buon rapporto con i clienti a Bayahibe.
Non si fa menzione in questo testimonial doppio dell’obbligo
di ottenere il permesso di residenza per esercitare un’attività lavorativa nell’isola,
delle limitazioni temporali del soggiorno turistico e di tante altre cose che a
noi che siamo di casa qui da tanti anni sono arci note.
Viene da pensare a uno specchietto per le allodole,
e queste sarebbero gli infatuati “avventurieri”. A che pro?
Siccome si devono sempre ascoltare le due campane,
ecco la testimonianza di un nostro noto connazionale molto attivo nei social
che ha soggiornato per 5 anni nella Repubblica Dominicana:
“Cinque anni
a Santo Domingo sono stati sufficienti a farmi capire che lavorare lì non
conviene, benché lavorassi in maniera autonoma e in un bel settore. I difetti
superano i pregi e i costi superano i benefici.”
Gli italiani che vivono in RD lavorano quasi tutti,
tranne i pensionati o quelli che hanno rendite. Hanno attività nella ristorazione,
nel turismo, nell'immobiliare, nel divertimento ecc. Io lavoravo con le Spa e con i medici
estetici. Purtroppo nel mio caso passavo più tempo in auto nel traffico
indiavolato che non dai clienti. Lavoravo con la fascia alta della popolazione.
Il sistema commerciale e bancario non funziona, i clienti sono poco precisi nei
pagamenti, il caos e la scarsità dei servizi fanno il resto.“