Anche i teppisti ci tengono alla par condicio
evidentemente. Le aggressioni con le uova sono all’ordine del giorno a
Moncalieri. Di recente le avevano subite quattro caucasici locali. Niente di
strano che sia capitato anche a un’afro-italiana. Par condicio, ma anche probabilità
statistica.
Esiste un centro urbano in Italia dove l’incontro
con oriundi africani possa ritenersi casuale? Una domanda che si risponde da
sé. Se pensiamo che il calciatore Balotelli si avvia alla trentina ed è nato in
Sicilia da genitori che avevano attraversato lo stretto, non c’è altro da dire.
In Italia la componente etnica africana è ormai una realtà per le strade, nelle
attività lavorative, nelle scuole e ovunque, anche nello sport.
Ma il revival delle uova non va preso sottogamba. È
già clamoroso che dei giovani teppisti abbiano abbandonato per qualche minuto i
loro smart phone, video games, spinelli ecc. per fare delle rischiose
escursioni di lancio di uova.
C’è da dire che era da molto che non si sentiva
parlare di questo tipo di bravata. Un tempo erano diffusi i gavettoni, le uova
e i pomodori marci. Poi è tutto finito, video games e smart phone, qualche atto
di bullismo quà e là e null’altro.
Un ritorno alle uova non ce lo saremmo mai aspettati.
Finché il destinatario di una “uovata” è Macron, il presidente della Francia, va
tutto bene: gli italiani sono in grandissima maggioranza felici e contenti.
Ecco che l’uovo ridiventa strumento di protesta.
Viene riscoperto in tal senso.
Se però casualmente viene colpito un “diverso”,
apriti cielo, è la fine del mondo. Atto criminale con fragmenti di guscio che
hanno richiesto l’intervento chirurgico e una benda da guiness dei primati.
No, l’uovo è stato da sempre lanciato per un motivo
o per l’altro. L’episodio di Macron lo ha fatto tornare in auge e dei teppisti a
Moncalieri ritengono più divertente il lancio dell’uovo che gli smart phone e i
video games. Tutto lì!
Ma il contagio francese è evidente. Moncalieri
infatti è a pochi chilometri dalla frontiera con la Francia.
Daisy Osakue, l’ultima vittima di questa modalità di
teppismo nella località torinese, sarebbe stata colpita casualmente per motivi
di probabilità statistica oppure per una sorta di par condicio, visto che in
pochi giorni quattro caucasici locali avevano subito questo tipo di
aggressione.
La ragazza come atleta si dedica al lancio del
disco, oltre a essere oriunda africana e anche di bell’aspetto, può darsi che
all’origine della bravata ci fosse stata l’invidia, la gelosia e anche una
sorta di karma: lancio del disco, lancio di uova…
Niente paura. Finora le uova non hanno ucciso
nessuno e l’allarme razzista fa ridere i polli, tanto per restare sul tema.
Del resto innegabilmente la ragazza è sfigata:
si è trovata nel posto sbagliato al momento giusto,
ha problemi di autostima perché ha subito pensato all’aggressione
razziale
e ultimo ma non per importanza, è iscritta al PD il
che di questi tempi non è il massimo.
Nessuno è immune alla discriminazione. Pochi sono
autorizzati a farla rientrare nell’odio razziale. Il “diverso” è discriminato,
questa è la regola: perché provieni da un comune, da una provincia, da una
regione, dal nord o dal sud, perché sei italiano all’estero, perché
semplicemente sei straniero, perché sei bello o brutto o grasso o magro…
La discriminazione è la regola. Suppongo che se io
in quanto caucasico sono stato e sono discriminato, anche un oriundo africano o
asiatico lo possa essere. Si può parlare di razzismo? Assolutamente no!
Tutti dobbiamo abituarci neri e bianchi, maschi e
femmine, eterosessuali e omosessuali, belli e brutti a questo atteggiamento discriminatorio
che fa parte del DNA umano e che rientra nell’esperienza quotidiana di ognuno
di noi.
Giù la mani comunque dalle uova, non danneggiano la
circolazione sanguigna, è ormai assodato, sono un mezzo di protesta
efficientissimo, vedi vicenda Macron, e finora non hanno ammazzato nessuno,
nemmeno per l’aumento del colesterolo secondo studi scientifici recenti.