Il direttore del DNI (Servizio Nazionale di Informazione)
ha dichiarato alla stampa che l’organizzazione che dirige collabora con 2000
informatori, cosiddetti calieses che operano in mezzo alla popolazione.
L’ammiraglio Sigfrido Pared Perez è esperto in
sicurezza nazionale. È stato due volte ministro della difesa e oggi è a capo
del DNI. Anche questa carica non è la prima volta che la occupa.
Secondo Pared
Perez le priorità della sicurezza nazionale sono la migrazione e il
narcotraffico e a queste due si aggiungono come formidabile fonti di
informazione per lo Stato le reti sociali.
In effetti basti pensare che tempo addietro per
indagare sulla vita delle persone il DNI doveva intercettare i telefoni,
infiltrare spie, star dietro a determinati individui come parte dell’attività
di ogni giorno. Oggi invece questo non è più necessario: “la gente svela tutto spontaneamente
nelle reti sociali.”
“Di fatto per indagare sulla vita privata di una
persona che interessa gli organi di intelligenza dello Stato non è più necessaria
l’autorizzazione di un giudice”, sostiene il direttore del DNI.
Ognuno dice in un modo o nell’altro quello che deve
dire e dove si trova. Queste informazioni sono utili come elementi di supporto
per indagare su determinati casi.
Il DNI dispone di un team dedicato esclusivamente
alle tendenze che si presentano durante i “bombardamenti” di informazioni nelle
reti sociali.
“Ci sono opinioni che sono negative ma non
perniciose. Noi a partire da certi commenti in rete facciamo un’analisi di
intelligenza per determinare cosa c’è alla loro base in quanto vengono
considerati alla stregua di movimenti di idee all’interno della società.”
Le autorità dei servizi segreti hanno secondo Pared
Perez avuto un ruolo decisivo anche in azioni recenti di sequestro di
stupefacenti, fornendo le informazioni importanti di prima mano.
L’80% di questi informatori sono civili e solo il
20% sono militari. Il termine "caliés" è andato in voga soprattutto all’epoca di
Trujillo e non ha mai goduto di buona fama. Il dittatore individuava grazie ai
servizi di questi delatori gli avversari politici e i ribelli.
Il termine proviene dal francese cahier che
significa blocco di appunti.
La domanda è: siamo sicuri che sono solo 2000?
Qualche anno fa un giornale locale ha parlato addirittura di 30.000...