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domenica 12 agosto 2018

I Servizi segreti dominicani si servono di 2000 “calieses” o informatori che si aggirano per le strade



Il direttore del DNI (Servizio Nazionale di Informazione) ha dichiarato alla stampa che l’organizzazione che dirige collabora con 2000 informatori, cosiddetti calieses che operano in mezzo alla popolazione.
L’ammiraglio Sigfrido Pared Perez è esperto in sicurezza nazionale. È stato due volte ministro della difesa e oggi è a capo del DNI. Anche questa carica non è la prima volta che la occupa.
Secondo  Pared Perez le priorità della sicurezza nazionale sono la migrazione e il narcotraffico e a queste due si aggiungono come formidabile fonti di informazione per lo Stato le reti sociali.
In effetti basti pensare che tempo addietro per indagare sulla vita delle persone il DNI doveva intercettare i telefoni, infiltrare spie, star dietro a determinati individui come parte dell’attività di ogni giorno. Oggi invece questo non è più necessario: “la gente svela tutto spontaneamente nelle reti sociali.”
“Di fatto per indagare sulla vita privata di una persona che interessa gli organi di intelligenza dello Stato non è più necessaria l’autorizzazione di un giudice”, sostiene il direttore del DNI.
Ognuno dice in un modo o nell’altro quello che deve dire e dove si trova. Queste informazioni sono utili come elementi di supporto per indagare su determinati casi.
Il DNI dispone di un team dedicato esclusivamente alle tendenze che si presentano durante i “bombardamenti” di informazioni nelle reti sociali.
“Ci sono opinioni che sono negative ma non perniciose. Noi a partire da certi commenti in rete facciamo un’analisi di intelligenza per determinare cosa c’è alla loro base in quanto vengono considerati alla stregua di movimenti di idee all’interno della società.”
Le autorità dei servizi segreti hanno secondo Pared Perez avuto un ruolo decisivo anche in azioni recenti di sequestro di stupefacenti, fornendo le informazioni importanti di prima mano.
L’80% di questi informatori sono civili e solo il 20% sono militari. Il termine "caliés" è andato in voga soprattutto all’epoca di Trujillo e non ha mai goduto di buona fama. Il dittatore individuava grazie ai servizi di questi delatori gli avversari politici e i ribelli.
Il termine proviene dal francese cahier che significa blocco di appunti.
La domanda è: siamo sicuri che sono solo 2000? 
Qualche anno fa un giornale locale ha parlato addirittura di 30.000...