Si parla molto sui giornali di un’aggressione
razziale avvenuta la scorsa domenica in Belgio di cui è stato vittima un
adolescente dominicano. È intervenuta con decisione sulla vicenda anche la
locale ambasciata dominicana. Il ragazzo è stato aggredito solo per motivi
razziali.
Si trovava insieme con altri dominicani nella
stazione ferroviaria di Aarschot. Ad aggredirlo sono state delle donne belghe
che erano in attesa del treno, dapprima verbalmente e poi con spintonamenti. Il
ragazzo in nessun momento ha reagito. Di seguito è intervenuto un uomo che ha
fatto cadere il ragazzo nei binari del treno e che poi ha cercato di impedirgli
di risalire sulla banchina. L’adolescente si è difeso, ha riempito di botte l’uomo,
talché sono scese le donne all’origine dell’aggressione per dare una mano all’energumeno.
Direi che da un punto di vista di risultati il
ragazzo si è difeso egregiamente e a buscarle sono stati i razzisti, cioè l’uomo
perché contro le donne non ha sollevato nemmeno un dito. Un copione molto
diverso a quello cui assistiamo in Italia ogni giorno.
E ora c’è il seguito. Gli aggressori saranno
sottoposti alla giustizia. L’ambasciata dominicana in Belgio si darà da fare
perché siano puniti. Il ragazzo è cittadino spagnolo, legalmente residente in
Belgio ed è figlio di madre dominicana.
Probabilmente è un po’ eccessivo affermare che la
vittima dell’episodio di razzismo sia dominicana e trattare il caso come una
questione nazionale.
Comunque va bene lo stesso.
Le signore hanno aggredito un giovane di colore che
rispetta profondamente le donne, legalmente residente e cittadino spagnolo.
Certamente non l’avrebbero fatto con uno di quelli che, per religione e cultura
delle donne non gliene frega niente, che si aggira sempre in compagnia di altri
come lui e che se aggredito solo verbalmente avrebbe reagito ben diversamente e
alla fine magari le avrebbe violentate.