Le elezioni del 2020 per i politici dominicani sono
dietro l’angolo. Ce ne vuole ancora per arrivare a metà maggio 2020, ma la
posta in palio è molto alta e quindi quasi tutti i partiti hanno iniziato a far
campagna in un modo o nell’altro. Per il momento con qualche scaramuccia
verbale qua e là anche all’interno di uno stesso partito.
La politica da queste parti è una cosa seria.
Si parla sempre di corruzione. Chi è al potere è corrotto
secondo la convinzione dei più, ma quando le forze dell’opposizione hanno la
meglio e occupano i vertici di comando, con la corruzione non cambia niente.
Del resto i politici non puntano semplicemente a vantaggi a livello di stipendi
più alti o di maggiore prestigio.
Da queste parti con la politica ci si arricchisce e
non poco, non come da noi che almeno le apparenze bisogna sempre salvarle.
Ci sono qui politici che non sono mai stati
presidenti e che possono vantare la proprietà di grattacieli in pieno centro della
capitale senza nemmeno nascondersi dietro a prestanome come invece
probabilmente succede da noi.
Qui per la gestione di conti presso banche off-shore
e società di cassetto internazionali non sono secondi a nessuno.
Ecco allora che alla “vigilia” si fa per dire, delle
elezioni del 2020 ci sono i primi sondaggi che hanno un valore relativo perché
sussiste la fondata incognita della ricandidatura dell’attuale presidente e si
tratterebbe della seconda rielezione e della conseguente seconda modifica della
legge costituzionale nel giro di cinque anni.
Al di là dell’esito dei sondaggi che varia a seconda
del committente, Leonel Fernández ha nei confronti di Luis Abinader il vantaggio di essere già stato
presidente. Come la storia dimostra, infatti, i dominicani preferiscono sempre
ex presidenti. Sono restii a scegliere chi non ha esperienza.
Diversamente andrebbero
le cose se nel confronto elettorale del 2020 si affrontassero Leonel Fernández
e Hipólito Mejía, anche se quest’ultimo sta dando preoccupanti segni di
senilità: di recente ha sostenuto che avrebbe svelato un segreto impronunciabile di Leonel
Fernandez e probabilmente si riferiva a qualcosa della sua vita privata.
Prontamente è scesa in difesa dell’ex presidente l’attuale vicepresidente e
moglie di Leonel Fernandez, Margarita Cedeño.
Mejía poi ha lasciato perdere questa minaccia e
siamo rimasti a bocca asciutta. Invece successivamente è partito in quarta con una richiesta a
mezzo stampa indirizzata a Leonel di giustificare l’origine dei fondi della sua Fundación Global.
E qui sì che si è capito che con l’ex presidente
Mejía c’è qualcosa che non va.
Ai politici non si chiede mai da dove hanno attinto
i soldi che hanno.
E non solo qui nei Caraibi, questo vale dappertutto.