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domenica 27 febbraio 2022

Il senatore Fabio Porta presenta un'interrogazione a Di Maio, denunciando una decisione del Comites Montevideo

 



Il Comites dovrebbe limitarsi a fare da interfaccia tra le autorità consolari e la comunità italiana. Ci sono indubbiamente però altri interessi in gioco. Ne menzioniamo uno:

La rivista Azzurro Caribe viene pubblicata in formato cartaceo ogni mese nella Repubblica Dominicana ed è disponibile gratuitamente in alcuni ristoranti italiani di Santo Domingo e anche in ambasciata. Il direttore è Pierpaolo Filosa, fratello di Ricky Filosa. La rivista riporta una manciata di articoli, è filo-MAIE, la conoscono in pochi.  Ebbene, il Comites precedente, quello di Panama per intenderci, ha espresso il suo parere favorevole all’erogazione alla rivista del contributo pubblico. Si tratta di 20.000 euro circa per poche ore di lavoro e quattro copie da stampare.

In Uruguay invece è successo esattamente il contrario. Il gruppo di maggioranza MAIE del Comites Montevideo ha votato contro la concessione di un finanziamento al giornale Gente d'Italia. Si tratta di uno dei principali giornali in lingua italiana rimasti. Il suo torto: aver sostenuto Fabio Porta nello smascheramento dei brogli in Argentina che hanno portato al Senato Adriano Cario. Ora Fabio Porta come senatore ha presentato un'interrogazione parlamentare. Ecco stralci di quanto riferito in una sua intervista concessa al giornale ItaliaChiamaItalia.

Nella sua interrogazione chiede al Ministro Di Maio

“di dare chiare e urgenti disposizioni ai rappresentanti diplomatico-consolari operanti in Uruguay affinché l’esercizio delle prerogative riconosciute agli organismi di rappresentanza locali, per la loro stessa efficacia, siano ricondotti rigorosamente nell’alveo delle leggi e della prassi amministrativa esistenti, superando prevenzioni di parte e scorie localistiche”.

“La vicenda personale che mi ha riguardato– conclude l’esponente del PD riferendosi al suo ricorso contro i brogli elettorali – ha dimostrato come ci siano pericolosi e frequenti fenomeni malavitosi e atteggiamenti che minano l’esercizio della partecipazione democratica delle nostre comunità all’estero; non è ammissibile che anche la libertà di stampa e di espressione venga minacciata in questo modo, ancor più se ciò dovesse avvenire con l’eventuale compiacenza delle nostre autorità consolari”.