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sabato 19 febbraio 2022

La DIDA condanna la richiesta di depositi nel pronto soccorso ai pazienti

 



Nell'attuale amministrazione sono stati trattati 128 casi di denunce per indebita riscossione di depositi o per pagamenti superiori a quanto stabilito.

La Direzione Generale dell'Informazione e della Difesa degli Affiliati alla Previdenza Sociale (DIDA) si è unita ieri al dibattito generato dalle lamentele dei pazienti sulla pratica di pretendere il pagamento di anticipi e cauzioni per il ricovero nei centri sanitari e sulle cure poco umanizzate che a volte ricevono.

La direttrice del DIDA, Carolina Serrata Méndez, ha risposto avvertendo i fornitori di servizi sanitari (PSS) di non effettuare addebiti impropri agli affiliati alla previdenza sociale.

Inoltre, ha invitato gli amministratori di rischi sanitari (ARS) a rispettare le disposizioni che stabiliscono l'esclusione dalla propria rete di medici e fornitori di servizi sanitari che si impegnano ripetutamente in questa pratica lesiva per la salute e le tasche dei membri.

In un comunicato, il direttore della DIDA ricorda ai fornitori che devono garantire le cure mediche previste dalle norme di legge e dalle delibere della Sovrintendenza alla Salute e Rischi sul Lavoro (SISALRIL).

Secondo la DIDA, coloro che sono colpiti da addebiti impropri hanno diritto al rimborso dell'importo pagato semplicemente presentando fattura o ricevuta di pagamento in primo luogo alla propria ARS e, in caso di non essere risarciti in modo soddisfacente, presentando la propria domanda alla DIDA.

La procedura

La procedura da seguire in caso di addebito improprio è quella di avvisare immediatamente la propria ARS presso lo stesso fornitore di servizi sanitari e se è stato effettuato il pagamento si può reclamare la riscossione indebita in pronto soccorso in un periodo di 60 giorni o 90 giorni in caso di ricovero.