Ricky Filosa ha assunto un ruolo da protagonista
nella vicenda del Comites Santo Domingo che a due mesi dalla sua nascita sta
perdendo già i pezzi.
Nel suo giornale ItaliaChiamaItalia, una volta per
tutte rivela cosa pensa di questo ente e fa subito una distinzione netta tra
opposizione e ostruzionismo.
Ricky Filosa pensa evidentemente che il Comites sia
una sorta di amministrazione comunale e, quindi, di natura prettamente politica,
per cui chi ha vinto le elezioni si prende carico dell’esecutivo e della
gestione, proponendo e approvando, salvo la formalità del tutto discrezionale di
consentire all'opposizione di esprimere la sua opinione.
Il Comites invece non c'entra o non dovrebbe c’entrare
con la politica. Tant’è vero che la
piattaforma vincente ha nascosto fino all'ultimo la sua appartenenza al MAIE. C’è
chi a elezioni finite ha sostenuto che ai vincitori non sarebbe andata così
bene se avessero svelato l'appartenenza al partito sudamericano.
Quindi, secondo il modo di vedere di Filosa, i
vincitori governano e basta, salvo qualche riferimento retorico al diritto di
opinione dell’opposizione, il che rappresenta una palese offesa all’intelligenza
altrui. E in questo la Spedicato e il Filosa sicuramente eccellono.
Ecco un commento recente di Diana Spedicato: “Il
COM.IT.ES. di Santo Domingo - è opportuno ricordare la sua funzione e anche il
suo nome - è un organo composto di volontari che hanno deciso di dedicare un
po’ del proprio tempo a portare avanti le richieste ed esigenze dei cittadini
italiani in Repubblica Dominicana, dinanzi alle autorità e organismi competenti
e nei limiti delle funzioni che stabilisce la legge.
Quindi ben venga chi presenta richieste e
segnalazioni, verranno opportunamente analizzate, discusse e canalizzate…”
Ovviamente questa posizione della Spedicato è stata nettamente
smentita nell'ultima assemblea straordinaria.
Ricky Filosa la pensa in modo diametralmente opposto:
“Veniamo al sodo. Ci sono state le elezioni: c’è chi ha vinto e chi ha perso.
Chi ha vinto ha l’onore e la responsabilità di guidare il Comitato degli
Italiani all’Estero verso la direzione che crede più opportuna; chi ha perso ha
il dovere di portare avanti un’opposizione, si spera costruttiva, e di far
sentire anche la voce della minoranza, che certo non può essere esclusa o
dimenticata solo perché tale.
Dunque, una maggioranza al timone della nave e una
minoranza che partecipa e porta i propri contributi, anche critici. Ma sempre
con lealtà e nell’interesse dei connazionali. Non per propri scopi personali o
politici. Ci siamo?”
Non è così. Intanto nell'ultima assemblea straordinaria
è emerso un clamoroso conflitto d’interesse. Questo ha provocato la defezione
del vice presidente Giuseppe Visca dal gruppo MAIE.
La composizione del gruppo di maggioranza ora è
uguale per il numero a quella dell’opposizione. La Spedicato intende imporsi
nelle votazioni con il suo voto che vale doppio? Non sembra sostenibile come
modalità dove si parla di dialogo, confronto e collaborazione.
Intanto, in quella assemblea, il gruppo MAIE si è
arroccato e ha presentato al voto proposte già elaborate con la previsione di
imporle grazie alla maggioranza detenuta previo il contentino dell’opinione
anche eventualmente contraria dell’opposizione. E in due occasioni è stato
fatto valere, ai fini dell’approvazione, il valore doppio del voto della
presidente.
Dulcis in fundo: ora, così come stanno le cose, se l'opposizione
si ritira non si può più votare perché viene a mancare il quorum…
Il Comites Santo Domingo o Comites MAIE è diventato,
quindi, subito praticamente non più funzionale perché gestito secondo un
criterio sbagliato.
Pensare di andare avanti a colpi di maggioranza non
è proponibile. Le decisioni devono essere prese all'unanimità o quasi e le
proposte da sottoporre al voto devono essere elaborate da tutti i membri del
Comites.
Qui non esiste maggioranza o minoranza: esiste solo una
comunità di italiani da tutelare. Un concetto difficile da capire, soprattutto
da parte di certe persone.
Riguardo al conflitto d’interessi sostiene Ricky
Filosa: “E non parliamo certo di conflitti d’interesse, per carità. Anche
perché nessuno ne uscirebbe illeso. Siamo tutti in conflitto d’interesse, in un
modo o nell’altro, a ben guardare.”
Sarà vero. Comunque la Spedicato in 10 anni può solo
dire di aver avuto un grande successo nella Repubblica Dominicana e questo lo
deve sicuramente ai servizi professionali prestati ai connazionali non a titolo
gratuito. A suo tempo ha partecipato a iniziative atte a invogliare gli
italiani a trasferirsi nella Repubblica Dominicana, una specie di importazione
di potenziali clienti, con i soldi in mano, per pratiche varie, consulenze e
acquisti di immobili e di attività. Ora come presidente del Comites potrebbe
avere la possibilità di canalizzare a suo favore questo tipo di domanda di
mercato tanto remunerativa.
Di fatto l’ipotesi degli italiani intenzionati a
trasferirsi nella Repubblica Dominicana è stata da lei menzionata come esempio
nell’illustrazione della commissione Diritti Civili e Servizi al Cittadino.