Il presidente Luis Abinader visiterà per avviare i
lavori di costruzione del muro l'area di confine che è vulnerabile
al traffico illegale di persone e merci.
L'opera prevede la realizzazione di infrastrutture
in cemento armato in gran parte della frontiera, l'aumento dell'altezza nei
luoghi in cui il muro è già esistente, la manutenzione dei piccoli pali che
segnano la divisione tra i due paesi e l'utilizzo di tecnologia informatica per
la sorveglianza.
Nel progetto è ricompresa anche la formazione del
personale civile e militare operante sull’area, in particolare del Corpo
Specializzato per la Sicurezza di Frontiera (CESFRON), Immigrazione e Dogana.
La parte tecnologica è a carico di una società di
sicurezza di proprietà del governo israeliano, mentre l'Organizzazione delle
Nazioni Unite ha avviato una collaborazione nella formazione, soprattutto per
quanto riguarda l'ispezione di furgoni per rilevare narcotici, armi e sostanze
pericolose.
Il presidente dominicano si recherà a Dajabón per
iniziare i lavori con una cerimonia ufficiale prevista per le ore 13:00 di
domenica.
Società israeliana
Il cosiddetto "muro tecnologico" è stato
progettato con l'assistenza di una società di sicurezza denominata “Autorità
per lo sviluppo degli armamenti", nome commerciale "Rafael".
La suddetta società è nota nel mondo della sicurezza
per aver realizzato progetti simili in altri paesi, tra cui lo stesso Israele
nella zona di confine con il territorio palestinese.
La società ha avuto sessioni di lavoro con tutte le
agenzie di sicurezza dello Stato, comprese le Forze armate, la Direzione
nazionale investigativa (DNI), la Direzione di Migrazione e altre sotto l'egida
del Ministero degli Affari Esteri.
La Repubblica Dominicana ha tradizionalmente
affrontato difficoltà nel controllo della tratta di esseri umani e del
contrabbando al confine con Haiti a causa delle carenze nella sorveglianza e
della grande corruzione che prevale nell'area.
Il presidente Abinader ha annunciato una serie di
misure tra cui vietare agli ospedali dominicani di prestare cure alle donne
haitiane che attraversano il confine per partorire in questa parte dell'isola.
Ha inoltre provveduto ad identificare i cosiddetti "residenti
frontalieri" con un’apposita tessera.