Una giornata
di lotta "per i diritti degli italiani all'estero" viene convocata
dal MAIE "Movimento Associativo Italiani all'Estero" in tutta
l'America Latina per il giorno 7 aprile prossimo. Lo ha annunciato il deputato
Ricardo Merlo, presidente del partito, in una telefonata alla redazione di INSIEME
di ieri sera. Si tratta della prima di una serie di azioni che potranno
includere anche processi giudiziari collettivi che sono attualmente in fase di
studio.
La
mobilitazione verrà lanciata questo martedì attraverso un comunicato in lingua
italiana e spagnola all'interno del partito e alla stampa. "Quello che
conta non è se davanti ai consolati ci saranno 40, 50 o 1000 persone, quello
che conta è che stiamo dando inizio a una mobilitazione in tutta l'America Latina
contro un tipo di servizio che la settima potenza mondiale sta offrendo ai suoi
cittadini, una vergogna" sostiene Merlo. "Stiamo cercando di far
capire che l'attuale governo che ha praticamente distrutto la rete consolare
italiana deve cambiare rotta."
Secondo il
parlamentare italiano, la mobilitazione sarà anche a favore dei funzionari e
dei consoli che "sono vittime tanto quanto noi" e che con la struttura
di cui dispongono non riescono a realizzare un lavoro all'altezza delle
esigenze minime necessarie e la rete onoraria. "Non
dispongono dei mezzi necessari per lavorare", sostiene Merlo.
In Brasile si
stanno organizzando manifestazioni in città come São Paulo, Curitiba, Porto
Alegre, Recife e Rio de Janeiro; in Argentina, a Buenos Aires, Mendoza,
Rosário, Córdoba, tra le altre. Anche nella Repubblica Dominicana a Santo
Domingo, in Costa Rica, Messico, Panama e Montevideo, in Uruguay.
Si tratta in
tutto di 25 località perché "dopo quattro anni di questo governo, è una
vergogna che non sia stato fatto niente, anzi è successo esattamente il
contrario hanno praticamente distrutto la rete consolare. Sarà allora un'azione
forte, un inizio di mobilitazione e tutto avverrà nello stesso giorno."
Merlo spiega
che ciò che si vuole è un urgente rafforzamento della rete consolare all'insegna
della dignità dei concittadini, dei diplomatici, degli agenti diplomatici e
funzionari, dei consoli e vice consoli onorari, dei corrispondenti e degli agenti
consolari. "Si fanno pagare una tassa di 300 € (per ogni processo di
riconoscimento di cittadinanza) e i servizi sono disastrosi" rimarca il
parlamentare.
Nel
comunicato saranno spiegati tutti i punti che giustificano l'azione convocata
dal MAIE. Merlo osserva che stiamo parlando dell'Italia, la settima potenza del
mondo, che lascia i suoi rappresentanti diplomatici privi di condizioni di
lavoro idonee con uffici che aprono due o tre volte la settimana e una rete di figure
onorarie volontarie che finiscono con lo spendere denaro di tasca propria per
coprire le spese basiche. "I consolati sono l'immagine dell'Italia all'estero"
afferma Merlo. Il fondatore e presidente del MAIE ribadisce che "uno dei
paesi più colpiti da questa situazione è il Brasile". E fa una severa e
aperta critica a ciò che chiama un "paradosso": I tre parlamentari
eletti con residenza in Brasile (due dei sei dell'America del Sud), "hanno
appoggiato e appoggiano incondizionatamente la politica degli ultimi governi,
incluso questo. Hanno dato la fiducia: possono dire quello che vogliono, ma
fanno parte del governo... sono il governo". "Sarebbe, ha osservato,
molto bello se alla manifestazione aderissero anche i sostenitori del PD
(Partito Democratico), perché questo è un problema che riguarda tutti, e loro fanno
parte del partito di governo. È per questo che c'è il MAIE: la ragione
dell'esistenza del MAIE ". "Incominceremo, spiega Merlo, con una
mobilitazione. Il MAIE convoca: associazioni, CO.MI.TES, i cittadini,
"molti dei quali hanno già aderito". Quel che conta non è che compaiano
40, 50, 500 persone, quel che conta è il fatto politico. Se si presentano delle
persone davanti a tutti questi consolati vuol dire che esiste un'esigenza dei
cittadini, soprattutto in Brasile, in Argentina, in Venezuela e in Uruguay".
Si tratta come
dice Merlo della prima manifestazione di una serie di azioni.
Sulle
recenti decisioni della giustizia italiana che hanno dato ragione ai
ricorrenti, condannando persino lo stato italiano al pagamento delle spese, Merlo,
ritiene che con ciò viene dimostrato il diritto indiscutibile al riconoscimento della
cittadinanza. Siamo in presenza di una
modalità di devoluzione dei 300 € riscossi per ogni processo di riconoscimento
di cittadinanza, di cui perlomeno il 30% dovrebbe ritornare ai consolati.
Questo denaro, ironia della sorte, finisce per finanziare il pagamento dei
costi processuali dello stato.
Merlo ha
sostenuto inoltre che il MAIE sta esaminando forme per garantire il diritto alla
cittadinanza dei discendenti di italiani attraverso azioni giudiziarie:
"stiamo studiando un'iniziativa giuridica. Qualcosa di più collettivo di
cui non posso attualmente parlare perché è in fase di studio. Abbiamo fatto e
faremo iniziative parlamentari, ma questo governo è insensibile.
Ripeto, il
paradosso è che il governo che più ha colpito gli italo-brasiliani venga
appoggiato da tutti i parlamentari eletti in Brasile. Sembra un assurdo, perché
quando qualcuno dà il voto di fiducia a un governo accetta tutto quello che
questo governo fa.