Chi vuole fabbricare un prodotto oppure erogare un servizio
deve innanzitutto organizzarsi, investire in attrezzature e in personale e
pianificare un processo di produzione di beni o di servizi. Non diversamente
succede quando si avvia una campagna elettorale con dei candidati che aspirano
a diventare dei parlamentari. Questi "parlamentarifici" stanno già
spuntando come funghi in tutto il territorio nazionale e anche e soprattutto
all'estero. E la circoscrizione estera è quella che naturalmente a noi più sta
a cuore. La novità: non ci sono rimborsi elettorali. La tendenza: aggrapparsi
alla tastiera, pensando che la campagna si fa sulle reti sociali, criticando
l'operato degli avversari, con la convinzione che così facendo l'elettore per
ripicca abbandonerà i candidati che ha favorito alle ultime elezioni, dando il
voto a un altro, alla cieca, semplicemente perché di sì... a un altro magari che
non si è mai fatto vedere e che non si farà naturalmente nemmeno vedere in
futuro, dopo un'eventuale vittoria elettorale. In mancanza di rimborsi
elettorali si fa una gran gara a spararla grossa, tanto più grossa, tanto più
forte risuona l'eco tra le sconfinate praterie del Sudamerica e dappertutto e
chissà magari un qualche effetto a livello di voti si riesce a ottenere... Un'illusione!
In particolare si sono mossi degli omini saldamente allacciati alle loro
poltrone da internauti, quasi si trovassero invece in un aereo ultrasonico, che
dal loro pulpito sparano bordate secondo loro, di fatto semplici squittii di ratti
eccitati, con proposte farneticanti, l'ultima, il reddito di cittadinanza a
favore dei cittadini italiani residenti all'estero. Una proposta che dimostra
con tutta evidenza l'ignoranza a livello economico di questi omini. E già. Il
reddito di cittadinanza può anche essere interessante, ma è fattibile e
opportuno solo quando chi lo riceve, risiede in Italia, dove tra l'altro anche
lo spende. Altrimenti questa utopica misura diventa assolutamente ridicola. Ma
lasciamoli dire, tanto a loro non costa nulla... e con i tempi che corrono, in
mancanza di rimborsi elettorali... l'assenza di ogni costo è allettante. Che
poi sia una perdita di tempo non si discute, ma c'è sempre l'aspirante a
parlamentare che può infatuarsi e cacciare fuori qualche soldo per farsi
"elaborare" da questi "parlamentarifici" votati all'insuccesso.
L'importante è ovviamente, dal punto di vista degli omini, che si sia disposti
a spendere. Viene quasi in mente la canzone: "io sono il gatto e lui la
volpe, di noi ti puoi fidar!"
Difficilmente mi distraggo da quelli che sono i miei
obiettivi per esaminare delle strutture insignificanti, lontane mille miglia
dal territorio sul quale degli addetti a "parlamentarifici" da strapazzo vorrebbero
gravitare senza alcun contatto con gli elettori. In questa sede farò
un'eccezione, quasi come chi è in procinto di essere scippato e reagisce
tenendosi stretto il suo borsellino o il suo gioiello. Si perché questi omini squittanti
affermarono che un ruolo importantissimo nella riapertura della nostra
ambasciata lo si deve riconoscere all'onorevole Fucsia Nissoli. Come una
leggiadra farfalla, la deputata eletta nella circoscrizione estera, Centro e
Nord America, ha svolazzato dopo e anche prima delle elezioni da un partito all'altro,
prediligendo fortemente le iniziative montiane. Fa parte anche della III
Commissione (Affari Esteri e Comunità) ed è segretario per le questioni degli
italiani all'estero e del Sistema Paese, ma non ce ne siamo mai accorti! La sua "partecipazione" alla
riapertura della nostra ambasciata si limita a un'interrogazione parlamentare indirizzata
al ministro degli affari esteri che al tempo era Gentiloni, interrogazione che
guarda caso ebbe un'immediata risposta positiva... Tanto bastò perche
l'onorevole Nissoli saltasse senza indugio sul carro dei vincitori. C'è da dire
invece che la gentile onorevole, facendo parte da sempre del gruppo montiano, è
stata destinataria da parte dei montiani che controllano la Farnesina di questo
"dono" a livello elettorale del privilegio di una risposta positiva.
Ebbene, è vero che il PD non ha fatto niente per gli
italiani residenti all'estero e che deve assumersi per questo tutta la responsabilità,
ma non dimentichiamo che la Farnesina è fortemente in mano ai montiani e che
nella strategia montiana c'è lo smantellamento della rete diplomatica come obiettivo
primario e, in concomitanza, la promozione della cooperazione
internazionale. Strategia che è stata spudoratamente imposta a Renzi. Da tutto
questo emerge che non soltanto l'onorevole Nissoli, contrariamente a quanto sostenuto
dagli omini internauti e da lei stessa, non ha avuto un qualche ruolo nella
riapertura della nostra ambasciata, ma che la sfarfallante deputata è molto
legata da sempre ai nostri "aguzzini", a coloro cioè che ci hanno chiuso l'ambasciata, misura corredata da un
sacco di frottole, facendo vivere alla nostra comunità due anni di totale
abbandono a tutti i livelli da parte dell'Italia, con conseguente impossibilità di fatto di usufruire dei più elementari diritti che la costituzione ci garantisce. Non dimentichiamolo mai!