L'Hotel Señorial per chi non lo sapesse si trova nella via
Danae nei pressi dell'Obelisco della George Washington (malecón) cosiddetto maschio ed è gestito da
svizzeri. Vi si può mangiare tutto quello che di buono può offrire la cucina
svizzera: fondue e raclette con caquelon, rechaud e fornellino e vi pare poco
qui nel cuore dei Caraibi? Ma nel contempo vi potete far viziare con la
migliore cucina italiana, spaghetti al dente e via dicendo, perché il gestore dal
1988 altri non è che un ticinese di Locarno, Mario Torroni. Comodamente seduti
ai tavoli che insieme alle sedie si combinano con i colori della bandiera
svizzera, come del resto l'abbigliamento dei camerieri, è facile vedere cittadini
svizzeri di tutte le regioni, in particolare di quelle tedesche, discutere
quasi sottovoce, perché essere svizzeri non è come essere italiani, e ridere
sommessamente quasi si trovassero nelle loro valli, dove si sente sempre il tintinnio
dei campanelli delle famigerate mucche, e temessero che l'eco del loro
gutturale Schweizer Deutsch gli rimbombasse contro, mentre degustano le loro
pietanze tipiche e bevono un buon vino, italiano di rito, che altro buon vino
ci potrebbe essere?
Ma è facile vederci anche dei dominicani desiderosi di
ordinare un buon raclette o una buona fondue che nel "poligono", zona
gastronomica per antonomasia del Distrito Nacional, tra i viali Kennedy e 27 de
febrero da una parte e Ortega e Gasset e W. Churchill dall'altra, non troverete
mai.
E non a caso ho visto più volte tra i clienti di questo
ristorante svizzero l'ambasciatrice dominicana in Italia, Peggy Cabral, dalla comunità
italiana di Santo Domingo tanto benvoluta per la sua decisa azione a favore
della riapertura della nostra ambasciata.
Per quel che riguarda gli italiani è da fare un discorso a
parte. I frequentatori di questo ristorante svizzero ticinese sono per lo più
frontalieri, abituati a bazzicare lungo l'arco alpino, d'inverno e d'estate,
che hanno affrontato tempeste di neve e frane, cercando di avvantaggiarsi, si
dice, delle differenze di prezzi tra gli stati a ridosso dell'invisibile linea
di confine settentrionale italiana: contrabbando di tanti anni fa quando si
trattava di una violazione amministrativa. Non è più così, oggi viene trattato
come reato in Italia ed è quindi ormai un'attività quasi scomparsa... A parte
il fatto che potrebbe sussistere soltanto tra l'Italia e la Svizzera. E così i frontalieri
che comunicano fra loro in italiano, ma che ogni tanto biascicano delle parole
nei loro dialetti con assonanze barbariche si sono ritrovati venerdì sera
nell'unico ristorante svizzero che è anche italiano per congedarsi da Mario
Torroni, loro amico da sempre. Non sarà più lo stesso si ripetono. Un ciclo
finisce e non si torna più
indietro. A meno che... chissà, che Mario riapra da
qualche parte nel "poligono" una Fondue come quella che chiuse 12
anni fa e che gestì per dieci anni con grande successo in quella stessa zona.
Dovunque tu vada Mario, sappi che lì ci saremo anche noi a
ricordare i vecchi tempi, quando la neve era tanta, ma noi che eravamo giovani
non avevamo mai né freddo né paura!
La pietanza che ci è stata offerta non poteva essere più
adeguata: cinghiale alpino, cacciato nella linea di frontiera e polenta... Come
è arrivato il cinghiale da queste parti nei tropici? Un segreto che non
sveleremo!
Vino e grappa a volontà, quest'ultima rigorosamente friulana.
Non poteva essere diversamente!