La riapertura dell'ambasciata italiana di
Santo Domingo ci è stata annunciata nel mese di ottobre del 2016 dall'allora Ministro
degli Affari esteri Paolo Gentiloni. Presidente del Consiglio, Matteo Renzi.
Il merito della riapertura se lo
spartiscono in tanti, ma è solo suo, di Matteo Renzi che, una volta scoperto
l'errore in cui era incorso il governo con il provvedimento di chiusura della
nostra ambasciata, ebbe il coraggio di fare retromarcia e di ordinarne la
riapertura. Queste cose non si vedono tutti i giorni, soprattutto in Italia. Ma
perché si commise questo madornale errore?
Vogliamo capire i motivi per cui il governo
sbagliò quando emise il famoso decreto di rimozione della nostra sede
diplomatica. Diciamo che i fatti rasentano l'inverosimile... Ho comunque più volte
sostenuto che alla base di tutto c'è un profondo distacco tra la Farnesina e il
resto del governo. Il Presidente del Consiglio di turno non ha da anni voce in
capitolo nella Farnesina che rappresenta un reparto a sé stante, una specie di
enclave sotto il controllo ferreo del senatore a vita Mario Monti che al suo
interno fa il bello e il cattivo tempo, determinandone le cariche e le
strategie, secondo un disegno mondiale del neoliberalismo internazionale.
Tornando a ritroso nel tempo, dobbiamo
soffermarci sul momento in cui il pacchetto della Spending review MAE viene
proposto all'approvazione del Consiglio dei Ministri. In questo pacchetto era
stata introdotta anche la rimozione della sede diplomatica di Santo Domingo.
Se ne deduce che si è trattato di una
proposta "pacchetto" e come tale presentata e approvata. Un pacchetto
con un totale: 100 milioni di euro di risparmio.
Certo le riunioni sono sempre una noia e i
nostri ministri sicuramente non vedevano l'ora di uscire a camminare per le
antiche vie della città imperiale, soffermandosi magari per degustare delle
prelibatezze in qualche buon ristorante dei dintorni.
Mi riesce difficile comunque escludere che qualcuno
dei presenti non abbia pensato, scherzosamente per carità, senza l'ombra di una
contestazione, di chiedere all'omino zelante (verde?) disposto a rispondere a
ogni domanda, e mi sembra anche di vederlo perché lo conosco, lo conosciamo
personalmente questo omino, di chiedergli dico "Chiudete Santo Domingo? E
come mai? Ci sono tanti italiani che vi abitano!" Penso di non essere il
solo in grado di indovinare la probabile risposta dell'omino zelante, uno di
quelli che "qui lo dico e qui lo nego": il servizio visti era stato
chiuso ormai da un anno, grande scandalo con coinvolgimento di mafie varie, un
nido di vipere, ingestibile... Gli italiani colà residenti? Gentaglia, falliti,
latitanti... e, comunque non è che li si abbandoni, ci sarà la rete onoraria e verrà
instaurato il consolato laptop...
Cento milioni di risparmio, ma la sede
diplomatica, a quanto ammontavano le sue entrate e le sue uscite, quali servizi
erogava, quanto incassava a titolo di tariffe, quante imprese italiane sono
radicate nell'isola, quanto PIL, quanta occupazione creano in Italia? Quanti
dominicani residenti in Italia hanno bisogno della nostra ambasciata, quanto PIL
creano in Italia. E i turisti, oltre 100 mila l'anno, chi li assiste in caso di
necessità e i deceduti e il servizio di crisi e i carcerati? E il
riconoscimento dei figli, e la cittadinanza ai coniugi e agli oriundi? E i
passaporti? Ei pensionati che pagano le imposte in Italia, a quanti milioni di
euro queste ammontano? E tante altre cose ancora...
Ma non serviva altro! Dal pacchetto
risultava un risparmio di cento milioni di euro...
Risparmio? A ben vedere non c'è stato alcun
risparmio! Solo disagi per i connazionali! Sin dalla decisione della chiusura
della nostra ambasciata si è solo sperperato in tutti i modi possibili. Buttato
via quanto c'era di attrezzatura ecc. negli uffici, trasferito a Panama
l'incartamento plurisecolare, assunti nuovi impiegati a Panama, preso in
affitto un nuovo locale spazioso a Panama per far fronte all'ampliamento dovuto
alle nuove circoscrizioni... Questo per poi ripristinare nuovamente il tutto a
Santo Domingo, uffici consolari, macchinari, arredi, attrezzatura, assunzioni, residenza
dell'ambasciatore, parco macchine, rispedizione dell'incartamento plurisecolare...
Le comiche!
L'unico contributo al risparmio derivato dalla
rimozione della nostra ambasciata sarebbe stata la cessione dei suoi immobili
del valore di circa 15 milioni di euro. Ma non potevano essere venduti!
Probabilmente questo non se lo aspettava nessuno all'interno del MAE! Ma non
sempre le ciambelle escono con il buco e i destinatari di quei milioni? Come
anatroccoli neri con le bocche spalancate aspettano impazienti di essere sfamati.
Ma c'è pur sempre Mario Africa a provvederci. C'è pur sempre la cooperazione,
che è l'altra faccia del MAE.
Questa è la contabilità secondo la Farnesina...
a pacchetti... alla carlona, approssimativa, dove l'efficienza
non conta niente, dove si distrugge per realizzare contanti da smistare altrove, dove vengono esternalizzati
i visti a società con sede in paradisi fiscali con bilanci non attendibili e
assetti societari non trasparenti...
E il responsabile di tutto questo? È stato promosso! O vi
attendevate altro? Comunque a ben vedere con l'uscita di Matteo Renzi dalla
scena politica noi italiani all'estero
siamo caduti dalla padella nella brace, e lì ci rimarremo almeno
fino alle prossime elezioni politiche. Guardate un po' chi è il premier e poi
giratevi per vedere chi è il ministro degli esteri... Nulla da ridire sul
ministro, tranne che non si trova in buone mani o qualcuno pensa il contrario?
Sul premier invece...