Il mare dei Caraibi non ci sta! E tutta la
spazzatura che l’Ozama, con la collaborazione del suo affluente, il fiume
Isabela, gli riversa la spinge sulla riva del famigerato malecón.
60 tonnellate sono state rimosse dalle acque,
caricate su 5.000 sacchetti di plastica.
Ci lavorano 600 uomini, facenti parte del personale
del Ministero delle opere pubbliche e del Comune del Distretto Nazionale.
I rifiuti così raccolti vengono consegnati a una
società di riciclaggio di materiale plastico non specificata.
Non è possibile l’utilizzo di macchinari pesanti in
quanto in quelle zone le acque sono poco profonde e non accessibili alle navi
adibite alla rimozione dei residui.
Tra una settimana comunque è previsto l’arrivo di un’imbarcazione
munita di reti speciali in grado di agevolare i lavori di smaltimento lungo il
litorale del DN.
Probabilmente ci vorranno tra i due e i tre mesi per
completare la pulizia.
Nel frattempo si nota un rallentamento del servizio
di raccolta dei rifiuti solidi urbani dei comuni del Gran Santo Domingo. E l’accumulo
di spazzatura è visibile lungo le strade. Quando è così la gente si rivolge a
privati che si servono di tricicli con i quali alimentano le discariche
abusive. E quindi in definitiva le cose si risolvono da una parte e si
complicano da un’altra
Le squadre di smaltimento si trovano nella piazza
Montesino, nella spiaggia di Guibia e nell’area dell’obelisco femmina.
Ovviamente le autorità rinnovano sempre l’invito alla
popolazione a non gettare oggetti plastici nelle spiagge, strade e viali in
modo da preservare l’ambiente.
Si può pensare che manca una coscienza civica e
sicuramente anche questo influisce, ma è carente soprattutto il servizio di smaltimento
che è costoso per le amministrazioni comunali in quanto la città si è sviluppata
orizzontalmente e l’area di raccolta è estesa e in quando tale servizio non
viene praticamente pagato dai cittadini.