Nel recente incontro di mercoledì scorso alla
Farnesina tra il sottosegretario agli esteri Ricardo Antonio Merlo e l’ambasciatore
di Santo Domingo Andrea Canepari è stato confermato il trasloco della nostra
sede diplomatica.
La data dell’inaugurazione dei nuovi uffici è stata
fissata per il mese di ottobre del corrente anno.
Si tratta di un avvenimento importante fortemente
voluto dal nostro ambasciatore per diversi motivi tra i quali l’infrastruttura
obsoleta dell’impianto telefonico, l’inagibilità di alcuni locali, il malfunzionamento
degli impianti elettrici e sanitari, ecc.
L’ambasciatore ha sostenuto più volte che molte
delle inefficienze relative ai servizi consolari contestate alla sede
diplomatica erano dovute all’obsolescenza delle infrastrutture e degli
impianti.
Si afferma inoltre che nei nuovi uffici ci sarà
posto per l’inserimento di nuovo personale e quindi per il miglioramento dei
tempi di erogazione dei servizi consolari.
L’ambasciata si sposterà nella Núñez de Cáceres, di fronte
al Down Town Center, quasi angolo Rómulo Betancourt nell’edificio Ginaka 2.0.
Occuperà il terzo piano.
Al quinto e al sesto piano di quello stesso edificio
si trova l’ambasciata tedesca. Senza dilungarci molto sui tedeschi, soprattutto
per questioni di autostima, c’è da dire che l’ambasciata della Germania è
aperta al pubblico, nel quinto piano dalle ore 8:00 alle ore 11:30 per pratiche
consolari. Per contatti con l’ambasciata di altra natura si può accedere nel sesto piano dalle ore 7:00 alle ore 15:00 sempre da lunedì a venerdì.
Ebbene sì, loro hanno due piani e noi ne avremo uno
solo! Eppure a rigor di logica dovremmo averne quanto meno due anche noi per
numero di iscritti AIRE, di turisti che arrivano ogni anno e di relazioni d’affari,
lasciando perdere i legami storici e culturali.
L’iniziativa comunque dello spostamento della sede è
della gestione precedente del MAE. Ed è stata annunciata già nel mese di ottobre
del 2016 da Mario Giro di cui si diceva che avesse voluto chiudere la nostra
ambasciata per vendere gli immobili demaniali e destinare i fondi a favore di qualche
non meglio precisata località africana.
Ecco allora che il santedigino Mario Giro promosse
subito l’abbandono degli immobili adibiti a sede consolare e a residenza dell’ambasciatore
per dimostrare forse che non valevano nulla e che a lui non erano mai
interessati.
Il costo? Non era un problema, prima sì, ma ora no,
secondo una logica contorta che riesce difficile da capire se non percorrendo
tortuose strade di ripicche e capricci di omini messi senza meriti propri su
piedestalli di potere.
Nella sede attuale, quella di sempre, non è stato
speso un euro negli ultimi quattro anni. Si trova in evidente sfacelo anche per
noncuranza.
Comunque l’ipotesi che l’inaugurazione possa essere
fatta a ottobre è alquanto dubbia. I lavori attualmente sono sospesi per
mancanza di fondi e sono tantissime le cose da fare, praticamente tutto, il
locale è vuoto con i suoi 600 mq circa di superficie in attesa delle
suddivisioni dei vari uffici e delle installazioni delle infrastrutture e degli
impianti necessari, nonché dell’arredamento. L’ambasciatore è in ferie e
presumibilmente tornerà a fine agosto.
A ottobre semmai si incomincerà a parlare a Roma di
legge di bilancio e si faranno gli stanziamenti anche per la Farnesina che
dovrà decidere la ponderazione dell’assegnazione dei fondi tra Cooperazione internazionale
e Rete diplomatica. E i fondi probabilmente arriveranno a gennaio.
Comunque non bisogna mettere il carro davanti ai
buoi!
Non è detto che a ottobre non si riesca a fare l’inaugurazione
della nuova sede.
Bisogna ammettere però che questa non rientra tra le
priorità espresse dal sottosegretario subentrante della Farnesina, sul quale
gli italiani residenti all’estero fanno moltissimo affidamento.
Priorità vuol dire anche destinare i fondi dove
questi sono più necessari e il trasloco della sede può non garantire da solo
una migliore erogazione dei servizi consolari.
Se continua a prevalere l’atteggiamento ostile dei
funzionari delle sedi diplomatiche verso i connazionali residenti all’estero e
verso le pratiche consolari imposto dalla vecchia gestione, possiamo trasferire
i locali dove vogliamo, le cose per questo non cambieranno.
Sarà che noi eravamo fino all’altro ieri degli
anatroccoli brutti ed è per questo che ci hanno chiuso l’ambasciata e che ora invece tutto a un tratto siamo diventati dei cigni bellissimi? A tal punto che pur
avendo una sede operativa di proprietà demaniale ce ne assegnano una nuova che
costa fior di quattrini!
Gli impiegati lavoreranno meglio? Forse! Comunque
nello stesso edificio si è sistemata l’ambasciata tedesca occupando due piani e
noi ne avremo uno solo…