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venerdì 13 luglio 2018

Mucchi di spazzatura coprono il lungomare (malecón) di Santo Domingo



Una grande quantità di residui è finita sulla riva del mare e si è accumulata lungo la fascia costiera del malecón dal monumento della redenzione del debito (obelisco femmina) fino alla statua del frate Anton de Montesinos. I rifiuti solidi erano visibili anche dopo la spiaggia di Güibia e raggiungevano la Piazza Juan Barón.
In questa zona era possibile osservare animali morti, oggetti di plastica, alghe, rami e altri rifiuti.
Sono residui solidi che sono stati trascinati dall’onda tropicale Beryl e che provengono dal Fiume Ozama. Le brigate municipali sono all’opera, al loro fianco lavorano anche squadre del Ministero dei lavori pubblici per una pulizia che non si prospetta per niente facile.
La spazzatura si era impigliata accumulandosi presso il ponte galleggiante che comunica il Distretto Nazionale con Santo Domingo Este. Quando il ponte è stato aperto i residui sono stati trascinati dalla corrente e sono confluiti sul mare, che li ha prontamente respinti verso il litorale. A quanto pare il mare preferisce non aver a che fare con tanto sudiciume e lo restituisce al mittente.
Piatti, bicchieri, bottiglie e contenitori vari, coperchi, sacchetti: tanta plastica sulla riva del mare, ma anche tronchi e rami di alberi, animali morti e altri residui.
Le piogge di Beryl hanno provocato rilevanti inondazioni nel Distretto Nazionale e nella provincia Santo Domingo. La spazzatura in grandi quantità galleggiava dappertutto e secondo le autorità ha provocato l’otturazione dei punti di drenaggio con conseguenti allagamenti.
I residui di plastica sono un problema dappertutto. Si sostiene che a livello mondiale la plastica come rifiuto depositato sul mare uccida ogni anno un milione di uccelli e 100.000 mammiferi. La plastica disintegrata in piccoli pezzi vene poi ingerita dalla fauna marina, pesci e anfibi li confondono con cibo. E si afferma che queste particelle di plastica siano presenti anche nel sale marino.
C’è nel Pacifico un’isola grande quanto tre volte la Francia composta da 79.000 tonnellate di materiale plastico galleggiante.
Spazzatura in Haiti

Non occorre andare tanto lontano basta guardarci attorno. Ad Haiti il problema della spazzatura sul mare è ormai allarmante. Non si sa se sia un bene o un male, ma questo non è certamente l’unico problema di Haiti e nemmeno il più preoccupante.
Comunque siccome è proprio vero che i mali estremi vanno affrontati con estremi rimedi ne è venuta fuori una mezza soluzione che sta dando da vivere a 3.500 persone. È stata istituita nel paese caraibico la Banca della Plastica, una ditta canadese, alla quale recentemente si è associata una società tedesca. La gente è invogliata a raccogliere la plastica, ottenendo per questo un compenso. Dai residui si ricavano dei prodotti che vengono collocati sul mercato.
Non per nulla si dice che in natura non ci sono rifiuti. Soltanto gli uomini producono rifiuti.