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lunedì 2 luglio 2018

L’oriundo lucchese Ricardo Martinelli ex presidente del Panama estradato dagli Stati Uniti e incarcerato a Panama in attesa di giudizio



Abbiamo seguito con attenzione la vicenda del nostro connazionale già presidente del Panama, Ricardo Martinelli, oriundo di Lucca.
Se ne può trarre qualche insegnamento. Dopo un anno di carcere negli Stati Uniti in attesa dell’estradizione arriva nel suo paese e viene rinchiuso nelle patrie galere. “Un hotel a 5 stelle” ha dichiarato confrontando il suo attuale luogo di reclusione con quello di Miami, e ha aggiunto: “Sono stato rinchiuso come un cane senza poter nemmeno leggere, ma ho saputo mantenere la mia dignità”.
Il capo d’imputazione principale riguarda le intercettazioni telefoniche. Un reato per il quale non dovrebbe essere stata concessa l’estradizione. Questo non è infatti previsto nell’accordo sottoscritto al riguardo tra gli Stati Uniti e il Panama nel 2005. “Una persecuzione politica”, sostiene l’oriundo lucchese, di Juan Carlos Varela alleato di partito, vice presidente nel periodo di mandato di Martinelli e attuale presidente del Panama.
Dalla sua storia si deduce che all’oriundo lucchese non è andata per niente bene con i suoi alleati. Né con l’attuale presidente suo ex amico e  ora suo implacabile persecutore, né con gli Stati Uniti.  Eppure l’italo-panamense sostiene con rammarico: “Sono sempre stato al 100% dalla parte degli Stati Uniti. Ho sempre votato a favore di Israele, il suo principale alleato, tanto da essere dichiarato persona non grata da Hezbollah” e si sofferma ancora su tutto quanto ha fatto per essere sempre dalla parte degli USA ogni qualvolta gli veniva chiesto un intervento a tal fine.
Durante un pranzo a Lagley, sede della Cia, gli è stato detto che avrebbe potuto recarsi in qualsiasi momento negli USA qualora avesse avuto bisogno di proteggersi da Varela, l’attuale presidente del Panama. “Avevo l’impressione di poter fare affidamento sulle promesse dei funzionari americani. Sbagliavo!” Questa è la conclusione alla quale l’oriundo lucchese è giunto.
Ricardo Martinelli pensava forse di essere in una botte di ferro perché tra le altre cose votava sempre secondo le direttive americane, ad esempio a favore di Israele, pur evidentemente senza convinzione altrimenti non ne parlerebbe in questi termini. E se votava così pur non essendo d’accordo si aspettava una certa considerazione. Del resto se si è dalla parte dei potenti, avrà pensato, non si può sbagliare! Ma non è  sempre così e lo vediamo dappertutto in America Latina. Le prigioni sono piene di ex presidenti e politici ai vertici, scontando le pene più svariate. I potenti sono avari nei confronti dei loro adulatori…
Ora Ricardo Martinelli si trova nelle patrie galere, molto meglio comunque di quando era rinchiuso a Miami, e chiede attraverso i suoi avvocati alcuni privilegi non previsti per i normali carcerati:
una domestica per le pulizie giornaliere della sua cella
una televisione di 45 pollici con servizio di programmazione a pagamento
delle persiane in legno per le finestre
un deposito d’acqua più grande
uno scaldabagno
un impianto musicale
un riproduttore blue ray
un mobile in legno
un estrattore di umidità
un computer
Dispiace per l’oriundo, ma purtroppo non sempre prendere le parti dei potenti e sostenere soprusi e ingiustizie paga.  
Speriamo che gli concedano tutti quei privilegi. Penso comunque che meriterebbe essere trattato come nel carcere di Miami, come un cane… in modo che ci tenga a salvaguardare quella dignità di cui non si è curato quando approvava le malefatte dei potenti del mondo. Una specie di karma…