Il caso di Sosúa è stato di recente oggetto dell’attenzione
dei media. I proprietari di hotel e negozi turistici si sono lamentati per il
numero di visitatori in calo nonostante la spiaggia da sogno ecc. e il motivo
sarebbe l’aumento della prostituzione che viene esercitata pubblicamente nelle
sue strade a tutte le ore del giorno e della notte.
La reazione della nostra comunità è stata fredda.
Non si vedrebbe, si sostiene dai più, quella grande differenza con altre
località turistiche. La storia della prostituzione infantile sollevata dall’attrice
Cheddy García sembra una vera e propria bufala e non sarebbe nemmeno vero che
il 90% delle prostitute sono haitiane, il che di primo acchito pareva improbabile.
Di fatto Sosúa dovrebbe risentire di meno degli
effetti della prostituzione dal momento che le lamentele degli esercenti alberghieri
e turistici in generale in tal senso sono molto frequenti e si ripetono a
intervalli di tempo quasi regolari.
Del resto per non meglio specificati presunti legami
a una rete di sfruttamento sessuale in quella stessa cittadina, è stato espulso
nel 2014 il nostro connazionale Armando Casciati.
La Direzione Generale di Migrazione gli ha
cancellato il permesso di residenza dalla mattina alla sera, costringendolo ad abbandonare
il paese con quello che aveva addosso secondo la regolare
prassi.
Ricordiamo che Armando Casciati ha investito in
questo paese oltre 50 milioni di dollari, era proprietario di hotel e
ristoranti e non è mai stato processato né tanto meno condannato.
Sosúa quindi piange molto, la prostituzione ce l’ha
da sempre, le serve evidentemente e ogni tanto come ora si lamenta.
In questi giorni quindi come era lecito aspettarsi
ci sono state diverse perquisizioni anche a Cabarete da parte della Procura
specializzata contro il traffico illecito di migranti e la tratta delle
persone, la Procura di Puerto Plata, il Ministero della Difesa, il Corpo
specializzato di sicurezza turistica (Cestur), gli agenti dell’unità di
investigazioni criminali (UIC) e dell’esercito della Repubblica Dominicana.
Un intervento operativo insomma di tutto riguardo
con tanta gente aggirandosi all’interno delle due cittadine turistiche. I
locali su cui era focalizzato l’interesse erano i centri di divertimento con
indizi di tratta delle persone e prossenetismo. Sono stati chiusi due di questi
negozi, il Restaurante Bar Pica Flor e il Bar Restaurante Barrio Latino e sono state
“riscattate” circa 70 donne dominicane.
Il solito elefante che partorisce un topolino.
Sorprende l’uso del verbo riscattare, comune sempre
in queste circostanze, relativamente alle donne che si prostituivano all’interno
di questi due locali, anche se per la verità possono sussistere dubbi sulla loro
natura di vittime. Ai più sembra infatti che la scelta del mestiere più vecchio
del mondo sia volontaria.
Non ci sono tracce almeno sulla carta di
prostituzione minorile e non esiste nemmeno la conferma che il 90% delle
prostitute sia haitiana.