Cerca nel blog

venerdì 20 luglio 2018

Abbiamo bisogno di un Comites riconosciuto e rispettato dall’ambasciata e dalle figura onorarie! Ci attendiamo una presa di posizione da parte del MAECI



La buona novella è che con il governo pentaleghista l’estero acquista un rilievo che non aveva in precedenza mai avuto.
Dalla mattina alla sera l’ottica dalla Farnesina è mutata completamente.
La rete diplomatica non è più una fonte di spese da tagliare, ma una risorsa da valorizzare.
Certo si passa dai mondialisti per i quali l’ultimo posto nella classifica degli interessi veniva occupato dai cittadini italiani, ai sovranisti per i quali questi ultimi sia nel territorio nazionale che all’estero assumono una posizione centrale.
Una vera e propria rinascita proiettata inesorabilmente verso il futuro.
Si fa avanti la consapevolezza del valore dell’italianità: la nostra storia, la nostra cultura e perché no il nostro DNA sono la nostra vera risorsa.
Sappiamo per fortuna anche chi sono stati da sempre i nostri nemici. Li teniamo ora sotto controllo.
Alle spalle ci lasciamo il buio più pesto.
Anche nel comparto estero, nella rete diplomatica passiamo da una tendenza che sembrava senza ritorno verso lo smantellamento, la riduzione drastica del personale e delle sedi consolari, la privatizzazione dei servizi, l’indifferenza verso Comites e CGIE, la diffusione della rete onoraria, il disinteresse verso i servizi consolari, all’estremo opposto.
Di recente abbiamo assistito a un’interessante assemblea plenaria del CGIE. Il sottosegretario agli esteri on. Merlo in quella sede  ha ribadito ancora una volta il suo interesse verso un potenziamento del CGIE e del Comites.
Da Santo Domingo è partita una comunicazione al CGIE firmata dal presidente del Comites, cav. Paolo Dussich, in cui si chiede tra l’altro che “dal MAECI possano essere forniti gli strumenti necessari per tornare alla normalità: un ufficio consolare aperto alla comunità”. A tal fine si chiedono risorse, in particolare personale.
Un intervento importante del nostro Comites.
Ed ecco qui giunti al punto dolente: il Comites di Panama è il nostro Comites?
A tutti gli effetti sì, ma il MAECI ancora non si è pronunciato per ufficializzare questa situazione paradossale alla quale siamo pervenuti dopo la riapertura della nostra ambasciata.
Il Comites di Panama viene riconosciuto dal nostro ambasciatore per bontà sua oppure ufficialmente sia il capo missione che le figure onorarie ne devono tener conto in quanto organo rappresentativo della comunità italiana residente nella Repubblica Dominicana?
Sarebbe opportuno procedere a nuove elezioni del Comites a Panama e nella Repubblica Dominicana oppure al Ministero preferiscono ufficializzare la posizione del Comites di Panama nella Repubblica Dominicana?
Diversi membri del Comites di Panama sono dei connazionali abitanti a Santo Domingo che godono della fiducia della comunità e che si sono distinti in più occasioni per attività a favore della stessa. Ne citerò tre e valga per tutti: Angelo Viro, Paolo Dussich e Flavio Bellinato.
Riteniamo che la nostra comunità abbia il diritto di avere un Comites anche se eventualmente ancora per qualche tempo in condivisione con Panama.
Riteniamo che sia nell’interesse della nostra comunità che il Comites di Panama venga riconosciuto a tutti gli effetti come Comites anche di Santo Domingo e che venga invitato sistematicamente agli eventi che riguardano la nostra ambasciata, il consolato onorario e i viceconsolati e i nostri connazionali.
Come comunità ci stiamo organizzando bene. La lotta per la riapertura della sede diplomatica ci ha temprato. Ora vogliamo anche noi potenziare per quanto possibile l’organo che ci rappresenta, il Comites, davanti all’ambasciata e al CGIE e quindi al Ministero degli Affari Esteri.
Le persone giuste ce le abbiamo e sono già nei posti giusti. È quindi importante che queste vengano messe nelle condizioni di rappresentarci al meglio.