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domenica 8 luglio 2018

On. Ricardo Merlo: sviluppo del punto 10 del programma di governo, sì al reddito di cittadinanza, sì a un Piano Marshall per l’Africa, no alla tratta di schiavi





Traduzione dell’intervista del giornale argentino Pagina 12 al sottosegretario agli esteri Ricardo Merlo.
Ricardo Merlo, primo sottosegretario italo-argentino degli affari esteri in un governo italiano
"Ciò che vogliamo è stabilire regole chiare"
Ex soldato delle Malvine. Ha deciso di dare il suo appoggio al governo Di Maio-Salvini, che ha destato tante polemiche per le sue decisioni contro i migranti.
Ricardo Merlo è il primo italo-argentino, eletto all'estero come membro del Senato italiano, che fa parte di un governo italiano come sottosegretario agli esteri. È stato nominato dal governo di Giuseppe Conte guidato dai due partiti che hanno raggiunto la maggioranza nelle elezioni di marzo: il Movimento Cinque Stelle guidato dall’attuale vice primo ministro e ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Luigi Di Maio e la Lega, il partito di destra guidato dal secondo vice primo ministro e ministro degli Interni, Matteo Salvini.
Merlo, ex soldato delle Malvine, giocatore di calcio nell’All Boys di Buenos Aires, tifoso del Boca juniors, amante dell’asado e del mate, professore di scienze politiche presso l'Universidad del Salvador a Buenos Aires, dove ha studiato, eletto all'estero tre volte come membro del Parlamento italiano in rappresentanza del MAIE (Movimento Associativo Italiani all'Estero), di cui è uno dei fondatori, è nato a Buenos Aires all'interno di una famiglia italiana arrivata in Argentina dal Veneto (nord-est della penisola). È stato eletto senatore a marzo per la prima volta. Ha deciso di dare il suo appoggio al governo Di Maio-Salvini che finora ha destato molte polemiche, soprattutto per le decisioni contro i migranti.
Ma i suoi compiti come sottosegretario, come ha detto in un'intervista a PáginaI12, non sono ancora stati completamente definiti.
-Sosterrà l'accordo Mercosur-UE (Unione Europea) di cui si parla tanto?
Sì, sì. Noi del Maie, siamo promotori di questo accordo. Ma lo è anche il governo italiano. Sarebbe un accordo commerciale tra l'UE e il Mercosur. Ma chi si oppone è fondamentalmente la Francia dove esiste un importante settore agricolo che ha influenza sul governo. L'Italia non ha un settore agricolo così importante. L'Argentina e il Brasile, tra gli altri, sono interessati a un accordo che tenga conto dei prodotti agricoli. Stabilire un accordo che non includa questo settore non avrebbe senso per il Mercosur. Sarebbe anche importante per il settore zootecnico.
-Perché il MAIE ha deciso di sostenere questo governo, che molti considerano di destra o centro destra, se il MAIE dichiara di non essere né a destra né a sinistra?
-Siamo stati contro il governo di Silvio Berlusconi e anche all’opposizione del governo di centro-sinistra che è venuto dopo. Sostanzialmente eravamo all'opposizione perché non c'era una politica per gli italiani nel mondo. Siamo stati sempre critici perché quello che avevamo in quei due periodi erano solo tagli e aggiustamenti. Nel contratto di governo firmato da Salvini e Di Maio abbiamo visto che, al punto 10, si parla di misure a favore degli italiani nel mondo. Si prospetta di migliorare la rete consolare, di promuovere la lingua e la cultura italiana, si parla degli italiani nel mondo come risorsa. Sono cose che ci sono sembrate importanti e quando ci hanno offerto di partecipare per dare esecuzione a quel punto, abbiamo pensato che era il momento di implementare queste riforme. Siamo d'accordo con molti punti del programma governativo. Ad esempio, il reddito di cittadinanza (una sorta di indennità di disoccupazione) in modo che i più poveri possano avere un certo reddito e meno tasse sulle piccole e medie imprese per consentire loro di assumere più persone. Il programma del governo è progressista, direi. C'è molta distorsione nell'informazione internazionale a questo riguardo. Si leggono cose che mi divertono molto, perché conosco i protagonisti, parlo in privato con loro e ciò che si legge non c’entra niente con ciò che viene effettivamente detto.
- Distorsione nell'informazione internazionale, a cosa si riferisce?
- Si parla di "governo xenofobo, razzista, di estrema destra". La verità è che questo non risponde al vero. Oggi il 60 per cento degli italiani vuole questo governo o voterebbe per uno dei due partiti facenti parte della coalizione. La cosa più importante sono le persone. Questo governo non ha i propri media. Berlusconi li aveva, anche il PD. Questo è il governo della gente, non dei media.
- Quindi pensa che le misure prese dal ministro dell'Interno Matteo Salvini contro i migranti non siano né xenofobe né razziste né di estrema destra?
-Certo. Ciò che vogliamo è stabilire regole chiare per l'ingresso in Italia, ad esempio quando si va in un paese che richiede un visto: se non ce l'hai, non entrare. E in secondo luogo, vogliamo investire in Africa invece di spendere 5 miliardi di euro per l'accoglienza dei migranti. Vogliamo che l'Africa si sviluppi. L'unica soluzione a lungo termine è fare in modo che non ci sia molta differenza economica tra l’Africa e l’Europa.
Si deve fare un piano Marshall per l'Africa. Qui non stiamo dicendo "non venite", ma stiamo dicendo all’Europa: dividiamo gli sforzi perché quando i migranti toccano suolo italiano, stanno toccando suolo europeo. Il governo è molto bravo a cercare di europeizzare la questione.
- Molte persone credono - e altri sfruttano questa idea - che ci sia un'invasione di migranti economici e rifugiati in Italia. I migranti che arrivano via mare in Italia sono passati da poco più di 119.000 un anno fa a poco più di 16.500 nel 2018. In Italia non c'è nessuna invasione ...
-Non occorre che ci sia un invasione
-Ma c’è qualcuno in Italia che la presenta in quel modo e ci sono politici che sfruttano questa menzogna ...
-Beh ... possono dire quello che vogliono. Ma il fatto è che le persone sprovviste di documenti devono tornare a casa loro perché ci sono delle regole. Ad eccezione dei rifugiati, che siamo tenuti a ricevere, per gli altri ci sono delle regole. L'Italia ha iniziato a far rispettare tali regole.
 -Le cifre dei morti in mare sono allarmanti. Secondo l'OIM, l'agenzia delle Nazioni Unite per la migrazione, la scorsa settimana sono morte circa 200 persone nel Mediterraneo, con un bilancio totale delle vittime nel Mediterraneo quest'anno di oltre 1.000.
-Questo accade da molto tempo, ci sono migliaia di persone che sono morte, non devono avventurarsi in mare. Se si continua a utilizzare navi delle Organizzazioni non governative (ONG) per salvarli, ogni volta ci saranno più imbarcazioni, più tratta di schiavi. Vogliamo che la tratta di schiavi finisca, che si smetta di stipare persone in un’imbarcazione perché pensano che un’altra nave di una ONG li porterà poi in Europa. Vogliamo mettere le cose in ordine.
 Allora, li lascerete proprio morire ...
 -La responsabilità di questa situazione spetta ai paesi del Nord Africa e a tutta l’Unione europea, non soltanto all’Italia. L'Europa deve fare un piano economico coerente e deve dare gli strumenti per l’esecuzione di opere pubbliche, in modo che vengano creati posti di lavoro,
- E le guerre e i conflitti? Non pensa che sarebbe necessario porre fine a conflitti e guerre poiché non solo causano la fuga delle persone, ma sono anche all’origine delle carestie?
 -Ciò che succede è che non possiamo intervenire in altri paesi.
-Ma a volte la NATO, di cui l'Italia è membro, direttamente o indirettamente partecipa ad alcuni di questi conflitti ...
-No mi risulta che la NATO promuova guerre. Vogliamo cambiare tutto e anche questo. Perché c'è anche un'apertura verso la Russia, c'è una politica internazionale che inizia a essere diversa. Il problema con queste cose che ha menzionato è che l'Italia non ha avuto alcun peso nelle decisioni. Ciò che vogliamo è che l'Italia abbia più peso in queste decisioni.
-E perché non ha avuto peso?
 -Non lo ha avuto perché l'Italia nella politica internazionale è stata un paese tiepido e ora non lo è più. Almeno questo è ciò che vogliamo raggiungere. Smettere di essere tiepidi per diventare protagonisti.
-Quali sono i suoi obiettivi come sottosegretario in relazione all'Argentina?
 -Non farò qualcosa di speciale con l'Argentina perché il mio ruolo, una volta ottenuta la delega, sarà quello di promuovere le relazioni con tutti i paesi dell'America Latina. Certo, con l'Argentina c'è un sentimento molto grande da parte mia, tante questioni delle quali mi sono sempre occupato. Ma nell'adempimento della mia missione cercherò di difendere gli interessi dell'Italia nel migliore dei modi.
-I suoi rapporti con Macri?
 -Ho parlato con il primo ministro italiano e mi ha detto che si è incontrato con Macri e dice che ha avuto un'ottima impressione. Le relazioni con l'Argentina vanno oltre noi e Macri. L'Argentina è il paese al mondo con il maggior numero di italiani. Le relazioni con l'Argentina devono crescere dal punto di vista culturale, sociale, commerciale ed economico. Le relazioni oggi sono molto buone tra i due paesi. In Argentina e in Brasile ci sono molte aziende italiane. Personalmente credo che uno dei maggiori problemi del mondo sia il settore finanziario. Considero molto positivo lo sviluppo delle piccole e medie imprese nel nord Italia. Sono imprese familiari che assicurano la distribuzione del reddito. Credo in quel modello di sviluppo. E penso che si debba lottare contro gli alti tassi, contro quei soldi che producono soldi. Quando raggiungeremo questo nel mondo, il capitalismo diventerà più umano, migliorerà.