Il primo febbraio di questo mese si è tenuta l’assemblea straordinaria del Comites, la seconda in due mesi di questo organo di recente istituzione. È stata seguita in diretta da pochi. Non sappiamo però quanti l’abbiano fatto successivamente.
Il Comites di Santo Domingo ha preso subito una strada in salita. In precedenza era tutto filato liscio. Il regolamento era stato elaborato anteriormente ed approvato all’unanimità nella prima assemblea straordinaria da parte dei membri.
C’è però evidentemente chi vuole trarre vantaggio dalla posizione maggioritaria all’interno dell’istituzione.
Da martedì primo febbraio e cioè dalla fine dell’assemblea straordinaria tenutasi in tale data, il Comites Santo Domingo può essere tranquillamente ribattezzato Comites MAIE. Tale gruppo politico ha preteso di imporre le sue scelte portandole al voto con la certezza di avere la maggioranza assoluta e con un apparente occhio di riguardo agli interessi dei professionisti, 3 su 7, alla ricerca di visibilità e di clienti e di un posticino in via Objio, da molti considerato ancora il simbolo della rappresentanza diplomatica italiana nella Repubblica Dominicana.
Il Comites è composto da 12 persone, 7 di queste non possono decidere per tutti e imporre agli altri 5 la loro linea, magari invitandoli anche a lavorare per scopi che non sono indirizzati a beneficio della comunità.
Parlare poi di 7 componenti del gruppo MAIE non è esatto perché questi per disciplina di partito potrebbero seguire a loro volta l’indirizzo di chi sta dietro le quinte.
L’opposizione non ha accettato il diktat delle commissioni già pronte o quasi e ha sempre votato contro, mettendo in evidenza la spaccatura esistente.
Noi della comunità italiana avremmo preferito che i membri del Comites lavorassero tutti insieme nell’impostazione delle proposte e che non si creassero blocchi antagonisti. Sic stantibus rebus non si potrà andare avanti, questo è poco ma sicuro.
La preoccupazione della maggioranza era quella di imporsi nelle votazioni. Non tutto è andato però nel verso giusto e il gruppo MAIE non è sempre stato compatto. Soprattutto la sfacciata proposta al voto della commissione Diritti e Servizi ai Cittadini con l’esempio dato dalla Spedicato in persona della consulenza da parte del Comites agli italiani intenzionati a trasferirsi nella Repubblica Dominicana non ha trovato il gradimento del senatore Visca, vicepresidente dell’esecutivo.
O si mettono a lavorare tutti insieme senza distinzione di gruppo e ad approvare le proposte all’unanimità o quasi oppure questo Comites Maie è destinato a non soddisfare le esigenze e le attese della comunità.
La tentazione del MAIE di trarre profitto dalla sua posizione maggioritaria non ha prospettive di successo.
Tra i 7 membri del gruppo MAIE c’è poi chi fa fatica ad alzare la mano o a precisare subito che il suo voto è neutrale; c’è chi ha altro da fare e compare poco sullo schermo, c’è poi un moderatore che sfoggia atteggiamenti aggressivi assolutamente fuori luogo.
Difficile pensare che ci siano gli estremi per una collaborazione.
Di certo esistono tutti i presupposti di una tendenza al conflitto di interessi sia di soggetti privati sia del MAIE sempre pronto a sfruttare ogni occasione con finalità elettorali.
Speriamo in un ripensamento della maggioranza MAIE che possa essere di giovamento per la comunità.