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sabato 5 febbraio 2022

Le dimissioni dagli ospedali sono troppo veloci



Ci sono due pratiche perniciose nel sistema ospedaliero pubblico: i «rimbalzi» (respingimenti) dei cittadini che richiedono cure urgenti e l’ordine tassativo di «dimettere» i pazienti per i quali ci vorrebbe una degenza più lunga in ospedale.

I contrattempi iniziano nei pronto soccorso, spesso sovraffollati di pazienti con vari tipi di malattie o, in caso di traumi, di vittime di incidenti.

Anche l’accoglienza di un paziente in pronto soccorso ha le sue regole.

I casi più gravi sono privilegiati nelle cure, ma ciò non garantisce che una volta accertata la gravità del loro caso, subiscano un intervento chirurgico o un ricovero perché spesso non ci sono posti letto disponibili.

Conosciamo il caso di un’adolescente che ha subito un incidente cadendo da un motore ed è stata portata da un’ambulanza dei servizi di emergenza sanitaria all’ospedale Darío Contreras alle 8:00 del mattino. Ha dovuto aspettare l’intervento chirurgico alle 5:00 del pomeriggio, e questo è durato più di tre ore.

Alle 9:00 del giorno successivo, senza aver completato un prudente ciclo di convalescenza, l’adolescente è stata “dimessa”. Poche ore dopo ha avuto una crisi e i suoi parenti hanno dovuto portarla in una clinica privata, dove si trova tuttora.

In diversi ospedali dimettono i pazienti “di corsa” e in caso di persone poco abbienti le protesi applicate sono poco affidabili.