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giovedì 3 febbraio 2022

Truffe dalle carceri: un problema ancora irrisolto




Molte delle truffe sulle reti sociali o attraverso i telefoni sono commesse da detenuti, che hanno fatto delle carceri «il loro centro di comando», un problema che da anni si cerca di fermare con piani che non hanno dato frutti o che sono rimasti senza effetto.

Con frequenza si sente qualcuno raccontare come i detenuti lo hanno ingannato o tentato di farlo. Dalle truffe con vendita fittizia di articoli diversi, alle chiamate che chiedono bonifici o ricariche per aiutare un presunto familiare che si dice abbia avuto un incidente, si tratta di frodi commesse da detenuti con dispositivi a cui non dovrebbero avere accesso: telefoni cellulari e router per Internet

Un anno e quattro mesi fa, il presidente Luis Abinader, nel fornire dettagli sull’esecuzione di una riforma carceraria globale, ha affermato che «una parte importante dei crimini viene organizzata dalle carceri» e ha sostenuto che il governo era intenzionato a bloccare la comunicazione dei detenuti con il mondo esterno al fine di ridurre il raggio di azione della criminalità organizzata.

Tuttavia, di tutto questo non se ne  sono visti i risultati. Un esempio al riguardo è che dopo la rissa avvenuta due settimane fa nel penitenziario nazionale di La Victoria, che ha provocato la morte di tre detenuti e il ferimento di altri dieci, le autorità hanno effettuato una perquisizione in cui hanno sequestrato, tra l’altro, più di 20 telefoni cellulari e tre router per Internet.

Secondo fonti ufficiali nei prossimi giorni saranno annunciate azioni «vigorose» per risolvere il problema. Il Ministro dell’Interno e della Polizia, con la Procura generale adotteranno misure che risolveranno il problema.

I governi di Leonel Fernández e Danilo Medina hanno cercato di attuare un qualche tipo di misura che non ha prodotto risultati. Nel 2011 è stato annunciato che sarebbero stati acquisiti cani addestrati al rilevamento dei telefoni cellulari e apparecchiature di inibizione del segnale. Nel 2014, inoltre, è stato lanciato un piano pilota di blocco del segnale nella prigione al chilometro 15 di Azua. Il progetto è costato RD $ 100 milioni ed è durato solo circa due anni.