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giovedì 29 febbraio 2024

La Repubblica Dominicana non è esente dal verificarsi di tsunami

 



A causa della grande quantità di faglie geologiche, che sono luoghi inclini a generare scosse o terremoti di una certa entità, esiste la possibilità che tali movimenti portino con sé questo tipo di disturbo.

Il territorio dell'isola è molto esposto poiché si trova tra la placca caraibica e quella nordamericana. Si tratta di una zona di subduzione, dove le placche si scontrano tra loro e quando si verificano i terremoti si liberano ed è questo che fa sì che quell'energia si trasformi in movimento dell'acqua.

Gli tsunami possono essere prodotti da grandi terremoti localizzati sulla costa o sui fondali marini, da una frana o da un'eruzione vulcanica.

L'impatto di un grande meteorite può anche generare tsunami.

Perché si formino è necessario che: l'epicentro del terremoto sia in mare o in prossimità della costa; che la magnitudo sia superiore a 6,5 ​​gradi della scala Richter e che la profondità sia inferiore a 100 chilometri dal suolo, soprattutto nelle zone di faglia di subduzione.

Lo Tsunami potrebbe essere preceduto da un rapido abbassamento del livello del mare, come se si ritirasse, esponendo scogliere, rocce e pesci dal fondale marino.

Possono causare inondazioni, erosione e impatto delle onde sulle strutture.

Il 18 ottobre 1751 si verificò un terremoto che fu avvertito in tutta l'isola, colpendo la regione meridionale da Seibo a Port-au-Prince in Haiti. la città de Azua fu distrutta e si verificò uno tsunami. Secondo le informazioni raccolte si tratta di uno degli eventi storici più gravi che abbiano interessato l’isola.

Il 7 maggio 1842 un terremoto colpì la costa settentrionale dell'isola, con un'intensità stimata superiore a 8,0 gradi di magnitudo. Si generò uno tsunami che colpì la costa nord soprattutto della parte haitiane con onde di 2 metri.

Il 4 agosto 1946 un potente tsunami con onde alte 5 m causò enormi danni alla costa nord-orientale della Repubblica Dominicana. In alcuni luoghi sotto il livello del mare, le onde sono entrate fino a 5 km nell'entroterra. La città di Matanzas fu quasi distrutta provocando la morte di 1.950 persone.​

Una donna è stata condannata a 30 anni di reclusione per l'omicidio di un cittadino canadese

 



A Puerto Plata circa due anni fa, il settantenne cittadino canadese Raymond Payant è stato accoltellato a morte a casa sua da Anglica María López González con la quale stava trascorrendo del tempo insieme. La donna a un certo punto ha chiesto all'uomo 5.000 pesos. Probabilmente c'era stato fra i due un rapporto sessuale, questo non viene specificato negli articoli dei giornali, ma ci vuole poco per capirlo.



Il canadese ha rifiutato alla López González quella somma di denaro. La donna è andata su tutte le furie e lo ha accoltellato con il primo oggetto tagliente che gli è capitato tra le mani. Il Payant si difese riuscendo a toglierle l’arma bianca con la quale era stato colpito, al ché la donna si recò in cucina prese un coltello e lo colpì ancora fino a ucciderlo.

A questo punto la donna riempì una valigia con denaro e oggetti di valore della vittima, indossò i suoi abiti per non farsi riconoscere e abbandonò il luogo del reato. Venne però arrestata dalla polizia 48 ore dopo aver commesso il fatto.



In questi casi sarebbe opportuno concordare prima il prezzo di una prestazione sessuale. Nei Caraibi il sesso gratis non esiste proprio e le tariffe sono abbastanza note.

In definitiva la condanna si può ritenere troppo pesante. Sicuramente c’erano delle attenuanti che avrebbero consentito una sentenza più mite. Si vede che la donna non aveva un buon avvocato difensore o non ce l'aveva proprio.

Il Pubblico Ministero ha sostenuto che l'omicidio era premeditato e che la donna era entrata con l'intenzione di uccidere l'uomo indossando una mascherina e degli occhiali scuri, questo probabilmente per non farsi riconoscere mentre entrava nella casa di un anziano per avere dei rapporti sessuali.

martedì 27 febbraio 2024

Il vicecapo missione dell’Ambasciata di Santo Domingo e le sue carenze in materia giuridica

 



 

Rodolfo Colaci, il diplomatico che ha sostituito il dott. Mattia Lupini nel ruolo di vicecapo missione dell’Ambasciata di Santo Domingo, ha fatto una settimana fa durante l'Assemblea Straordinaria del Comites una magra figura affrontando i temi giuridici posti dalla dott.ssa Diana Spedicato.

Dalle risposte ai riferimenti precisi ad articoli di legge e a convenzioni della consigliera del Comites è parso evidente che per il diplomatico le questioni di diritto non sono assolutamente il suo forte.

Di recente le procedure per le erogazioni di visti e di altri servizi consolari sono cambiate in peggio per i nostri connazionali. Le leggi e convenzioni vigenti non vengono rispettate. Si preferisce la consultazione verbale con funzionari di altre ambasciate e del governo dominicano.

Rodolfo Colaci ha superato il concorso per accedere alla carriera diplomatica, presentando il titolo di “Laurea Magistrale in Relazioni Internazionali, Affari e relazioni internazionali”, ottenuto presso l'Università degli Studi di Milano. Un corso di laurea biennale che si svolge completamente in inglese. È comprensibile che il diritto, soprattutto quello scritto nella nostra lingua, non sia il suo forte.

 Il vicecapo missione ha anche evidenziato nel corso dell’assemblea in questione un’imprudenza che non si addice al suo ruolo quando ha affermato che la nostra ambasciata è stata chiusa per delle irregolarità sui visti, il che non risponde assolutamente a verità. Tuttavia il diplomatico ne è convinto e teme di incorrere in rischi penali rispettando le convenzioni tra la Repubblica Dominicana e l’Italia e gli articoli di legge vigenti che regolano i criteri da adottare per i diversi servizi consolari.

Non si può dire che siamo in buone mani. La nostra sede diplomatica è la maglia nera a livello mondiale per le emissioni di passaporti e non sembra che ci siano prospettive future di miglioramento. A questo si aggiungono ora anche le lungaggini inaccettabili per la concessione dei visti di ricongiunzione familiare.

Segue la trascrizione dell’intervento di Rodolfo Colaci nell’Assemblea Straordinaria del comites del 19 febbraio scorso:

https://comitaliasantodomingo.blogspot.com/2024/02/interventi-del-vicecapo-missione.html

Interventi del vicecapo missione dell'Ambasciata di Santo Domingo nell'Assemblea Straordinaria del Comites del 19 febbraio scorso

 

Primo intervento di Rodolfo Colaci

“Come sapete le mie risposte potranno non apparirvi esaurienti, ma credo sia un po' dovuto al fatto che sono entrato da poche settimane all'ambasciata e vi vorrei dire che fin dal primo giorno mi sono abbastanza interessato della materia dei visti perché, come sapete è la materia per cui questa ambasciata è stata chiusa. Quindi è questo il punto di partenza da cui dobbiamo partire. A mio avviso non possiamo tralasciare i 15 anni di esperienza (Colaci si riferisce alla prassi che viene seguita da 15 anni nella procedura di erogazione visti). In quei 15 anni c'è stato un vuoto che si è originato in quel settore. Quindi è ovvio che oggi siamo in una situazione che, rispetto al passato è sotto maggiore attenzione da parte di Roma, da parte delle autorità, perché non si può cancellare neanche questa cosa, ma anche tralasciando questo aspetto che è bene tenere a mente, credo che comunque il fatto che ciò che sia stato fatto in passato sia automaticamente giusto non sia un argomento per me valido, nel senso che comunque si tratta di una valutazione che non avvalora una determinata tesi piuttosto che un'altra. Entrando nel merito e andando un po' per ordine, la mia preparazione è veramente ridotta, lo ammetto. Sul punto delle tempistiche senz'altro si può lavorare, si può migliorare, questo senz'altro. Vorrei fare una differenza tra Almaviva e l'Ufficio Visti. Cioè l'appuntamento con l'ufficio visti è un appuntamento diretto che poi tratta la pratica, mentre Almaviva è comunque un intermediario che fa un primo filtro e poi la pratica va spedita all'Ufficio Visti, quindi non equiparerei le cose mettendole sullo stesso piano. Comunque noi diamo un'attenzione prioritaria ai familiari che possono scriverci via mail ed è vero che c'è magari qualche maggiore incomprensione a livello nello scambio di mail (i cittadini italiani che chiedono il visto per i loro congiunti scrivono fino a 20 mail prima di ricevere una risposta), però è anche vero che siamo in contatto diretto col personale che poi tratta la pratica e quindi questo è un vantaggio di per sé, mentre la procedura di Almaviva è una procedura un po' più standard che facciamo per gestire i numeri che altrimenti non sarebbero gestibili. Quindi il fatto che il nostro personale arrivi comunque del tempo anche a rispondere ai nostri connazionali che si trovano in determinate situazioni credo che a mio avviso sia un qualcosa che vada riconosciuto. I tempi degli appuntamenti non li ho visti nella fattispecie. Ho visto alcuni tempi qua da febbraio di casi che comunque sono riusciti ad avere un appuntamento a breve. Sulla documentazione non sono proprio espertissimo, però credo che comunque per avere una prima valutazione da parte del personale che tratta i visti sulla qualità della documentazione sia un vantaggio per il connazionale, perché comunque se Almaviva fa una prima scrematura sulla documentazione, se ci arriva una documentazione incompleta, per noi può essere anche un diniego di visto in automatico con ovviamente la notifica entro dieci giorni. Però c’è comunque il fatto che cerchiamo sempre di avere uno spirito collaborativo e di ottenere tutte le informazioni necessarie per trattare il visto prioritariamente. È un qualcosa che agevola il connazionale. Infine sulla questione dei minori mi spiace, ma noi veramente applichiamo alla lettera l'articolo undici del codice dei visti in cui al comma uno si dice che i minori presentano un modulo di domanda firmato da una persona che esercita potestà genitoriale permanente o temporanea o da tutore legale. Questo perché comunque è un qualcosa che avviene in tutte le altre ambasciate che offrono visti Schengen. Quindi noi comunque ci adeguiamo e siamo all'interno di un contesto in cui le nostre decisioni non ricadono solo sul nostro Paese, ma impattano tutto lo spazio Schengen e quindi noi, a mio avviso, non possiamo consegnare un visto che è un documento importantissimo a una persona che non sia o il genitore o chi è il tutore legale o chi comunque esercita la potestà genitoriale sulla questione. Guardate che abbiamo sentito sia la direttrice della migrazione presso le autorità locali sia un magistrato del tribunale dei minori, e non è sufficiente un'autorizzazione, serve comunque un documento dal valore legale con cui anche loro accettano e per il permesso di espatrio. Quindi su questo purtroppo non possiamo transigere, perché ci sono responsabilità penali per noi come funzionari nel caso dei minori. Noi non rilasciamo il visto al minore. Rilasciamo il visto all’accompagnatore, quindi non possiamo veramente. A mio avviso questa interpretazione letterale è corretta e non c'è l'intenzione di assumersi rischi su una materia così delicata. L'attenzione da parte di Roma su questo settore è ancora maggiore. Quindi non sono rischi che possiamo assumerci. Tra l'altro siamo perfettamente in linea con quello che fanno gli altri paesi Schengen, dalla Svizzera alla Germania, alla Francia, alla Spagna. Se guardate tutti i loro formulari, richiedono le stesse nostre cose. Quindi da parte nostra su questo non possiamo transigere.”

Secondo intervento di Rodolfo Colaci:

“Forse mi sono espresso male, nel senso che nel permesso di uscita non questo perché dimostra perché ovviamente io non ho il suo background e mi affido anche molto di più ai funzionari che sono da più tempo nell'ufficio visti e stanno trattando le questioni con molta serietà, con più serietà e anche diciamo con un aggravio sul loro lavoro quotidiano, che non fanno certo diciamo perché sono appassionati alla persecuzione dei connazionali. Quello che intendevo dire è distinguere un passaporto, un permesso di uscita, un permesso a risiedere all'estero, perché in questo caso con questi visti, noi permettiamo a questi minori di andare a risiedere permanentemente all'estero come ricongiungimento familiare. Ed è in questi casi che ci è stato chiesto che la semplice autorizzazione emessa presso un consolato estero non è sufficiente ed è una cosa su cui noi ci siamo semplicemente allineati a quello che già richiedono tutti gli altri Paesi Schengen. Quindi anche in questo caso noi non lo riconosciamo sia perché le autorità ci hanno confermato che non è sufficiente un'autorizzazione, ma che serve una sentenza, sia perché è una cosa che è in linea con quanto chiesto dagli altri paesi Schengen. Veramente da parte nostra c'è tutto lo spirito collaborativo. Non abbiamo intenzione di aggravare, però è anche ragionevole che nel momento in cui c'è un minore non lo si equipari a un bene immobiliare in cui con un atto notarile, non è la stessa cosa, cioè parliamo di un pericolo di tratta dei minori. Ci sono reati penali in questi casi. Io non posso rilasciare un visto a una persona che non abbia titolo legale per farlo. È troppo pericoloso. E sul codice dei visti secondo l'articolo undici letteralmente da presentare non è solo la firma ma si presuppone una presenza. Non so se mi sono chiarito. Guarda che possiamo continuare ad approfondire la questione assieme. Veramente da parte mia c'è tutta l'intenzione però al tempo stesso è una materia troppo delicata che è già costata molto a questa sede alla comunità e secondo me andiamo a infilarci in un tunnel in cui non troviamo un'uscita e penalizziamo l'energia anche di tutta la comunità inutilmente a mio avviso.”

Il COE aumenta a 15 il numero delle province in allerta per pioggia

 



Il Centro Operativo di Emergenza (COE) ha aumentato i livelli di allerta meteorologica in 15 province del Paese a causa del verificarsi di tempo nuvoloso con piogge da moderate a forti con temporali isolati e raffiche di vento durante la giornata di oggi.

Il COE ha messo in allerta gialla cinque province: Puerto Plata, Espaillat, Hermanas Mirabal, María Trinidad Sánchez e Monseñor Nouel.

Le province in allerta verde sono La Vega, Duarte, Sánchez Ramírez, Monte Cristi, San Cristóbal, Santiago, Samaná, Monte Plata, il Gran Santo Domingo e il Distretto Nazionale.

sabato 24 febbraio 2024

Via libera definitivo alla commissione d’inchiesta Covid: Conte e Speranza tremano




È passata alla camera finalmente la costituzione della commissione d’inchiesta sul Covid dopo che due partiti, PD e M5S, hanno fatto una guerra all’interno del parlamento perché non fosse promulgata. Soprattutto Conte e Speranza hanno fatto le barricate. Una battaglia mai vista contro una commissione d’inchiesta. Perché hanno tanta paura? Cosa stanno nascondendo? “Conte e Speranza tremano”, “Preparano altre trappole per non farla partire” si legge in qualche titolo di giornale.

Durante l’adunanza parlamentare si sono sentite parolacce e insulti: “Novax squadristi” tra gli altri.

Si sta già parlando di piani segreti, scambio di mail, di messaggi Whatsapp tra il ministro Speranza e l’Istituto Superiore della Sanità in cui vengono dati degli ordini non provenienti dal famoso CTS.

Conte e Speranza dicono di essere stati bravi nel gestire la pandemia. La verità è diversa. Se Conte e Speranza fossero stati bravi come dicono, non ci sarebbero stati circa 180.000 morti di Covid. Oltre a ciò, i lockdown non avevano nessun fondamento scientifico. Anche il professor Anthony Fauci lo ha confermato di fronte alla commissione d’inchiesta istituita negli Stati Uniti d’America.

Se l’ex primo ministro e l’ex ministro della sanità avessero la coscienza a posto avrebbero dovuto favorire l’istituzione di questa commissione. Si vede che non è così!

Quel che più stupisce e che non si siano rivolti ai loro mentori, a coloro cioè che manovrano i politici burattini di tutto il mondo e che hanno imposto le misure anticovid attuate. Questi, i mentori, avrebbero potuto tranquillamente insabbiare tutto perché sono in grado di condizionare le scelte dei parlamentari. Si vede, però, che gli ex ministri ci hanno provato inutilmente e si sono sentiti abbandonati. Si sono allora messi in ridicolo facendo dell’ostruzionismo e dimostrando di fatto che hanno il terrore di ciò che una commissione d’inchiesta possa svelare.

Con ogni probabilità l’inchiesta non approderà a risultati concreti con accuse definitive di sorta. Comunque dal punto di vista formale è già qualcosa. Chi si accontenta gode.

venerdì 23 febbraio 2024

Cittadina spagnola denuncia una truffa immobiliare

 



La Repubblica Dominicana è un Paese dove le truffe sono all'ordine del giorno e spesso a farle sono persone insospettabili almeno per noi italiani.

Da queste parti non è tanto insolito che delle combriccole di avvocati, notai e talvolta magistrati si organizzino per espropriare dei loro beni immobili i legittimi proprietari.

Una cosa del genere è successa alla cittadina spagnola Ainhoa Simón Estrada, figlia di cittadini dominicani, che ha ereditato nel 2018 da suo padre l'87% delle azioni di una società che possiede una vasta tenuta agricola con 273.000 m² circa di terreno e centinaia di capi di bestiame.

Per prendere possesso della sua eredità Simón Estrada si è trasferita dalla Spagna, dove risiede, a Imbert in provincia di Puerto Plata dove si è ritrovata con una richiesta di pagamento di milioni di pesos a carico della società a fronte di un debito inventato di sana pianta.

Il ricorso al debito fasullo, in questo caso su iniziativa di un suo cugino proprietario del 13% delle azioni della società, è uno dei più frequenti espedienti utilizzati per l'espropriazione illegittima di beni immobili.

Per la creazione fraudolenta del debito è stato falsificato un verbale di assemblea nel quale l’azionista di minoranza ha autorizzato senza averne i poteri l’esecuzione di una partizione dei terreni affidandola a degli avvocati che per questa prestazione, che tra l’altro non dovrebbe rientrare nelle loro competenze professionali, hanno presentato i loro elevatissimi onorari maggiorati da more e spese di giudizio.

La cittadina spagnola ha informato la sua ambasciata di questa situazione e ha avviato la procedura legale per respingere le richieste fraudolente.

Le auguriamo tanta fortuna!

Lo sportello Comites si potenzia





L’iniziativa del Comites Santo Domingo si sta avviando alla sua seconda fase con un ufficio nel centro della città nei pressi dell’Ambasciata d’Italia a cui verrà adibito come impiegato uno dei 17 candidati, attualmente al vaglio di un’apposita commissione, che si sono offerti per il posto di lavoro.

L’orario di apertura giornaliero sarà di 4 ore da lunedì a venerdì per un totale di 80 ore mensili.

Il progetto finora è stato sostenuto dal dott. Flavio Bellinato nei due uffici gratuitamente messi a disposizione dallo scorso mese di ottobre 4 ore settimanali in forma presenziale e via WhatsApp anche le domeniche come ha sostenuto il dottor Bellinato.

Il Comites nel frattempo è riuscito a ottenere dal MAECI fondi per 7.000 euro da destinare all’affitto dei locali e per 9000 euro per il pagamento dello stipendio dell’impiegato.

Il locale viene concesso a titolo gratuito dal Cav. Paolo Dussich, consigliere CGIE e presidente dell’associazione CTIM, per cui i relativi fondi da destinare all’affitto si renderanno disponibili anche per l’anno prossimo.

Il progetto ha riscontrato finora grande successo. Il Comites Santo Domingo ha voluto istituire lo Sportello Comites per fornire ai connazionali informazioni su questioni legate ai servizi consolari, all’assistenza per l’iscrizione all’AIRE e al supporto nell’utilizzo di mezzi informatici per coloro che hanno meno familiarità con computer e internet.

Si è evoluto inoltre frenare il circolo vizioso degli appuntamenti andati persi a causa di documentazione incompleta, impedendo così di conseguenza ad altri di presentare le proprie pratiche. Questa è una problematica che intasa più di quanto già non lo sia il sito web Prenot@mi.

L’iniziativa non è nuova. Comunque, con lo Sportello Comites dotato di un ufficio attrezzato e di un impiegato e aperto 80 ore al mese, il Comites Santo Domingo si posiziona in primo piano a livello mondiale.

Altre iniziative del genere:

Comites Dortmund: Sportello del connazionale;

Comites Monaco di Baviera: Sportello del Cittadino;

Comites Stoccarda: Sportello Comites;

Comites Lussemburgo: Sportello Italiano;

Comites Houston: Sportello del Cittadino;

Comites Manchester: Sportello Comites;

Comites Grecia: Sportello del Cittadino;

Comites Portogallo: Sportello del Cittadino.


giovedì 22 febbraio 2024

Andrea Bocelli sarà accompagnato dalla SD Philharmonic allo Stadio Olimpico




Il tenore più amato al mondo si esibirà, per la prima volta nella capitale, questo sabato 24 febbraio. Sarà un ‘esperienza musicale indimenticabile con l’Orchestra Filarmonica di Santo Domingo.

L’orchestra Filarmonica sarà diretta da Carlos Bernini. Sarà presente anche il famoso direttore musicale Amaury Sánchez.

Il tenore arriva nella Repubblica Dominicana per festeggiare 30 anni di carriera di successo. Bocelli è considerato uno degli artisti più importanti degli ultimi decenni e con i suoi oltre 90 milioni di dischi venduti è riconosciuto come un’icona mondiale.

Più di 100 persone stanno lavorando da diversi giorni allo Stadio Olimpico per preparare tutti i dettagli di questo grande evento. Lo stadio verrà allestito con una capacità ridotta per generare un’atmosfera molto più intima.

Bocelli sarà accompagnato sul palco da 72 musicisti dominicani. Lo spettacolo avrà un sistema audio all’avanguardia accuratamente distribuito in tutto lo stadio, che garantirà un’esperienza sonora unica per tutti i partecipanti.

Gli ultimi biglietti per questo concerto sono disponibili su tubeleta.com.do.

Assemblea Comites: Il consigliere Scerra illustra il suo sondaggio sui passaporti emessi da Caracas, Rosario e Santo Domingo

 



Il consigliere del Comites Massimiliano Scerra è intervenuto nel corso dell’assemblea straordinaria di martedì per esporre i dati da lui raccolti con un sondaggio riguardante le sedi consolari di Caracas, Rosario e Santo Domingo.

Il consigliere in questione si è rivolto nel corso del 2023 direttamente al console generale di Caracas Nicola Occhipinti, al vicesegretario CGIE Mariano Gazzola di Rosario (Argentina) e al vice capo missione di Santo Domingo Mattia Lupini.

Le domande rivolte a ognuno di loro sono state le seguenti:

1)Qual è il numero dei collaboratori

2) Quanti collaboratori sono adibiti all’ufficio passaporti;

3) Quanti appuntamenti giornalieri si prendono per i passaporti;

4) Quanti sono gli iscritti AIRE;

5) Come va con il sistema Prenotami?

Le risposte sono state le seguenti:

NICOLA OCCHIPINTI:

1) Venti;

2) Due;

3) “Fino a 100. Ad ogni modo soddisfiamo al cento per cento l’intera domanda anzi la nostra offerta supera la domanda;

4) 140.000;

5) “Da maggio del 2020 non la usiamo. Da quella data gli appuntamenti sono solo via email immediati e per tutti i settori riservati ai connazionali, due settimane per la cittadinanza dei figli diretti, un mese e mezzo per la ricostruzione della cittadinanza.

MARIANO GAZZOLA:

1) Quattordici;

2) Tre;

3) 55

4) 50.000

5) Nessuna risposta.

MATTIA LUPINI

1) Tredici;

2) Due;

3) Cinque;

4) 13.000;

5) Non risulta che abbia risposto.

Il consigliere Scerra ha aggiunto che lo aveva  incuriosito il fatto che il Consolato di Caracas facesse 100 passaporti al giorno con due addetti al relativo ufficio e con 140 mila iscritti AIRE mentre a Santo Domingo se ne facessero cinque con due addetti e 13.000 iscritti AIRE. E ha concluso il suo intervento augurandosi che il nuovo diplomatico in forza, Rodolfo Colaci, “possa studiare un po’ la situazione e vedere se ci sia il modo di migliorare il servizio passaporti perché è veramente pesante per molti. Ci sono persone che non riescono a viaggiare perché non hanno questo documento e, se non è un’emergenza, per gli appuntamenti stiamo parlando di mesi e mesi”.

Un intervento molto utile del consigliere Massimiliano Scerra che trova riscontro anche esaminando l’Annuario Statistico della Farnesina dal quale si può risalire indirettamente alla media giornaliera delle emissioni di passaporti.

 Vedere anche:

https://comitaliasantodomingo.blogspot.com/2024/02/servizi-consolari-confronto-tra-panama.html

Ufficio Visti: il Comites segnala un irrigidimento inaccettabile delle procedure




Nel suo intervento alla recente Assemblea Straordinaria del Comites Santo Domingo, il consigliere Diana Spedicato ha rilevato recenti cambiamenti nell’accoglimento delle richieste di visto e nel loro trattamento che recano forte disagio soprattutto ai connazionali interessati al servizio. Gli appuntamenti a tal fine sono via email, ce ne vuole una ventina prima di ottenerli, e vengono fissati dopo tre mesi .

All’Ufficio Visti si rivolgono i connazionali che richiedono il visto per un loro congiunto. La società di Outsourcing Almaviva si occupa dei visti dei cittadini stranieri. Questi ultimi ottengono un appuntamento dopo una settimana: per i connazionali ci vogliono tre mesi, per gli stranieri basta una settimana!

La legge prevede che gli appuntamenti vengano fissati entro due settimane e stabilisce dei criteri preferenziali per i connazionali e per l’elaborazione delle loro richieste. L’Ufficio Visti a quanto pare non si ottiene né a leggi né a convenzioni  tra la Repubblica Dominicana e l’Italia. Fa di testa sua e per sentito dire. Il vicecapo missione Rodolfo Colaci sostiene che la nostra ambasciata a suo tempo è stata chiusa per uno scandalo visti e che non vuole che ciò si ripeta. Lo dice a noi che quella chiusura l’abbiamo vissuta sulla nostra pelle e che sappiamo benissimo che le sue sono soltanto voci di corridoio inattendibili.

Non vengono accettate nemmeno le procure rilasciate presso i consolati dominicani in Italia, legalizzate e apostillate secondo la convenzione in essere, per esaminare le richieste di visto che riguardano i minori. Si esige la presenza del genitore il quale dovrebbe intraprendere un viaggio dall’Italia solo per questo!

Cose assurde e molto peggiori rispetto alla prassi in atto da oltre 15 anni!

Segue il testo integrale dell’intervento in assemblea della dott.ssa Diana Spedicato, consigliere del Comites Santo Domingo:

https://comitaliasantodomingo.blogspot.com/2024/02/testo-integrale-dellintervento-del.html

Testo integrale dell'intervento del consigliere Diana Spedicato nell'Assemblea Straordinaria del Comites del 20/02/2024

 

Testo integrale dell'intervento del consigliere Diana Spedicato:

"Porto alla vostra attenzione una situazione delicata che si sta creando nell'ambito delle problematiche di accesso e funzionamento dei servizi consolari e in particolare per quanto riguarda l'Ufficio Visti dell'ambasciata. Sono venuta a conoscenza di questa problematica attraverso una moltitudine di messaggi, segnalazioni, chiamate di richiesta di aiuto ricevute negli ultimi due mesi a partire da dicembre, 2023 da parte dei connazionali su situazioni riguardanti in particolare i familiari dei cittadini italiani, ai sensi del decreto legge 30 n. 30 del 2007 che chiedono il visto per l'Italia. Per questo l'argomento è anche di interesse di questo Comites, perché si parla di cittadini italiani e loro familiari e dei loro diritti. Chiaramente ricordiamo che in questi casi il visto è un diritto del familiare del cittadino italiano e deve essere rilasciato, quindi, in via rapida e prioritaria, e non deve essere trasformato dalla pubblica amministrazione in un ostacolo al ricongiungimento delle coppie delle famiglie, tenendo magari lontani i bambini dai genitori, dove l'interesse superiore del bambino è quello di potersi ricongiungere con i loro genitori. Anzi, in questo caso dovrebbe essere tutto il contrario, cioè dovrebbero essere garantiti i diritti e agevolato il rilascio di questi visti.

Partiamo dalla base del problema: i tempi di accesso al servizio. Secondo quanto previsto dall'art. 9, c. 2 del Codice dei visti e dal suo manuale di applicazione, l'appuntamento ai richiedenti di visto Schengen in generale deve essere dato entro e non oltre due settimane a contare dalla data in cui ne viene fatta richiesta. Negli ultimi due mesi e mezzo circa e in particolare nel mese in corso, si è verificata una ripetuta violazione a questi termini. Addirittura gli appuntamenti chiesti verso la metà del mese di febbraio sono stati fissati a fine maggio, cioè altro che due settimane! Stiamo parlando dopo oltre tre mesi dalla data di richiesta. Nei casi in cui poi dal cittadino italiano è stato chiesto cortesemente se fosse possibile anticiparle, dato che chiaramente si tratta di famiglie, quindi la famiglia doveva essere riunita, l'Ufficio Visti ha confermato di poter dare le prime disponibilità solo e non prima di fine maggio.

Questa situazione è ancora più grave dato che si tratta di richiedenti familiari di cittadini italiani. Cioè questa regola delle due settimane vale per tutti i richiedenti di visti Schengen, ma nei casi di richiedenti familiari di cittadini italiani, quindi aventi diritto di ingresso in Italia e di libera circolazione negli Stati Schengen, ai sensi del decreto legislativo che ho citato prima e pertanto aventi diritto al rilascio del relativo visto in via prioritaria e concedendo ogni agevolazione affinché il familiare del cittadino italiano ottenga il visto necessario per esercitare questi diritti di cui è titolare, secondo quanto stabilisce il manuale del codice dei visti. La cosa è, quindi, ancora più grave se si considera che addirittura si sta verificando paradossalmente una sorta di discriminazione a svantaggio dei familiari di cittadini italiani e che invece si avvantaggiano i richiedenti di semplici visti turistici oppure i visti di lunga durata per i familiari di dominicani residenti in Italia.

L'Ufficio Visti a partire da metà dicembre circa ha tolto alla società Almaviva la possibilità di ricevere le pratiche dei familiari di cittadini italiani. In merito a questo c'è anche l'annuncio ufficiale sulla pagina di Almaviva. Appena la si apre c'è l'annuncio che ormai le richieste di visto dei familiari dei cittadini italiani vengono ricevute solamente direttamente dall'Ufficio Visti previo appuntamento che si può ottenere solo via e-mail. L'Ufficio Visti sta dando ai familiari dei nostri connazionali che scrivono via e-mail gli appuntamenti a più di 3 mesi di distanza, mentre risulta che i turisti e i familiari dei dominicani che fanno la richiesta tramite Almaviva ottengono l'appuntamento anche per la settimana dopo: 3 mesi per i familiari di cittadini italiani contro sette o dieci giorni di attesa per i turisti e per familiari dei dominicani. Il 15 di febbraio ho registrato proprio un video sulla pagina perché non credevo ai miei occhi. Cinque giorni fa sono entrata sulla pagina di Almaviva e ho registrato un video che dimostra quello che sto dicendo perché sinceramente è gravissimo e allo stesso tempo i connazionali mi riferivano che veniva loro confermato dall'Ufficio Visti che per i loro familiari non aveva disponibilità prima di fine maggio.

È inammissibile che in termini di accesso al servizio vengano avvantaggiate, oltretutto in modo così pesante, parliamo di 7 giorni contro 3 mesi, le richieste di turisti e parenti di stranieri rispetto a quelle di cittadini italiani e dei familiari che per legge devono essere trattate prioritariamente e sotto le migliori condizioni.

Non dovrebbe succedere che dopo oltre venti scambi di mail tra un utente e l'Ufficio Visti, l'utente ancora non riesca ad avere un appuntamento. Non dovrebbe nemmeno succedere che contestualmente alla comunicazione della data di appuntamento, a un utente venga chiesta una lista di documenti, a un altro utente nella stessa situazione del primo gliene venga chiesta un'altra diversa e all'altro dopo ancora un'altra diversa. Dov'è la sicurezza giuridica? Non dovrebbe succedere che di sana pianta vengano inventate richieste di documenti che non solo non sono previste dalla legge, ma nemmeno sono attinenti al caso incluse in un elenco che si conclude con la scritta: “Non verrà ricevuta documentazione incompleta”, dimenticando che invece per legge, art. 19 del codice dei visti, la documentazione deve essere in ogni caso ricevuta dall'ufficio, basta che sia formalmente ricevibile ovvero, a livello di documenti, presentata in modo tale che contenga un formulario di richiesta riempito e firmato, un documento di viaggio valido e una fotografia. Basta che contenga questi elementi perché la domanda sia ricevibile, quindi che debba essere ricevuta ed esaminata. Dall'ambasciata non si può scrivere, non verrà ricevuta documentazione incompleta dove ci sono tra l'altro delle richieste che non sono attinenti al caso.

Alle domande di spiegazioni da parte delle persone sui motivi alla base di queste richieste non attinenti ai casi, non bastano risposte in cui l'Ufficio Visti evidenzia che il tema è delicato, che l'ambasciata deve fare le sue verifiche. Questi argomenti non si possono usare come base per poter chiedere qualsiasi cosa passi per la mente. E ribadisco, qui si parla di familiari di cittadini italiani per i quali una volta, sempre in base alla legge, appurato che il legame di parentela non è fraudolento e che le situazioni non sono finte e strumentali all'ottenimento di un visto, in pratica resta poco altro da appurare per rilasciare il visto.

A proposito di queste considerazioni, un capitolo importantissimo è quello che riguarda i casi dei minorenni, sempre familiari di cittadini italiani, nei quali si è arrivati al punto che l'ambasciata ha chiesto come condizione per ricevere la domanda di visto dei minorenni non accompagnati dai genitori, perché questi sono fuori dalla Repubblica Dominicana, che il genitore debba venire personalmente in Repubblica Dominicana per presentarsi in ambasciata; oppure, se non viene, che debba produrre documentazione che certifichi la cessione dell'affidamento legale del minore a una terza persona in Repubblica Dominicana. Cioè quindi praticamente secondo questo teorema che io definirei kafkiano, come minimo una madre per avere suo figlio minorenne con lei in Italia prima dovrebbe cedere l'affidamento legale a una terza persona in Repubblica Dominicana perché l'ambasciata ha deciso che solo in questo modo accetta che questa terza persona accompagni il bambino in ambasciata e poi finalmente avrebbe potuto avere suo figlio in Italia e quindi riprendersi anche l'affidamento legale che prima era suo. Cioè, per capirci meglio, faccio un esempio perché la situazione sia un pochino più chiara. Sarebbe come andare a chiedere a una persona notoriamente sposata, di produrre un certificato di stato libero perché un ufficio pubblico si è inventato che riceverà la sua richiesta, per esempio di avere il medico di base solo se presenta un certificato di stato libero. Così perché l'ufficio pubblico gli ha chiesto di presentare quel certificato, la persona prima deve divorziare dopodiché produce il certificato di stato libero per accontentare la richiesta dell'istituzione. Successivamente si risposa perché in realtà la persona non voleva essere di stato libero, voleva essere sposata, però doveva accontentare l'istituzione.

Siamo a questi livelli. E di tutto questo non è dato sapere il perché. Le risposte alle richieste di delucidazioni in questi casi sono vaghe: “Ci atteniamo alla normativa” (ma quale normativa?); “Siamo tenuti a fare verifiche” (e siamo d'accordo, ma che c'entrano le verifiche con queste richieste?). Cercando di decifrare le varie risposte, ma io sinceramente su questo punto spero vivamente di sbagliarmi, perché se fosse così sarebbe gravissimo, si potrebbe pensare che l'attuale Ufficio Visti dell'ambasciata non stia riconoscendo valore legale ai documenti chiamati “Autorización consular”, ovvero le procure speciali firmate davanti al console dominicano in Italia, che ha funzioni di notaio pubblico, nel cui testo il genitore del minore conferisce procura al suo procuratore speciale ad agire in proprio nome e rappresentazione nel compiere gli atti necessari alla richiesta di visto a favore del figlio minorenne. Allora questi documenti sono formati in forma notarile tra l'altro, quindi valida anche ai sensi del codice civile italiano e sono gli stessi che vengono da sempre accettati anche dall'Ufficio Passaporti e dall'Ufficio Immigrazione dominicano per emettere documenti delicatissimi, cioè i passaporti e i permessi di uscita dal paese, quindi, tutto ciò che fa viaggiare i minori fuori dal Paese, i cui genitori si trovano all'estero, come nel caso dei visti che stiamo analizzando, e conferiscono procura alla loro persona di fiducia per fare questi documenti ai figli proprio in questa forma. E sono tra l'altro le stesse che da quando è in vigore il decreto legge n. 30, ovvero dal 2007, sono sempre state ricevute anche dall'Ufficio Visti dell'ambasciata e vengono ricevute anche nei casi dei minori che non sono familiari di cittadini italiani e chiedono il visto con il nulla osta per la procedura perché magari il genitore vive in Italia e li richiama.

Quindi adesso da dicembre 2023 improvvisamente che cosa è successo? Cioè ditemelo voi. Sono cambiate per caso improvvisamente le normative e nessuno se n'è accorto? Io non me ne sono accorta. Cioè in due mesi cancelliamo improvvisamente più di 15 anni di precedenti e di certezza giuridica. Sulla base di cosa cancelliamo 15 anni di applicazione delle normative sia italiane che locali. Lo ripeto, spero vivamente su questo punto di aver interpretato in modo sbagliato la posizione dell'ambasciata, ma chiaramente attendo gentilmente un chiarimento formale su questo, perché è un punto molto importante.

Ritengo che la collaborazione con le istituzioni possa esistere se esiste un dialogo costruttivo e non solo un voler imporre delle richieste arbitrarie, autoritarie, con interpretazioni fuorvianti e cose inventate da parte di chi è in posizione di potere, ovvero il funzionario pubblico. La collaborazione c'è se si rispettano le leggi e i diritti dei cittadini, che sono la parte debole nel rapporto con gli uffici della pubblica amministrazione. Altrimenti dalla collaborazione si passa necessariamente a doversi difendere, cioè a malincuore, anche a ricevere lamentele, segnalazioni di persone disperate che si sentono impotenti, a cadere in un caos totale. Noi non vogliamo il caos, nel quale dilaga l'incertezza tra i cittadini e un malumore che non possono essere ignorati da chi, come noi membri del Comites, è chiamato anche a vigilare sulla tutela dei diritti dei connazionali.

In conclusione, chiedo alla Presidente di voler mettere ai voti la possibilità di intraprendere, da parte di questo Comites, magari attraverso la Commissione Diritti, iniziative su questa tematica dell'attuale funzionamento dell'Ufficio Visti volte a sviluppare una linea di chiarimento definitivo e quant'altro si rendesse necessario, sempre al fine del bene comune, di garantire la tranquillità e la sicurezza giuridica dei nostri connazionali e dei loro familiari nei rapporti con le istituzioni."

mercoledì 21 febbraio 2024

Quante tasse deve pagare chi vince alla lotteria nella Repubblica Dominicana?

 



La ritenuta d'imposta sul reddito effettuata sulle vincite o sui premi assegnati deve essere presentata e pagata dalla persona che effettua l'estrazione in qualità di sostituto d'imposta.

La percentuale dell’Imposta sul Reddito (ISR) che deve essere trattenuta dai premi assegnati è la seguente:

• Il 25% dei premi ottenuti in lotterie, gratta e vinci, lotto, quiz al lotto, premi elettronici di giochi d'azzardo.

• 10% sui premi ottenuti alle slot machine.

• 10% sui premi ottenuti nelle ricevitorie di scommesse sportive superiori a RD$ 100.001,00 fino a RD$ 500.000,00.

• 15% sui premi ottenuti nelle ricevitorie di scommesse sportive superiori a RD$ 500.001,00 fino a RD$ 1.000.000,00;

• 25% sui premi ottenuti nelle ricevitorie di scommesse sportive di RD$ 1.000.001,00 o più.

martedì 20 febbraio 2024

Motivi della chiusura della nostra ambasciata e richieste di visto



Il nuovo diplomatico in carica nell’ambasciata, Rodolfo Colaci, oggi, nel corso dell’Assemblea Straordinaria del Comites ha affermato qualcosa di cui non ero al corrente. Ha sostenuto, infatti, che la nostra ambasciata è stata chiusa a suo tempo per i visti. Novità assoluta questa! Eppure io ho seguito con molta attenzione la vicenda della nostra chiusura durante i due anni della sua durata.

No. Il dott. Colaci deve sapere che non è così. Ciò che sostiene sono voci di corridoio che non hanno nessun valore e che non meritano nemmeno di essere approfondite.

I motivi della chiusura della nostra ambasciata si possono tranquillamente trovare nel decreto ministeriale che la stabilì nel 2014 e nelle sentenze del TAR e del Consiglio di Stato relative ai ricorsi presentati dalla nostra comunità.

Non occorre nemmeno dire a un laureato tra l’altro appartenente alla carriera diplomatica, che la lettura dei documenti è essenziale e che l’affidamento alle voci di corridoio non è ammissibile, soprattutto se da queste scaturiscono paure irrazionali che a quanto pare stanno paralizzando il servizio visti e non solo. Non è possibile che da un giorno all’altro si cambino le carte in tavola sui servizi in peggio per chi li richiede con la scusa di un rischio che si vuole evitare.

Peraltro i funzionari consolari dovrebbero attenersi alle leggi italiane in materia, che sono vigenti e vincolanti e soprattutto chiare perché scritte nella nostra lingua, e non rivolgersi ad altre ambasciate dell’area Schengen per chiedere conferma delle procedure come si sta facendo attualmente a Santo Domingo. C’è una convenzione ad esempio tra l’Italia e la Repubblica Dominicana sui documenti legalizzati e apostillati che non esiste tra la Germania e la Repubblica Dominicana, per cui i criteri adottati dai tedeschi  sono completamente diversi dai nostri.

Abbiamo fatto una dura battaglia per riavere la nostra ambasciata. Ora a quanto pare dovremmo iniziarne un’altra per dei servizi consolari efficienti.

lunedì 19 febbraio 2024

Nuove sanzioni per la mancata iscrizione all’AIRE: si apre la caccia ai renitenti

 



La legge istitutiva dell'AIRE ha previsto l'obbligo di iscrizione dopo un anno di residenza all'estero, ma non ha stabilito delle sanzioni a parte l'iscrizione di fatto ad opera della sede consolare.

Sono passati tanti governi da allora e a nessuno è mai venuto in mente di fissare delle sanzioni concrete. Invece la maggioranza parlamentare attuale ha pensato di fare meglio di tutti gli altri e ha fissato multe da 200 a 1000 euro l'anno per un massimo di 5 anni estese a tutti i membri della famiglia anche ai figli minori.

L’accertamento della violazione è a carico del comune, che, guarda caso, è anche il destinatario delle somme raccolte.

Si apre la caccia ai renitenti che sono i connazionali che emigrano alla ricerca di un posto di lavoro che non trovano in Italia. L'obbligo esiste, questo è vero, ma qual è il danno che la mancata iscrizione reca allo Stato? Senza tener conto che anche lo Stato è inadempiente nel suo obbligo di garantire i servizi consolari efficienti.

Il numero di iscritti Aire condiziona le risorse di personale e finanziarie che il MAECI destina alla sede consolare di riferimento. Queste consentirebbero un miglioramento delle prestazioni di servizi. Succede, però, che i consolati erogano i loro servizi agli iscritti AIRE per cui più iscritti più risorse, ma le differenze permangono.  Se moltiplichiamo due importi per uno stesso fattore il rapporto tra questi non cambia.

Le maggiori risorse servirebbero solo agli ambasciatori yuppies, ne abbiamo avuto uno anche noi, per poter affermare di avere una circoscrizione con 50 mila residenti, lo dicono lo stesso, anziché gli attuali 13.000. Puro vanto ma nessuna sostanza perché poi i servizi consolari non sarebbero mai in primo piano. Altre cose interessano in prevalenza ai funzionari della Farnesina e ai diplomatici!

Un danno per lo Stato non c'è ma un vantaggio sì: si riducono gli aventi diritto all'assistenza sanitaria e si incamera l’IMU. Ottima trovata di questo governo di primi della classe!

Qualcuno dice che chi ha una doppia cittadinanza se la tenga stretta.  In fondo noi nella Repubblica Dominicana questo l'abbiamo capito quando ci hanno chiuso la sede.

Elezioni amministrative nella Repubblica Dominicana: astensione al voto del 60%

 



Non si può certo dire che con un’astensione del 60% i risultati elettorali rispecchino la volontà popolare. Comunque il PRM, il partito al governo, si è aggiudicato 119 sindaci, il PLD 18 e FP 8.

Una vittoria schiacciante che vista l'astensione massiccia non dissipa i dubbi sull'esito elettorale delle elezioni presidenziali che si terranno a maggio.

Di solito l'astensione al voto non supera la percentuale del 30%. In un paese dove la politica è per molti una fonte di alti guadagni, di cariche e di posti di lavoro, un’astensione del 60% equivale a un disinteresse diffuso della popolazione verso il sistema democratico.

Del resto non esistono sostanziali differenze ideologicamente parlando tra i tre partiti in lizza, tutti fondati o in qualche modo legati al leader socialista Juan Bosch, già arricchiti per attività politica passata propria e di familiari con decine di milioni di dollari in conti di banche off-shore, tutti massoni e allineati all'élite globalista.

Se non fosse per le cariche e per i posti di lavoro da queste parti sarebbe proprio vero che un partito vale l'altro.

Scossa di terremoto a Bonao



Non sarebbe una novità da pubblicare in quanto nella Repubblica Dominicana i movimenti tellurici sono all’ordine del giorno. Si tratta però della scossa più forte del 2024 con un’intensità di 4 gradi della scala Richter che si è verificata a 9 km circa da Bonao questo lunedì alle ore 1:52. Negli ultimi sette giorni Bonao ha avuto 27 scosse entro una distanza di 100 km:

1 scossa di quattro gradi;

20 scosse tra i 3 e i 4 gradi di magnitudo;

6 scosse tra i 2 e i 3 gradi.

Una delle tante faglie dell’isola si trova proprio a Bonao.

La possibilità di terremoti nella Repubblica Dominicana è controllata principalmente dall’interazione tra la placca nordamericana e quella caraibica. All’interfaccia di queste due placche si genera un complesso sistema tettonico con un gran numero di faglie che crea una fascia sismicamente attiva lungo il confine della placca.

domenica 18 febbraio 2024

Iscritto all’AIRE: una sottocategoria di cittadino italiano

 



L’iscrizione all’AIRE è un obbligo per chi risiede all’estero.  Anche  lo Stato avrebbe l’obbligo di garantire i servizi consolari in modo efficiente. Eppure questi peggiorano di giorno in giorno.

Con la legge di bilancio sono state instaurate sanzioni pesanti per chi non si iscrive. Una misura molto discutibile rivolta soprattutto contro i nuovi emigranti, quelli che sono costretti a espatriare alla ricerca di un lavoro che in Italia non trovano, e che si recano principalmente nei paesi europei.

Questi italiani possono far ritorno in poche ore in Italia e magari usufruire delle prestazioni del servizio sanitario il che non va bene allo Stato per il quale chi si iscrive all’AIRE rappresenta una riduzione della spesa pubblica e basta e poi c’è l’IMU sulla prima casa, maggiore risparmio e incassi!

Del resto, l’italiano all’estero è in trappola: non più servizi sanitari in Italia, l’IMU sulla prima casa se ce l’ha, e servizi consolari quasi nulli. In particolare, di tutto questo ne risentiamo noi che ci troviamo fra le quattro mura, si fa per dire, di un’isola dalla quale si può uscire solo con un passaporto valido che peraltro non si riesce ad avere in tempi decenti.

Esaminando nel dettaglio l’obbligo di iscrizione all’AIRE e le relative sanzioni, c’è da dire che il primo scatta dopo un anno e dipende molto dalla volontà del connazionale di rimanere a vivere nella località estera.  Per le sanzioni, queste non sono state ancora oggetto di un decreto di attuazione che definisca le diverse situazioni. Il fatto poi che ad accertare la violazione sia lo stesso comune che incamera la sanzione grida all’ingiustizia.

Abbiamo la memoria corta, questo è un dato di fatto, ma parlando di discriminazioni nei confronti dei residenti AIRE, dovremmo ricordare il divieto di rimpatrio che il nostro governo ci ha imposto per mesi nel periodo pandemico. Paradossalmente noi cittadini italiani nativi non potevamo tornare in Italia in quanto iscritti AIRE. Lo Stato non ci considera, questa è la triste realtà!

C’è chi dice che con un numero maggiore di iscritti riceveremmo più risorse dal MAECI. Un’ipotesi molto inverosimile, il problema non sono le risorse ma la scarsa propensione all’erogazione dei servizi da parte di diversi funzionari consolari.

sabato 17 febbraio 2024

Cancro alla prostata e controlli periodici




Il cancro alla prostata con il 24% è il più diffuso nella Repubblica Dominicana. Si riscontrano ogni anno 5000 casi.

Se lo dicono gli urologi, sarà anche vero. Da qui l’invito a tutti gli uomini oltre i 40 anni di farsi dei controlli periodici.

Mi sembra un’esagerazione. Penso che i problemi alla prostata compaiano dopo i 50 anni, ma certo io non sono un urologo. È vero anche che non sono uno che lucra su questi controlli che costano un occhio della testa sia per le analisi che bisogna fare che per la visita medica.

Come tutte le patologie anche quelle prostatiche dipendono dall’alimentazione sbagliata, le cui conseguenze la prostata è la prima a subire.

Sono da evitare i seguenti cibi:

le bevande alcoliche;

la carne rossa e la carne processata;

i latticini ad alto contenuto di grassi;

i dolci e le bevande zuccherate;

le bevande gassate e che contengono caffeina;

i cibi fritti e ricchi di grassi (patatine fritte e pollo fritto e cibi spazzatura)

i cibi eccessivamente salati;

i cibi piccanti.

Gli alimenti ottimi per la prostata sono:

i pomodori freschi, la salsa e il succo di pomodoro;

la frutta secca, soprattutto semi di zucca, semi di girasole, noci;

i cereali integrali e le verdure a foglia.