Quattro morti e un ferito in una sparatoria a Villa González, una cittadina in provincia di Santiago. Il fatto è accaduto in un punto di spaccio di droga, cioè in uno di quei “negozi” che si trovano in ogni angolo di strada delle città grandi e piccole, della cui esistenza e ubicazione tutti sono al corrente, anche le forze dell’ordine, e che qualche volta si fanno anche pubblicità sul social network.
Quattro morti è una strage, ma i media trattano la notizia in sordina. Dati alla mano ogni giorno muore qualcuno giustiziato con un colpo alla testa o alla bocca, magari legato mani e piedi e buttato da qualche parte. Oppure ci sono delle sparatorie o delle vere e proprie fucilazioni di massa e poi anche tanti sicari a disposizione dappertutto che per modiche cifre uccidono su commissione.
A questi si aggiungono i tossicodipendenti che per acquistare la droga si dedicano alle rapine.
Quello del narcotraffico è un business di grande portata in questo paese. Non lo dice nessuno, ma in realtà ciò appare evidente da quanto si legge sui giornali.
Tonnellate di droga sono sequestrate nei porti e quantitativi non indifferenti cercano di essere esportati dai corrieri attraverso gli aeroporti. Le bande ci sono come in Messico o Colombia, ma adottano un profilo più basso.
La droga serve poi nel senso che se vuoi 8 milioni di turisti, senza contare i crocieristi, è impensabile che non si debba soddisfare una domanda elevata di narcotici. In fondo la maggioranza dei turisti proviene dagli Stati Uniti, i cui cittadini sono i principali consumatori di droga nel mondo.